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    BRUNETTA INCALZA MAMMA RAI: “‘LA STAMPA’ PUBBLICA I COMPENSI DELLE STAR DI VIALE MAZZINI. COMPITO CHE, PER LEGGE, SPETTEREBBE ALLA TIVU’ DI STATO. ADESSO TRASPARENZA TOTALE, SU TUTTO. GLI ITALIANI CHE PAGANO IL CANONE HANNO IL DIRITTO DI SAPERE COME I LORO SOLDI VENGONO GESTITI DAL SERVIZIO PUBBLICO”


     
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    Lettera di Renato Brunetta a Dagospia

     

    BRUNETTA BRUNETTA

    Caro Dago, fai bene a pubblicare il pezzo di Paolo Baroni e Paolo Festuccia uscito oggi su “La Stampa” e che spiattella in prima pagina i mega stipendi di alcune star della nostra televisione di Stato. Come ben sai sono almeno dieci anni che mi batto, con decisione e determinazione, per la totale trasparenza in Rai. Parto da un semplice e incontrovertibile dato di buon senso: gli italiani che pagano il canone hanno il diritto di sapere come i loro soldi vengono gestiti dal servizio pubblico.

     

    La Rai, in questi anni, ha sempre opposto un muro di gomma ad ogni legittima richiesta di trasparenza, accampando non meglio precisate ragioni concorrenziali per non pubblicare questi dati, ritenuti sensibili. Dati che poi tutti conoscono attraverso spifferi e spifferini provenienti da Viale Mazzini, attraverso la stampa, attraverso la rete, dati che comunque non sono mai diventati ufficiali, perché la Rai si è sempre rifiutata di farlo.

    VIALE MAZZINI VIALE MAZZINI

     

    E lo scandalo continua... Adesso anche la grande stampa sembra accorgersi di questa anomalia che viene da lontano. Nessun moralismo, ma anche nessuna connivenza e nessun lassismo. La bravura e la competenza devono essere pagate in modo adeguato, ma nel servizio pubblico ci devono essere dei limiti.

     

    lucia annunziata lucia annunziata

    Né si può dire che le grandi star che fanno anche grandi ascolti si ripagano ampiamente il proprio compenso con la pubblicità, obiezione che non regge per l’economia del servizio pubblico, che ha in tutte le fasce orarie doveri di informazione, di cultura e di intrattenimento nei confronti dei cittadini italiani, proprio perché si paga il canone. Chi è collocato in un prestigioso “prime time” non può pretendere uno stipendio maggiore di un collega magari meno valorizzato, solo in ragione dell'auditel.

    CLERICI CLERICI

     

    La trasparenza porterebbe più efficienza, più equità, ed una migliore sostenibilità del servizio pubblico. Non è possibile che in Rai ci siano figli e figliastri, star intoccabili, padroni delle loro trasmissioni e che fanno il buono e il cattivo tempo sulle loro retribuzione e sul peso politico di determinate scelte anche editoriali.

     

    Trasparenza, dunque, e giusta remunerazione per talenti, per competenze, e per il merito. Ma la Rai non sia un luogo fuori legge e fuori mercato. Basta con i privilegi, basta con i potentati, basta con gli agenti interessati che fanno e disfano i palinsesti, basta con gli appalti opachi, basta scheletri negli armadi.

     

    bruno vespa a che tempo che fa bruno vespa a che tempo che fa

    Vogliamo sapere tutto. Vogliamo sapere come vengono spesi i soldi del canone, vogliamo conoscere i contratti esterni, le società coinvolte, le consulenze, gli appalti, gli agenti, i collaboratori, i dirigenti. Non ci bastano solo gli specchietti per le allodole dei compensi di Insinna, della Clerici, di Vespa o della Annunziata. Vogliamo sapere tutto. La Rai è degli italiani ed è giusto che per gli italiani sia, finalmente, una casa di vetro.

    Renato Brunetta

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