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    BUONE NOTIZIE PER I GIORNALISTI! LA CASSAZIONE RIGETTA IL RICORSO DI CELENTANO CONTRO GIACOMO AMADORI: IL SUO ARTICOLO NON ERA DIFFAMATORIO - SU 'PANORAMA' ERA APPARSO UN RITRATTONE DEL CLAN, TRA SCANDALI, LITI FAMILIARI, ESAURIMENTI NERVOSI, ARCHIVI DI FOTO HARD, E SOPRATTUTTO MOLTI VIZI PRIVATI PER UNO CHE (ERA IL 2005) ANDAVA IN PRIMA SERATA A PONTIFICARE SULLE BASSEZZE DEL POPOLO ITALIANO. QUI POTETE RILEGGERLO


     
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    adriano celentano claudia mori adriano celentano claudia mori

     

    DAGONEWS

     

    Buone notizie per i giornalisti. La Quinta Sezione Penale della Corte di Cassazione ha appena rigettato il ricorso del clan Celentano-Mori contro Giacomo Amadori, cronista che per ''Panorama'' scrisse un ritrattone della famiglia, tra alti, bassi e parecchie ombre.

     

    celentano tony renis simona ventura celentano tony renis simona ventura

    Condannato in primo grado per diffamazione per l'articolo (uscito 11 anni fa), la Corte d'Appello di Milano aveva ribaltato la sentenza e assolto Amadori, sostenendo che ''l’articolo fosse da qualificare sia di cronaca che di critica'',  rilevando che ''sono riportati fatti veri, attinenti alla vita privata delle persone offese già resi pubblici per il tramite di interviste rilasciate in passato dagli stessi figli della coppia; b) la rilevanza pubblica delle notizie riportate è conseguenza sia della notorietà delle persone offese che della diffusività data alle stesse dagli interessati; c) il linguaggio espressivo è stato caratterizzato da continenza''.

     

    celentano fo albanese gaber jannacci celentano fo albanese gaber jannacci

    ''E’ risaputo, ed è stato costantemente evidenziato dalla giurisprudenza'', scrivono i giudici, ''che la critica, quale espressione di opinione meramente soggettiva, non è mai rigorosamente obiettiva , in quanto ha, per sua natura, carattere congetturale e riflette gli interessi e la cultura di chi critica, sicché già da essa deve solo pretendersi che non utilizzi notizie false o mistificatorie, che sia continente nell’espressione e si eserciti su fatti e persone aventi rilevanza pubblica''.

     

    Per questo, secondo la Corte, il diritto di critica era stato correttamente esercitato. Gli avvocati del Molle-agiato avevano però fatto ricorso per Cassazione, ribadendo che l'autore del pezzo aveva denigrato la famiglia, ''commentando con taglio denigratorio'' i fatti della vita privata di Celentano e Claudia Mori, ''dandone una rappresentazione distorta'', soprattutto riguardo alla coerenza dei comportamenti privati rispetto alle esternazioni pubbliche.

    adriano celentano claudia mori adriano celentano claudia mori

     

    In sostanza (come potete leggere nell'articolo, più in basso), Amadori sottolineava come Celentano, all'epoca (2005) censore in prima serata tv dei costumi italici, vivesse privatamente in modo decisamente meno virtuoso.

     

    La Cassazione ha invece determinato che il giornalista è ''libero di selezionare i fatti reputati rilevanti per l’illustrazione della personalità dei soggetti criticati, nonché della realtà di coppia e di quella familiare''.

     

    Certo, riconoscono i giudici della Suprema Corte, se si fanno ''indebite generalizzazioni'' si può volontariamente ledere la reputazione di una persona. Ma perché questo avvenga, bisogna usare fatti specifici (''pur veri'') oltre le ''potenzialità dimostrative loro proprie''. Ovvero il giudizio espresso sui fatti non deve essere "in rapporto di consequenzialità con i fatti commentati", ma "frutto di un’elaborazione mistificatoria, che si avvale della realtà dei fatti per aprire percorsi intellettivi indipendenti, strumentali all’attuazione del proposito criminoso".

     

    adriano celentano claudia mori adriano celentano claudia mori

    Questo non è avvenuto nell'articolo di Amadori, e per questo la Corte ha rigettato il ricorso dei Celentano.

     

    (L'articolo aveva un titolo considerato anche dai giudici offensivo, ''Ritratto di famiglia di un inferno'', ma è stato stabilito che non era stato scelto da Amadori, bensì dalla redazione di ''Panorama'').

     

     

    NELLA FAMIGLIA DEL MOLLEGGIATO

    Articolo di Giacomo Amadori per ''Panorama'' del febbraio 2005

     

    Ai piani alti della Rai è ormai più di un sussurro: quasi certamente Rockpolitik, la strombazzata trasmissione di Adriano Celentano, traslocherà sui palinsesti autunnali, forse a ottobre 2005. Anche perché il tira e molla tra l'artista e l'azienda ne rende ormai quasi impraticabile la messa in onda nei tempi previsti (esordio il 19 aprile). Una notizia che ha reso particolarmente taglienti le lingue dei detrattori del Molleggiato, che, fra l'altro, sottolineano i risultati meno esaltanti del previsto del suo ultimo disco,

    claudia mori rosalinda celentano claudia mori rosalinda celentano

     

    C'è sempre un motivo, e i suoi difficili rapporti familiari. Insomma, Celentano continua a far discutere e a dividere. Un personaggio che Panorama prova a raccontare dopo aver sentito gli amici, i parenti e anche chi lo conosce, ma non gli vuole troppo bene.

     

    L'OROLOGIAIO A OROLOGERIA

    Nei giorni scorsi l'ex ragazzo del Clan, confidandosi con i parenti in casa della sorella Maria a Milano, ha rivelato il nome del suo più fiero avversario: Flavio Cattaneo, direttore generale della Rai. Ai più attenti non sfugge che negli ultimi anni il signor Yuppi-du ha suscitato scandali a orologeria (compresa la polemica sulla presunta pubblicità occulta a una nota marca d'acqua minerale), giocando (e spesso bluffando, da buon pokerista) con la dirigenza Rai. L'ultimo esempio?

     

    celentano tony renis celentano tony renis

    La partecipazione al Festival sanremese dell'anno scorso: dopo aver annunciato il suo rifiuto a salire sul palco, la penultima sera si è materializzato in spolverino nero all'Ariston (a sorpresa?), per molleggiare verso l'alto l'audience e lanciare il suo disco. Un lieto fine che i ben informati conoscevano già dall'autunno 2003. Ora c'è chi è pronto a scommettere sul bis visto che il direttore artistico musicale della kermesse canora per il 2005 è ancora Gianmarco Mazzi, ex uomo del Clan e consulente di Claudia Mori, moglie factotum di Adriano.

     

    Ma se a Sanremo il tira e molla ha funzionato, in altri casi è stato un fallimento. Nel 2002 il direttore generale della Rai Agostino Saccà propose al Telepredicatore una striscia per sostituire Il fatto di Enzo Biagi: 10 minuti in diretta dalla villa di Galbiate a strologare sull'episodio del giorno.

     

    Non se ne fece nulla. Come nel 1996, quando un altro direttore generale, Franco Iseppi, rimandò sine die la nuova trasmissione di Celentano, Il conduttore. Lui giurò (come nel dicembre 2004) che in Rai non avrebbe più messo piede, chiedendo un risarcimento miliardario. Non basta. Nel 1992 un altro programma, Svalutation, fu dimezzato (da quattro a due puntate), dopo che l'Adriano nazionale aveva rivendicato «totale autonomia».

    ADRIANO CELENTANO IN ROCK ECONOMY jpeg ADRIANO CELENTANO IN ROCK ECONOMY jpeg

     

    Vicissitudini di un censurato? Nei corridoi di viale Mazzini preferiscono dare i numeri e fanno notare che l'ultima impresa tv di Celentano, 125 milioni di cazz...ate, è costata oltre 11 milioni di euro, quasi tre a puntata, raccogliendo nell'ultima serata «solo» 8 milioni di telespettatori (29 per cento di share). E sarebbe andata peggio senza Fiorello, ospite di lusso. Pensare, sospirano in Rai, che proprio lo showman siciliano garantisce ascolti record a un prezzo inferiore (circa un terzo in meno) di nonno Celentano. E senza polemiche annunciate.

     

    LE FOTO HARD DEL MOLLEGGIATO

    IL DUETTO DI GIANNI MORANDI E ADRIANO CELENTANO A SANREMO IL DUETTO DI GIANNI MORANDI E ADRIANO CELENTANO A SANREMO

    Negli ultimi anni l'ex «coppia più bella del mondo», Celentano-Mori, si è segnalata per il numero di cause avviate o minacciate. Persino contro un contadino, vicino di tenuta. Senza risparmiare amici o ex amici come Don Backy e Teo Teocoli. Però la battaglia più lunga la coppia la sta conducendo per portare a casa l'archivio del fotografo Vincenzo Falsaperla, per trent'anni ombra del «Bisbetico domato». Nel 1997 oltre mille ritratti sono stati acquistati dall'agenzia milanese di Paolo Begotti: in quegli scatti, vita pubblica e privata del «Cretino di talento», come lo chiamava Giorgio Bocca.

    ottobre Santoro si dimette da parlamentare europeo per partecipare alla prima puntata di Rockpolitik di Adriano Celentano Ansa ottobre Santoro si dimette da parlamentare europeo per partecipare alla prima puntata di Rockpolitik di Adriano Celentano Ansa

     

    Non mancano urticanti testimonianze degli anni in cui dichiarava (1981) alla sua biografa, la giornalista Ludovica Ripa di Meana: «L'atto sessuale è per esempio sapere che se voglio, adesso, chiamo mia moglie in cucina e gli tiro giù le mutande, e la violento sul tavolo o davanti ai fornelli». Panorama ha sbirciato nell'archivio e ha capito il motivo di tanta agitazione: un'immagine ritrae Celentano mentre bacia (fuori dal set) Ornella Muti, sotto un poster di Mori.

     

    Adriano Celentano Adriano Celentano

    E poi ci sono immagini del Molleggiato che si ammira nudo davanti allo specchio, mentre gioca a poker, in compagnia di amici che oggi vorrebbe dimenticare. Per quegli scatti una decina di anni fa Mori offrì a Falsaperla, gravemente malato, 600 mila lire. Nel 2001 il fotografo morì indigente in un ricovero senza aver venduto neppure una foto. Oggi, dopo aver vinto una causa (le foto personali non possono più essere pubblicate), il Clan ha rilanciato: 80 mila euro per chiudere la partita.

     

    SONO LA COPPIA PIÙ RICCA DEL MONDO

    Per la sua rinascita professionale Celentano deve dire grazie a molte persone: il produttore televisivo Bibi Ballandi, il paroliere Mogol, il musicista Gianni Bella. E il Papa, davanti a cui cantò il 27 settembre 1997. Ma se oggi nessuno ricorda più il suo ultimo film del Natale '92, Jackpot (ritirato dalle sale dopo soli tre giorni di programmazione), lo deve soprattutto alla moglie, la mente, insieme con il commercialista Giovanni Terruzzi, della holding di famiglia, un cartello di una decina di società che si occupano di tutto, dalla produzione alla musica, alla gestione del patrimonio immobiliare.

    giacomo celentano giacomo celentano

     

    Il fiore all'occhiello del gruppo è la Clan Celentano srl: nel 2003 ha prodotto quasi 3,5 milioni di euro di utili netti e un volume d'affari di 4,7 milioni. Un risultato eccellente garantito dalla vendita di alcuni appartamenti milanesi (3,2 milioni). Della Clan, Adriano controlla il 67,77 per cento delle azioni. Nel 2003 ha dichiarato un reddito imponibile di 800 mila euro, il doppio di quello che denunciava nel 1986. Una miseria se confrontati con i guadagni di due anni fa: 1,4 miloni di euro. A consolarlo ha pensato la Warner che, nel 2003, gli ha versato 247 mila euro. 

    giacomo e adriano celentano giacomo e adriano celentano

     

    Le sue proprietà? Sul modello Unico risulta solo una casa in via Zuretti, a Milano, e qualche terreno ad Asiago, il buen retiro montano.

     

    Molto più «povera» Claudia Mori: ha dichiarato 87 mila euro di imponibile. A cui vanno aggiunti i 217 mila percepiti dal Clan Celentano srl di cui è amministratrice. Nel 2002 ne aveva denunciati 238 mila. A suo carico pure una casa di 12 vani e sei terreni edificabili, sempre ad Asiago. Quasi indigente Rosita, l'unica dei figli coinvolta negli affari di famiglia: possiede tre vani a Milano e grazie alla sua società discografica, la Din don dan, nel 2003 ha dichiarato guadagni non proprio sontuosi: 10 mila euro. La salvano gli introiti che provengono dalle società di famiglia: 30 mila euro.

     

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    E le case? Le due ville di Galbiate sono intestate alla General holding, mentre sulle due società immobiliari di famiglia (Locus amoenus e Neve) sono parcheggiati un appartamento milanese e la casa al mare di Bordighera. Chissà se Adriano la pensa ancora come ai tempi in cui cantava l'Artigiano: «Chi non paga le tasse è ingiusto, questo dice la società, ora però che son giusto sono senza una lira».

     

     

    PARENTI SULL'ORLO DI UNA CRISI DI NERVI

    Molte chiacchiere sulla famiglia Celentano sono velenose e forse false. Per questo raccontarle può essere molto scivoloso. Ma Panorama ha provato attraverso fonti e interviste ufficiali. Come quella alla sorella del Molleggiato, Maria, 81 anni: «Ha un cuore grande come Milano, ha sempre mantenuto me e le mie sorelle».

     

    Eppure, quel fratello non doveva neppure nascere: «Mia madre Giuditta aveva 42 anni e pensava che quella gravidanza fosse una brutta malattia, non credeva di essere incinta». La fortuna di Adriano? «Vincere il concorso di Salsomaggiore come imitatore di Jerry Lewis». La sua famiglia? «Sono molto uniti».

     

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    I maligni non concordano. La moglie, divisa nera oversize, passa le giornate sperimentando diete e facendo di conto negli uffici milanesi del Clan, mentre il marito, chiuso nella villa fortezza di Galbiate, si divide tra pittura, sala di incisione e tavolo da orologiaio, suo antico mestiere. D'estate trasloca in riva al laghetto-piscina illuminato da luci colorate e tinte pastello da Disneyland brianzola. Un parco giochi in cui il Re degli ignoranti, come lui stesso si è definito, vive isolato dal mondo. Il sindaco della cittadina, Livio Bonacina, parla a nome dei concittadini: «Qui in paese non lo vediamo mai, se non per la messa delle 18 della domenica, anche se non parla con nessuno».

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    Così il primo cittadino a Natale gli ha inviato un biglietto di auguri con l'invito a incontrarsi: «Non ha neppure risposto». Del resto Adriano è molto impegnato, con il lavoro e i figlioli, che qualche preoccupazione gliel'hanno data e da Galbiate sono fuggiti poco più che maggiorenni.

     

    Rosalinda, la più piccola e irrequieta, ha fatto per un anno la clochard: magra e malinconica ha un volto bellissimo e terrificanti sbalzi d'umore; il lungo corpo androgino in certi periodi diventa trasparente. «Però quello che mi preoccupa di più è Giacomo» conclude ansiosa zia Maria. «Ha avuto un brutto esaurimento nervoso». Ex commesso e un po' ex tutto, dopo avere tentato la carriera del cantante pop ebbe «una vera crisi esistenziale in cui pensai di farmi prete» spiega a Panorama.

     

    Da allora ha scelto la testimonianza di fede: per alcuni anni ha aderito al movimento cattolico  Rinnovamento nello Spirito Santo. Nel '99 ha esordito a Sanremo, ospite del Festival di musica cristiana. «Oggi sto intraprendendo la carriera di autore tv con la Mediaset e con mia moglie Katia, dopo anni sotto il tetto dei suoceri, sto per trasferirmi in una casa mia».

     

    ADRIANO CELENTANO DURANTE LA SUA ESIBIZIONE A SANREMO ADRIANO CELENTANO DURANTE LA SUA ESIBIZIONE A SANREMO

    Anche la primogenita Rosita non ha risparmiato delusioni all'ingombrante papà, soprattutto nella scelta dei fidanzati, tra i quali Mario Ortiz, ex Californian dream man, spogliarellista a stelle e strisce. Nelle interviste lei ricorda la vita in clausura, le prime uscite serali a 21 anni, il posto a tavola vuoto «per Gesù». Un'adolescenza diversa da quella di molte coetanee che ha lasciato segni anche in lei: «Durante i miei cinque anni di analisi pensavo di non aver diritto di essere infelice».

     

    Anche il papà ha avuto l'esaurimento. «Ne è uscito andando a cavallo e leggendo il Vangelo». Un periodo nero che sembra superato. L'anno scorso casa Celentano ha ritrovato un po' di serenità: «La nascita di mio figlio Samuele, il primo nipotino per nonno Adriano, ci ha riavvicinato» conclude Giacomo, con un sorriso. 

    LINGRESSO DELLA VILLA IN BRIANZA DI ADRIANO CELENTANO LINGRESSO DELLA VILLA IN BRIANZA DI ADRIANO CELENTANO

     

    IL PICCOLO GIALLO DELLA BENEFICENZA

    Rosita produce un disco a fin di bene. Ma gli interessati non hanno (ancora) visto un soldo

    Per la cattolica famiglia Celentano la beneficenza è molto importante. Anche quando è solo annunciata. Lo sa bene Rosita, proprietaria della Din don dan, etichetta discografica che ha prodotto una compilation «a sfondo benefico» per i tifosi dell'Inter. Dentro 12 canzoni con tema calcistico cantate da grandi cantanti italiani.

     

    All'interno anche un brano del papà e quella dell'ex fidanzato palestrato, lo spogliarellista Mario Ortiz. Il ricavato sarebbe dovuto andare alla comunità per il recupero dei tossicodipendenti e degli alcolisti Tetto fraterno di Erba. «Noi qui di soldi non ne abbiamo mai visti. Ma speriamo in Dio» ha detto a Panorama don Bassano Pirovano, fondatore della comunità.

     

    adriano celentano con beppe grillo adriano celentano con beppe grillo

    I ben informati assicurano che neppure l'Inter dell'amico (di famiglia) Massimo Moratti avrebbe ricevuto le royalty per l'utilizzo del marchio nerazzurro.

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