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    CHECCA A CHI? - LO STRAORDINARIO IMMAGINARIO SESSUALE DI TOUKO LAAKSONEN, ALIAS TOM OF FINLAND" CHE RIBALTO' CON I SUOI DISEGNI L’IMMAGINE DEL GAY EFFEMINATO OPPONENDOGLI UN MONDO DI FUSTI DAI CORPI NERBORUTI E BAFFUTI, CANOTTA E PANTALONI DI PELLE – UN ARCHETIPO DELLA MASCOLINITÀ GAY CHE SI E' RIFLESSA NEI VILLAGE PEOPLE E IN FREDDY MERCURY – ANDY WARHOL COLLEZIONAVA I SUOI DISEGNI E…


     
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    Alba Solaro per "il Venerdì - la Repubblica"

     

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    Quando a fine novembre la polizia di Bruxelles ha fatto irruzione in un appartamento del centro per scoprire che, in barba alle regole anti-covid, era in corso un' orgia gay (quella costata il posto all' europarlamentare ungherese József Szajer), pare che in un primo momento i partecipanti fossero convinti che quelli alla porta erano solo altri invitati, travestiti da agenti. Qualcuno avrebbe anche cercato di abbassare la zip dei pantaloni a uno di loro.

     

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    Tom of Finland avrebbe adorato la scena. Molto tempo prima dei Village People, prima di George Michael che va sul palco vestito da agente del Lapd, le uniformi avevano già un posto rilevante nell' immaginario omosessuale. Nei disegni di Touko Laaksonen, che il mondo conosce come Tom of Finland, nerboruti e iperdotati bikers, cowboy, poliziotti, marinai, boscaioli, dal fisico esplosivo e impossibile - non meno dei corpi iper sessuati delle pin up del dopoguerra - si uniscono carnalmente e gioiosamente senza pensieri, senza vergogna, spaparanzati sulle loro moto o nel mezzo di una foresta di abeti, in un mondo dove non esiste altro se non il desiderio.

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    Quei disegni sono celebri al di là della fama stessa di Laaksonen, che in questo 2020 avrebbe compiuto cento anni. Tra i molti omaggi, Tom of Finland: Made In Germany (Skira, pp. 212, euro 32), un volume magnifico di oltre duecento pagine di illustrazioni, testi e la riproduzione del taccuino che racconta il primo viaggio tedesco di Tom nel '55 col suo compagno Veli Mäkinen.

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    Il libro parte proprio da quella prospettiva particolare e sghemba: la liaison dangereuse fra l' artista finlandese e la Germania.

     

    Nella capitale del vizio Galeotta fu Amburgo, città portuale con la sua bella reputazione di capitale del vizio, aperta e disponibile; anche i Beatles amavano dire che è ad Amburgo che erano stati svezzati. È lì che il 22 luglio del 1976 il primo gay sex shop d' Europa, chiamato Revolt Shop, organizzò la prima mostra in assoluto delle tavole di Tom of Finland. Fino ad allora i suoi disegni erano circolati più che altro su riviste di fumetti gay, pubblicazioni semiclandestine. Mai firmati, perché l' omosessualità in Finlandia è rimasta illegale fino al 1971. Per capirci: in Paesi come Danimarca e Svezia il porno è diventato legale solo dal 1967.

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    Per questo Laaksonen era stato anche un precursore del do-it-yourself: aveva dovuto imparare a fotografare i suoi modelli e poi sviluppare e stampare da sé le immagini, senza passare per i laboratori. In pubblico era un rispettabile art director dell' agenzia McCann Erickson, in privato le sue fantasie sessuali avevano generato un potentissimo immaginario creativo.

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    Potente perché sfidava quella che era stata fino ad allora la rappresentazione del gay come effeminato, debole, femminuccia. A quell' idea di "mascolinità fallata" lui contrapponeva un mondo di fusti dai corpi statuari e priapici. In sostanza, rovesciava la narrazione ufficiale che voleva la mascolinità antitetica all' omosessualità, e lo faceva consapevolmente, perché quelli erano i corpi maschili che lui per primo desiderava.

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    La palestra dell' esercito E qui entra in ballo ancora la Germania, in modo sottilmente controverso.

    Laaksonen è un giovane studente d' arte quando esplode la Seconda guerra mondiale. Nel 1940 era stato arruolato, come tutti, perché la Finlandia doveva difendersi dalle mire espansionistiche dell' Unione Sovietica. L' esercito era stato una sorta di corso accelerato per l' artista; le divise, i cappelli, i giubbotti da pilota, i numerosi blackout che favorivano il sesso clandestino, tutto materiale che avrebbe nutrito la sua immaginazione. Dei soldati nazisti, alleati dei finlandesi, odiava l' ideologia ma adorava le uniformi e gli stivali in pelle. Quando nel 1953 arriva nei cinema Il selvaggio - Marlon Brando con il giubbotto nero, il berretto e i suoi Black Rebel Motorcycle Club - il giovane Laaksonen resta fulminato.

     

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    Nelle pagine di Made in Germany si racconta come nel dopoguerra erano tanti i club gay tedeschi mascherati da club di motociclisti. Il chiodo di pelle diventerà un punto fermo dei disegni erotici di Tom of Finland riassumendo in un unico capo il bene e il male: è il giubbotto dei poliziotti, degli eroici piloti di guerra,ma anche di bikers, Hell' s Angels, rockers, sinonimo di rivolta, indipendenza, libertà.

     

    Nella sua autobiografia dell' 88 l' artista spiega che i suoi maschi hanno sempre qualcosa indosso, camicie jeans smanicate o leather shorts, perché «un uomo vestito è più sexy di uno completamente nudo». Era il suo modo di reagire alla vergogna delle prime esperienze omosessuali «quando mi facevano sentire come se appartenessi a una categoria umana inferiore».

     

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    Laaksonen diventa Tom of Finland nel 1956 quando lo invitano a collaborare con il magazine americano Physique Pictorial, rivista che per non essere classificata porno si presenta come giornalino per maschi maniaci del fitness; Touko, per americanizzare la firma, diventa Tom; l' editore ci metterà accanto la sua provenienza. Il bello è che Tom of Finland non metterà piede negli Usa prima del 1978, spinto dall' amico fotografo tedesco Gerhard Pohl («Tom sembrava più un diplomatico, o un consulente finanziario» dirà in un' intervista).

     

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    Kake, l' uomo coi baffi E qui torniamo ad Amburgo, alla scena gay che aveva dato all' artista la possibilità di lasciare la pubblicità e vivere dei suoi disegni, commissionandogli di tutto, anche i murales nelle saune.

     

    Qualche anno prima della mostra che aveva promosso le sue spudorate tavole di amplessi ad arte, lui aveva inventato il suo personaggio più iconico, Kake: baffi, capelli scuri, muscoli, abbigliamento leather. Vi ricorda qualcosa? Certo, è diventato un archetipo della mascolinità gay, riflessa nei personaggi dei Village People, nello stile di Freddie Mercury dei Queen, nei video di Frankie Goes To Hollywood, nel mondo dei gay bar fetish dove si aggira Al Pacino poliziotto infiltrato in Cruising; persino nel biondo testosteronico Rocky oggetto del desiderio del trans Frank-N-Furter in Rocky Horror Picture Show.

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    Un fan di nome Andy Oggi l' immaginario di Tom of Finland può apparire stereotipato ma il suo peso risuona ancora. Ha influenzato artisti come Robert Mapplethorpe (che lo ha ritratto) e Bruce Weber, Andy Warhol ha collezionato i suoi disegni.

     

    La moda lo ha portato a diventare quasi mainstream. La sua gioiosa trasgressione è approdata su una delle più famose magliette disegnate da Vivienne Westwood, quella con i due cowboy uno di fronte all' altro, nudi dalla cinta in giù, gli organi genitali che si sfiorano, immortalata addosso a Sid Vicious. Le costò una condanna per oscenità, ma continua ciclicamente a riprodurla e va subito sold out.

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    Hanno reso omaggio a Tom of Finland anche lo stilista JW Anderson con una collezione di accessori, e Jean Paul Gaultier, suo fan dagli anni 70: il suo iconico marinaio dalla maglietta attillata arriva dritto dai fumetti di Tom. C' è da dire che con tutte le borchie, gli stivaloni e i peni esagerati, i suoi maschi non sono mai stati minacciosi, anzi; comunicano ancora un senso di libertà che ci invita al più puro anticonformismo.

     

    Laaksonen è morto di enfisema nel 1991, nella sua villa di Echo Park a Los Angeles, tra fontane e sculture a forma di falli, oggi sede della sua Fondazione. Quanto i tempi siano cambiati lo dice il fatto che la Finlandia lo celebrò nel 2014 con una serie di francobolli, e i suoi disegni sono su tazze e tovagliette. Del resto «Walt Disney ha avuto Topolino» amava dire «perché io non posso avere il mio Kake?».

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