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    COSE DI COSA NOSTRA - COLPO ALLA RETE DI MESSINA DENARO: 22 ARRESTI IN SICILIA TRA CUI 2 COGNATI DEL SUPERBOSS - INDIVIDUATA LA RETE PER SMISTARE I PIZZINI DEL LATITANTE – LA COSCA SI FINANZIAVA CON IL MERCATO DELLE SCOMMESSE ON LINE


     
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    RINO GIACALONE per la Stampa

     

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    Sono ventidue gli arresti eseguiti nella notte in provincia di Trapani nell’ambito del blitz antimafia che ha colpito il mandamento mafioso della Valle del Belice. Una azione investigativa condotta dalle Squadre Mobili di Trapani e Palermo, dagli agenti del Servizio centrale operativo, dai Carabinieri del Ros e del comando provinciale di Trapani e dagli agenti della Direzione investigativa antimafia.

     

    Hanno eseguito arresti e perquisizioni su ordine della Procura antimafia di Palermo nell’ambito della “caccia” del latitante di Cosa nostra Matteo Messina Denaro, ricercato dal 1993. Il blitz denominato “Anno Zero” si è concentrato nei territori dove il boss mafioso trova maggiore sostegno per la sua latitanza, e cioè nei Comuni di Castelvetrano, la cui amministrazione è stata sciolta per inquinamento mafioso da un anno, Campobello di Mazara e Partanna. 

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    Ancora una volta dalle intercettazioni è emerso come il latitante Messina Denaro è circondato da una sorta di “devozione” da parte degli uomini del suo clan, così come emerso in indagini risalenti alla fine degli anni ‘90, per Matteo Messina Denaro c’è ampio sentimento di adesione quasi mistica. A distanza di anni dal suo barbaro omicidio, ancora oggi gli investigatori antimafia hanno potuto ascoltare gli indagati parlare del delitto del giovane Giuseppe Di Matteo , figlio del pentito Santino Di Matteo, sequestrato dai mafiosi nel novembre del 1993 e ucciso tre ani dopo, quando aveva 16 anni. Spietati alcuni degli indagati hanno parlato di quella morte come di un fatto inevitabile.

     

     

    Secondo le indagini condotte la latitanza del capo mafia di origini castelvetranesi avrebbe trovato copertura nelle ‘ndrine calabresi e in Calabria Matteo Messina Denaro avrebbe trovato utili nascondigli. Sotto il controllo di Matteo Messina Denaro resta il mandamento mafioso di Castelvetrano la cui guida il boss ha affidato a due suoi cognati, Gaspare Como e Saro Allegra.

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    Tutti e due adesso arrestati. E questo è avvenuto dopo l’arresto di una delle sorelle del boss, Patrizia Messina Denaro, soprannominata “a curta” , la cui condanna a 14 anni per mafia è stata appena confermata dalla Cassazione. Gli arresti sono stati eseguiti per i reati di associazione mafiosa, estorsione, detenzione di armi e intestazione fittizia di beni. Alle 11,30 in Procura a Palermo si terrà una conferenza stampa durante la quale i magistrati illustreranno i contenuti dell’operazione antimafia. 

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