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    CRONACHE RENZIANE - NÉ PAPA NÉ OBAMA (CHE GLI PREFERISCE TSIPRAS): RENZI SNOBBATO ALL'ONU - NELLA GRANDE PARATA DI STAR E VIP A NEW YORK (C’ERA ANCHE D’ALEMA), ORGANIZZATA DAI CLINTON ERA PREVISTO UN SUO INTERVENTO MA IL PREMIER ERA IN RITARDO


     
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    Wanda Marra per il “Fatto Quotidiano”

     

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    Quando l’hanno chiamato sul palco del Global Citizen Festival a New York, Matteo Renzi non ha risposto. Il Papa? Non l’ha nemmeno incontrato. E ieri, “a margine” dell’Assemblea dell’Onu si è intrattenuto con i giornalisti, pochi minuti dopo l’intervento di Obama. Argomento? Non grandi questioni diplomatiche, piuttosto la risposta alle critiche espresse dalla Ue sull’intenzione italiana di tagliare le tasse sulla casa e l’ostruzionismo in Senato.

     

    La visita negli States di Renzi non è stata esattamente in linea con le aspettative previste. Nella grande parata di star e vip dell’altra sera a New York (tra l’altro c’era anche D’Alema), organizzata dai Clinton era previsto un suo intervento di 3 minuti, alle 8 e 45. L’hanno chiamato ma lui non c’era. Non proprio una bella mossa, visto che pare avesse chiesto pure a Bono un intervento per farsi invitare. L’assenza ha creato curiosità e nervosismo. Lo staff ha minimizzato, dicendo che il premier era nel backstage a intrattenersi con Bill Gates.

     

    In realtà pare che fosse semplicemente in ritardo. Come peraltro gli accade spesso. Preparando l’incontro, Renzi aveva sperato domenica di incontrare Papa Francesco. Ma quando è arrivato, Bergoglio era già a Pittsburgh: il Pontefice non sembra aver molta voglia di far brillare i politici italiani di luce riflessa.

     

    RENZI BILL GATES RENZI BILL GATES

    Se sul piano diplomatico la visita non è stata delle più brillanti, Renzi ha però incontrato gli investitori, nel tempio della finanza mondiale, BlackRock, la più grande società di investimento del mondo, in grado di controllare un patrimonio di oltre 4mila miliardi di dollari. Nel nostro Paese, detiene quote azionarie di Unicredit, Intesa-SanPaolo, Montepaschi, Fiat, Telecom e altri. Ma è presente anche in società a partecipazione pubblica come Eni, Enel, Finmeccanica, Terna.

     

    Con il premier, al tavolo della sala conferenze di BlackRock, c’era il presidente e amministratore delegato del fondo americano, Larry Fink, considerato forse come l’uomo più potente nel mondo post-crisi del 2008. E altri tycoon della finanza globale da John Paulson dell’hedge fund newyorkese ‘Paulson and co’, a Peter Hancock, presidente e ad dell’American International Group (Aig), Greg Fleming di Morgan Stanley, Indra Nooyi, presidente e Ceo di Pepsi, il presidente e amministratore delegato della Bank of America Brian Moynihan, Nancy Prior di Fidelity, George Walker di Neuberger Berman. Prima di tutto gli affari e Renzi si è dichiarato “molto molto soddisfatto”.

     

    E peccato se non ci sarà nessun bilaterale con Obama: staranno insieme al tavolo alla riunione sul peacekeeping e a quella sul terrorismo, ci tengono a sottolineare i suoi. “Con vari leader”. A quattrocchi casomai Barack stavolta vede Alexis Tsipras. Oggi nella tarda mattinata è previsto l’intervento del premier all’Onu. Sarà un bello slalom, visto che Obama e Putin ieri parlando della Siria hanno espresso due posizioni opposte . L’Italia sta tradizionalmente con l’America.

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    Eppure, Renzi negli ultimi mesi si è avvicinato a Putin, esponendosi anche pubblicamente, per esempio sulla possibilità di togliere le sanzioni alla Russia sull’Ucraina. E sulla Siria si è chiamato fuori dall’inizio. Ieri la propaganda renziana riportava con soddisfazione come frase più gettonata del giorno quella di Clinton, che ha definito il premier italiano un politico “con la giusta visione”, avvalorando apparentemente la definizione di Renzi come "il Clinton italiano", offerta dal giornalista della Cnn Fareed Zakaria.

     

    Renzi ha gradito ma si è schernito: “Il paragone non è neanche lontanamente fattibile. Clinton ha cambiato il suo paese con una straordinaria capacità: otto anni di crescita economica, investimento nell’educazione , nell’innovazione”. Per il resto, annunci: come quella della “campagna elettorale” per ottenere per l'Italia un seggio permanente al Consiglio di sicurezza dell'Onu nel 2017.

     

     

     

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