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    DAGOESCLUSIVO - IERI LEONE, OGGI CAPITONE: ECCO A COSA È DOVUTA LA GIRAVOLTA SALVINIANA SUL PROCESSO. GIULIA BONGIORNO HA SCRITTO LA LETTERA AL ''CORRIERE'', I MAGISTRATI HANNO NEL MIRINO LA TESTA DEL TRUCE E DI MAIO/CASALINO SONO BEN CONTENTI DI FARLO ROSOLARE PER DUE (O TRE!) MESI IN ATTESA DEL FATIDICO VOTO DEL SENATO. TRA LEGGE SEVERINO ED ELEZIONI EUROPEE, LE TAGLIOLE CHE ASPETTANO SALVINI. MENTRE SILVIO SOGNA COI NUMERI DELLA GHISLERI…


     
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    meme su salvini e il processo meme su salvini e il processo

     

    A cosa dobbiamo la giravolta salviniana? Ieri leone, oggi capitone: la sfida ai magistrati che vogliono processarlo per il caso Diciotti si è tramutata in un'angosciata lettera al ''Corriere della Sera'' in cui chiede ai colleghi senatori di negare l'autorizzazione. È stata Giulia Bongiorno, ministra leghista ma soprattutto penalista di grido, a chiarire le idee allo scalmanato Matteo.

     

    L'avv. Bongiorno, che ben conosce l'ambiente dei magistrati, sa che vogliono farla pagare al Truce. La sentenza sui 49 milioni della Lega, le indagini sui fondi all'estero, le piste sui rapporti con la Russia: i filoni sono tanti ma finora nessuno ha davvero ''attecchito''. Stavolta è diverso: se tre giudici chiedono l'imputazione coatta dopo che un pm (Zuccaro) ha chiesto l'archiviazione, vuol dire che hanno in mano qualcosa di giuridicamente solido.

     

    meme su salvini e il processo meme su salvini e il processo

    D'altronde la Diciotti non era la Sea Watch 3: si trattava di una nave della Guardia Costiera italiana, e anche un bimbo capirebbe che le argomentazioni giuridiche usate oggi contro l'Olanda (''la nave Ong batte bandiera olandese, quindi è territorio olandese, quindi è Amsterdam che deve prendersi i migranti'') si ritorcono contro l'atteggiamento tenuto l'estate scorsa. Una volta saliti sulla Diciotti, quei migranti erano responsabilità dello Stato, e dunque se sono stati maltrattati, è il governo a doverne rispondere.

     

    Non solo: la sfida di Salvini ai magistrati è diventata vero e proprio dileggio quando aprì l'avviso di garanzia in diretta Facebook, manco fosse una busta di Mike Bongiorno. Seguì simile scenetta per la richiesta di archiviazione, e oggi i magistrati sono venuti a chiedere il conto per questi show.

     

    matteo salvini osho processo matteo salvini osho processo

    Quali sono i rischi del processo? Mica pochi: l'accusa di sequestro di persona (aggravato dal suo essere ''un pubblico ufficiale con abuso di poteri inerenti alle sue funzioni'') lo espone a una pena da uno a dieci anni. Se la condanna supera i cinque anni, scatta automaticamente l'interdizione dai pubblici uffici. In più, la legge Severino stabilisce la sospensione dalla carica fino a 18 mesi (anche dopo il primo grado), nonché l'ineleggibilità per chi ha condanne - definitive - superiori ai due anni (vedi Berlusconi con i 4 anni del caso Mediatrade).

     

    E se i grillini hanno un'intesa cordiale con le toghe e hanno scelto come nume tutelare Piercamillo Davigo, vera anima di Mani Pulite e fino al 2017 presidente dell'Associazione Nazionale Magistrati, con la Lega il rapporto è glaciale.

    GIULIA BONGIORNO MATTEO SALVINI GIULIA BONGIORNO MATTEO SALVINI

     

    Così la Bongiorno ha preso il controllo della situazione e scritto la lettera. Salvini l'ha firmata ed è stata inviata al ''Corriere''.

     

    E' qui che entra in gioco il Rasputin del governo, Rocco Casalino, che afferra Conte e come in un quadro di Goya gli fa strappare la camicia, lo mette davanti al plotone di esecuzione che mirava su Salvini e gli fa dire: ''Mi prendo la piena responsabilità delle decisioni sulla Diciotti''.

     

    davigo davigo

    La mossa è concertata con Di Maio, che dopo mesi di schiaffi e sondaggi in calo può ribaltare la situazione a suo favore: ora è lui che può lasciar rosolare l'alleato di governo in un brodo di incertezza. Sui giornali si è letto oggi che la Giunta per le autorizzazioni del Senato (guidata da Gasparri) ha una settimana per sentire Salvini o ricevere da lui memorie difensive, e deve esprimere un parere da presentare all'Aula entro trenta giorni, dunque prima del 23 febbraio. A quel punto c'è un altro mese per il voto di tutto il Senato, con il quale si arriva a fine marzo.

     

    Sui giornali però non ci pare di aver letto il comma 7 dell'articolo 135 del Regolamento del Senato, che recita:

    I MIGRANTI SBARCANO DALLA DICIOTTI I MIGRANTI SBARCANO DALLA DICIOTTI

     

    7. La Giunta deve riferire al Senato nel termine di trenta giorni dalla data di assegnazione della domanda, salvo che le sia stato concesso, e per una sola volta, un nuovo termine che non può superare quello originario.

     

    Dunque la Giunta può chiedere una proroga di altri trenta giorni prima di dover riferire all'Aula. In questo caso – ed è questo il piano di Casalino/Di Maio – si arriva a fine aprile. Peraltro un periodo in cui tra Pasqua e Pasquetta (21-22), 25 aprile e 1 maggio c'è un bell'ingorgo di festività, che potrebbero aggiungere altri giorni cruciali all'iter parlamentare.

    giuseppe conte con rocco casalino alla conferenza stampa giuseppe conte con rocco casalino alla conferenza stampa

     

    Di colpo, ci troveremmo a uno sputo delle elezioni europee (26 maggio), e se anche l'Aula votasse contro Salvini, non ci sarebbe né il tempo né l'opportunità politica di una crisi di governo. Ovvero, il governo andrebbe pure in crisi (di nervi), ma Mattarella non si sognerebbe mai di sciogliere le Camere o fare consultazioni per un nuovo esecutivo (con la stessa o una diversa maggioranza) a pochi giorni dalle urne.

     

    ROCCO CASALINO GIUSEPPE CONTE BY LUGHINO ROCCO CASALINO GIUSEPPE CONTE BY LUGHINO

    Tutto slitterebbe dopo il voto, e lì, come dicevano i romani, ci sono i leoni. Nel senso che si entra in un territorio sconosciuto, reso ancora più impervio dai dati Istat sul primo trimestre 2019, che piomberanno a giugno sulla politica italiana, e che già gli esperti danno in profondo rosso. Inutile perciò fare piani che vadano oltre il 26 maggio, utile invece per i grillini lasciare il Truce rosolare più a lungo possibile, anche per recuperare qualche consenso e risvegliare l'anima manettara dell'elettorato 5 stelle.

     

    LUIGI DI MAIO MATTEO SALVINI GIUSEPPE CONTE LUIGI DI MAIO MATTEO SALVINI GIUSEPPE CONTE

    A proposito di ineleggibili, l'intramontabile Silvio (confortato dai numeri della Ghisleri) è convinto che alla fine Salvini alle urne non andrà oltre il 25%. Un risultato che, se lo confrontiamo con le politiche di marzo 2018 (17%) sarebbe un grande successo. Ma se dobbiamo dare retta ai sondaggi di questi mesi, che vedono il leghista in vetta col 34%, si tratterebbe di una bella sconfitta. È tutta una questione di prospettive, e Berlusconi sa come girarle a suo vantaggio. Ed è per questo che – ogni volta che ne ha occasione – Salvini minimizza il grande consenso dei sondaggi. A questo punto può solo danneggiarlo.

     

    di maio conte di maio conte

    Tra processi, sequestri veri o presunti, sondaggi e ripicche, il Banana sogna ancora una rottura dell'attuale governo per tornare in pista: il M5S, pur con la maggioranza relativa, non ha nessuno con cui allearsi. La Lega invece ha Forza Italia, che sarebbe l'ago della bilancia di un esecutivo raccogliticcio nato sulle ceneri del governo Conte. Sogni? Deliri? I giochi sono apertissimi.

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