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    LA RINASCITA DI DE ROSSI - LO DAVANO PER FINITO, CON L’ITALCONTE E’ TORNATO LEADER: “CHI CRITICA A VOLTE NON DISTINGUE UN PALLONE DA UNA NOCE DI COCCO - LA RAGGI? LA SUA VITTORIA ERA NELL’ARIA. ORA TIFO PER LEI. ROMA HA BISOGNO DI UN CAMBIO RADICALE. SPERO NELL'OLIMPIADE DEL 2024"


     
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    Fabio Licari per “La Gazzetta dello Sport”

     

    DE ROSSI DE ROSSI

    Leader azzurro dall' alto delle 105 presenze (il 6 o di sempre) e Civis Romanus: «Da un sindaco donna non mi aspetto niente di diverso che da un uomo. La novità è un movimento nato da 3-4 anni. Ora faccio il tifo per la Raggi come avrei fatto per il sindaco di qualsiasi schieramento: questo non è un torneo, qui si gioca tutti per Roma».

     

    Così Daniele De Rossi, meglio che con un gol, spiega il bel momento che sta vivendo in Francia: tornato al centro della Nazionale, la condizione fisica recuperata, un ruolo fondamentale negli equilibri della difesa «più forte del mondo», un figlio a fine agosto, una serenità a lungo mancata.

    Dopo una stagione non esaltante, questo bel momento in Nazionale: c' è una spiegazione psicologica, fisica o cosa?
    «Lo dite voi che passeggiavo in campo, la mia stagione è stata positiva: non giocavo per gli infortuni, ma questo si dimentica. Ho fatto buone partite, ma quando si vinceva senza di me si diceva: "è fatta, ce lo siamo tolti di torno"…».

     

    Il suo rapporto con Roma?

    de rossi de rossi

    «Ottimo. Ho imparato a non guardare troppo alle critiche. A Roma chi dà certi giudizi spesso non sa di cosa parla, non distingue un pallone da una noce di cocco. So che queste parole non mi aiuteranno, ma non ho mai cercato di vendermi dietro le quinte. Adani ha detto: pensateci due volte, prima di dare giudizi su un giocatore, ci sono ore di sacrifici dietro. Se mai un giorno dovessi fare questo lavoro, me ne ricorderei sempre».

    Le spiace che si dica che è una Nazionale con poco talento?
    «Non abbiamo individualità che "rubano l' occhio", Hazard, Ibra, ma altre qualità sì: compattezza, gruppo, ricambi all' altezza. Magari certe squadre hanno fenomeni ma poi c' è un divario con chi subentra. All' inizio è stato meglio non avere le luci addosso. Ora però abbiamo svelato le nostre carte».
     

    Non è che la stella è il c.t.?

    «Se parli di Conte rischi di passare per ruffiano. Ma per noi è equilibrio e organizzazione: più importante di chi fa grandi giocate. Mi avrebbe sorpreso se fosse rimasto a lungo: è un animale da campo. Si vedono i risultati di Coverciano, nei secondi tempi corriamo molto, abbiamo aggressività e resistenza».
     

    DE ROSSI DE ROSSI

    De Rossi è una stella?

    «Ho fatto la mia carriera, le stelle sono altre: Ibra, Pirlo, Iniesta…».

     

    Partita inutile con l' Irlanda?

    «No. Loro avranno tutte le motivazioni del mondo. Ma chi di noi subentra vorrà fare bella figura e partecipare personalmente: siamo calciatori e quindi un po' egoisti».
    Si sente il quarto difensore? «Quei tre e Gigi sono la miglior difesa del mondo, complementari tra loro ed eccellenti uno per uno. Contagiati dalla mentalità di Conte alla Juve. Io faccio il mediano davanti a loro, non sono Iniesta ma mi marcano a uomo: forse mi scambiano per qualcun altro».

    Quello italiano sarà uno stile come quello spagnolo o tedesco?
    «Gli esteti si specchiano nella Spagna, ma poi bisogna vincere. Il Leicester sarebbe dimenticato se avesse perso la Premier».
     

    de rossi de rossi

    Sorpreso dalla vittoria della Raggi?

    «No, era nell' aria. In bocca al lupo, a Roma abbiamo bisogno di un cambio radicale: le macerie sono pesanti da smaltire. Spero nel 2024 di assistere all' Olimpiade e godermi i miglioramenti della città».

     

    2. L’ONDA AZZURRA E’ ANCHE UNA SQUADRA DI SECONDE LINEE

    Alessandro Bocci per il “Corriere della Sera”

     

    L' onda azzurra è anche una squadra di seconde linee smaniose di prendersi la scena. Domani sera a Lille contro l' Irlanda gioca l' Italiadue e l' obiettivo è molteplice: continuare la striscia di 4 vittorie comprese le amichevoli e mettere in difficoltà Conte in vista dell' ottavo di finale.

     

    Secondo Daniele De Rossi, che dovrebbe consegnare la regia a Thiago Motta, «la Nazionale non ha spiccate individualità del valore di Hazard e Ibrahimovic, però compensa con la compattezza, la forza del gruppo e la qualità dei ricambi. Dentro la nostra squadra c' è un grande equilibrio tra chi gioca e chi subentra».
     

    daniele de rossi daniele de rossi

    Insomma, a sentire Danielino, che sembra tornato quello dei tempi belli, nessuno ha una panchina forte come quella dell' Italia. E chi giocherà domani sera ha una bella responsabilità. Conte sembra intenzionato a cambiare nove uomini rispetto alla Svezia, confermando solo l' eterno Barzagli nel cuore della difesa e Florenzi in mezzo al campo anche se il romanista a Tolosa aveva fatto l' esterno sinistro e stavolta dovrebbe essere impiegato come interno.

     

    Una rivoluzione annunciata. Scelte decise, ma pesate e passibili di qualche aggiustamento nell' allenamento di questa mattina. Sirigu sarà promosso al posto di Buffon, che ha appena smaltito un attacco febbrile e si ripresenterà a Parigi; Thiago Motta sarà il regista nonostante sia diffidato; Darmian verrà recuperato sulla linea dei difensori; Zaza e Immobile, titolari nella prima Italia di Conte, quasi due anni fa a Bari contro l' Olanda, gli attaccanti di riferimento. Il dubbio è sulle fasce: più De Sciglio a destra e El Shaarawy a sinistra che Bernardeschi a destra e il milanista a sinistra.
     

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    In ogni caso sarà un' Italia nuova e più giovane. L' età media, sia con El Sha che con Berna , si abbassa drasticamente: oltre 31 anni nelle prime due partite, appena sopra i 27 contro i verdi irlandesi. De Rossi, come una vecchia chioccia, benedice il rinnovamento ma avvisa:

     

    «Bisogna vincere per essere ricordati». Gli uomini di scorta dovranno togliersi in fretta la ruggine e calarsi nella magica atmosfera dell' Europeo.

    La sfida con l' Irlanda può diventare per molti di loro un prezioso trampolino di lancio verso gli ottavi. Conte spera che l' Italia non sia una meteora e intende allargare il gruppo per fronteggiare stress e fatica.
     

    El Shaarawy e Bernardeschi vogliono dimostrare all' allenatore di essere pronti nell' ipotesi in cui Candreva non dovesse recuperare per Parigi, Zaza e Immobile di essere bravi anche dall' inizio e non solo a gara in corso, Darmian potrebbe riprendersi il vecchio posto sulla fascia perso con la Svezia, Ogbonna non vuole far rimpiangere Bonucci e Chiellini.

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    Thiago, che soffre più di tutti i ritmi altissimi negli allenamenti, cerca una riscossa personale. Sirigu, invece, considera l' Irlanda una specie di vetrina perché è stufo della panchina e vorrebbe lasciare il Psg per tornare in Italia e giocare titolare. Ci sono mille motivi dietro una partita che solo all' apparenza vale zero. Conte la vuole vincere ad ogni costo e martella il gruppo: perché il filo della rinascita azzurra non può spezzarsi proprio adesso.
     

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