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    DICIOTTI POLITICO – L’ANNUNCIO DI DI MAIO A “NON E’ L’ARENA”: “IL M5S VOTERA’ SÌ ALLA RICHIESTA DI PROCESSO A SALVINI MA I MINISTRI PENTASTELLATI TESTIMONIERANNO PER LUI: FU UN’AZIONE DI TUTTO IL GOVERNO” – IL VICEPREMIER LEGHISTA TIRA DRITTO: "IO PROCESSATO? SONO PRONTO, HO LA COSCIENZA A POSTO" - MA LA MAGGIORANZA SI AVVIA A ESSERE DIVISA IN AULA. ECCO PERCHE' - VIDEO


     
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    Diodato Pirone per “il Messaggero”

    conferenza stampa su reddito di cittadinanza e quota 100 28 conferenza stampa su reddito di cittadinanza e quota 100 28

     

    L' annuncio è un po' contorto ma la notizia è chiara: il M5S voterà sì alla richiesta di processo a carico del ministro dell' Interno Matteo Salvini per il blocco dello sbarco dei migranti della Diciotti, ma nel corso del processo - se ci sarà - i ministri pentastellati testimonieranno che quella decisione fu di tutto il governo italiano.

     

    Ecco le parole pronunciate dal ministro dello Sviluppo e leader M5S, Luigi Di Maio, durante la trasmissione Non è l' arena su La7: «Il governo italiano si oppose allo sbarco dalla Diciotti finché l' Europa non avesse detto dove dovessero andare le persone a bordo. Fu una decisione del governo tutto». E poi: «Salvini ha detto io mi voglio far processare. Sarò il primo a dire che fu una decisione del governo. Si sta provando a scardinare il Movimento dalla Lega e far cadere il governo, è il gioco che si fa ogni giorno», ha aggiunto. Alla domanda su quale sarà il giudizio del M5S su Salvini, Di Maio ha risposto: «Che facciamo? Gli facciamo un dispetto e gli votiamo contro?». Intendendo con queste parole che il M5S voterà a favore della richiesta di processo visto che Salvini ha detto più volte che non teme d' essere processato.

    conferenza stampa su reddito di cittadinanza e quota 100 11 conferenza stampa su reddito di cittadinanza e quota 100 11

     

    IL PUNTO La posizione di Di Maio era stata anticipata in qualche modo da un altro esponente di peso del M5S, Alessandro Di Battista, anche lui in televisione ma su rete Mediaset. «Sulla vicenda Diciotti Salvini dovrebbe rinunciare all' immunità evitando che il Parlamento si pronunci sulla richiesta della magistratura», ha detto Di Battista a Domenica live su Canale 5.

     

    «L' atteggiamento del M5s -ha aggiunto- lo deciderà il capo politico del Movimento (Di Maio non aveva ancora parlato, ndr) e i gruppi parlamentari. Comunque credo che difficilmente il M5s potrebbe permettersi di negare l' autorizzazione anche se si è trattato di una decisione condivisa da tutto il governo, quindi anche da Di Maio e Toninelli». «Credo - ha poi chiosato Di Battista - che un sacco di persone che vorrebbero contrastare Salvini gli fanno dei grossi favori».

    E Salvini? Sul caso Diciotti per tutta la giornata di ieri è sembrato voler spegnere i focolai di crisi.

     

    CONTE SALVINI DI MAIO BY SPINOZA CONTE SALVINI DI MAIO BY SPINOZA

    LA COSCIENZA «Abbiamo tanto da fare, quindi non ci sono crisi di governo dietro l' angolo, io sono tranquillo», ha assicura il leader della Lega mostrando ancora una volta di voler fare del processo Diciotti un caso politico anche con un accenno «alla magistratura che vuol fare politica». Poi ha precisato sibillino: «Il Senato giudicherà se sto facendo bene».

     

    In serata in un comizio in Abruzzo, a Sulmona, dove fra due settimane si vota per le regionali, Salvini ha precisato.

     

    «Io processato perché ho difeso i confini del mio Paese? Sono pronto, non ho alcun problema». «Ho la coscienza a posto» e «non ho alcuna intenzione di mollare». L' autorizzazione a procedere? «Non ho bisogno di essere protetto da nessuno».

    Non è mancata neppure la battuta di rito: «Se mi arrestano portatemi i confetti che so che da queste parti sono buoni».

     

    Fin qui le prese di posizione dei leaders. In realtà però non sembrano del tutto scongiurati i rischi di una spaccatura interna al M5S. Di qui possibili tentativi di tirare per le lunghe l' esame del dossier che dovrebbe iniziare mercoledì 30 gennaio con la prima convocazione della Giunta per le immunità del Senato che avrà appunto sul tavolo il dossier dell''autorizzazione a procedere nei confronti del vicepremier leghista.

    MATTEO SALVINI LUIGI DI MAIO GIUSEPPE CONTE MATTEO SALVINI LUIGI DI MAIO GIUSEPPE CONTE

     

    La linea del si al processo - che sarà seguita dal Pd - non è detto che convinca tutti i senatori pentastellati perché potrebbe sembrare una sconfessione della linea del governo sui migranti. Del resto i voti sul dossier saranno palesi e si sa che Forza Italia e una parte dei sentaori del gruppo misto sono contrari alla richiesta di processo presentata dalla magistratura siciliana.

     

    I numeri in Giunta, dove si voterà entro 30 giorni dall' apertura della discussione, sono stretti. Elemento, quest' ultimo, che potrebbe acuire i malumori interni al M5S.

     

    2 - I DUBBI DEI GRILLINI IN GIUNTA E MATTEO DEPOSITA LA MEMORIA

    Simone Canettieri per “il Messaggero”

     

    SALVINI CON IL PUPAZZO DI DI MAIO SALVINI CON IL PUPAZZO DI DI MAIO

    Il braccio di ferro dentro la maggioranza gialloverde si gioca sul filo del finto equivoco: vai avanti, poi ti seguo. Il M5S difende l' azione di Salvini sulla Diciotti - «era la linea del governo» - e invita il ministro dell' Interno a farsi processare. Dunque a rinunciare all' immunità. Nel frattempo, è proprio Di Maio con un agile gioco di parole a spiegare che «non gli farà un dispetto e dunque non gli voteremo contro». Sicché i grillini diranno sì all' autorizzazione a procedere, come vuole la loro tradizione.

     

    Al contrario però di quanto sostengono i leghisti e il resto del centrodestra che sono per il no.

    Perché, come spiegano gli uomini più vicini a Salvini, «non può essere un magistrato a dettare la linea del governo».

    ALESSANDRO DI BATTISTA OSPITE DI BARBARA DURSO ALESSANDRO DI BATTISTA OSPITE DI BARBARA DURSO

    E quindi, al di là della tattica, la maggioranza gialloverde si avvia a essere divisa in Aula, quando la pratica sbarcherà a Palazzo Madama. Ma prima, però, dovrà esserci un voto della giunta per le autorizzazioni.

     

    E qui invece spuntano le sorprese. Gli esponenti del M5S non sono affatto convinti della richiesta del Tribunale dei ministri. Dice al Messaggero la senatrice pentastellata Elvira Lucia Evangelista, membro dell' organismo: «Per me e per i miei colleghi viene prima l' aspetto tecnico-giuridico, poi quello politico.

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    Al di là dunque delle indicazioni del mio partito, del M5S, che finora è uscito con dichiarazioni non di merito». Non è scontato dunque il sì dei grillini. Anzi.

    «Ci sono - continua Evangelista - delle questioni tecniche da valutare in maniera approfondita.

     

    Nulla è ancora deciso. Questa settimana avremo le idee più chiare». Dunque da una parte ci sono i dubbi tecnici dei grillini che siedono nella giunta per le autorizzazioni, dall' altra il resto dei senatori pentastellati che sono pronti, come da prassi, a non ostacolare il lavoro della magistratura. Raccontava ieri un autorevole esponente del M5S: «Al Senato ci spacchiamo e Salvini rischia sul serio di essere processato, poi li si apre un altro scenario: non credo che farà cadere il governo, ma utilizzerà la vicenda per le elezioni europee». Il verdetto dell' Aula infatti è atteso intorno alla terza settimana di marzo.

     

    matteo salvini luigi di maio matteo salvini luigi di maio

    LA CONTROMOSSA Intanto, è già arrivata la relazione - o meglio la memoria difensiva - del ministro Interno. Nella quale si mette in evidenza che la scelta di bloccare lo sbarco «venne presa dell' interesse dello Stato» e di comune accordo con «il resto del governo». Una scheda che si aggiunge alle 50 pagine del Tribunale dei ministri. Cartelline che da questa settimana inizieranno a essere studiate, in attesa che mercoledì il presidente della giunta, l' azzurro Maurizio Gasparri, inizi a istruire la pratica. Anche se Salvini dovesse rinunciare all' immunità ci saranno lo stesso i due voti - giunta più Aula - quindi il rischio del frontale dentro la maggioranza che sostiene il governo è palpabile. I leghisti aspettano le contromosse degli alleati, che ormai iniziano a essere molto chiare. Diversi esponenti di peso del Carroccio in queste ore stanno sostenendo un ragionamento semplice: «Vanno bene i principi del M5S, ma ci aspettiamo lealtà dai contraenti del contratto. Perché oggi potrebbe accadere a noi, e domani a loro».

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