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    DITE A SACCOMANNI CHE LA RECESSIONE È FINITA, SÌ, MA IN EUROPA - IN ITALIA ANCORA -0.2% NEL TRIMESTRE


     
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    Luigi Grassia per "La Stampa"

    fabrizio saccomanni direttore big xfabrizio saccomanni direttore big x

    Dopo tanta pena si avvicina in Europa la fine della recessione e si vede un accenno (soltanto un accenno) di ripresa dell'economia, anche se per adesso si tratta solo di un fatto statistico e i benefici sull'occupazione si faranno ancora attendere, soprattutto in Italia. Comunque i numeri hanno una loro forza e dicono che nel secondo trimestre 2013 il prodotto interno lordo è cresciuto dello 0,3% sia nei 17 Paesi dell'Eurozona (cioè quelli che hanno adottato l'euro come moneta comune) sia nella più vasta Ue a 27.

    Si tratta di un rimbalzo, il primo dato positivo dopo sei trimestri consecutivi di Pil in calo. Per decretare ufficialmente la fine della recessione i trimestri di ripresa dovranno essere due consecutivi (così dicono i manuali). Comunque il segno più c'è nel secondo semestre rispetto al primo del 2013, mentre se si fa il confronto annuale siamo ancora in negativo, e non di poco: rispetto al secondo trimestre 2012, il prodotto interno lordo fa -1,1% nell'Eurozona e -0,7% nella Ue complessiva.

    Olli RehnOlli Rehn

    In un caso e nell'altro si tratta di medie e ci sono forti differenze fra le prestazioni economiche dei singoli Stati; al +0,3% dell'Europa corrisponde ancora un -0,2% per l'Italia. La raffica di numeri della stima flash di Eurostat dice che solo sei Paesi sono ancora in calo: oltre all'Italia, segnano -0,1% la Bulgaria, la Spagna e la Svezia, -0,2% l'Olanda e -1,4% Cipro. Invece fra i Paesi in ripresa figurano il Portogallo, un «pig» che risulta addirittura il migliore in assoluto con +1,1% seguito da Germania, Repubblica Ceca e Finlandia con +0,7% e da Gran Bretagna e Lituania +0,6%.

    Tanto per farsi i fatti degli altri, Eurostat dà anche le cifre del secondo trimestre degli Stati Uniti dove il Pil è cresciuto nel trimestre dello 0,4%. In fase di sviluppo anche il Giappone: +0,6%.

    Per completare il discorso sull'Italia, l'Eurostat ci vede ancora arrancare perché il -0,2% segue il -0,6% nei primi tre mesi dell'anno. Comunque è evidente che la curva negativa si sta appianando. Resta molto brutto il dato annuale, visto che comparando il secondo trimestre del 2013 con gli stessi mesi dell'anno precedente il calo è del 2%. Però la ripresa economica degli altri Paesi europei è una buona notizia anche per noi: questi Stati sono nostri clienti, comprano le nostre merci, e se le loro economie ricominciano a crescere presto trascineranno all'insù anche la nostra.

    DISOCCUPAZIONEDISOCCUPAZIONE

    Commenta il commissario europeo agli Affari economici, Olli Rehn: «La crisi non è ancora finita ma l'economia europea sta gradualmente acquistando slancio, e ci sono alcuni timidi segnali che la tendenza al ribasso del lavoro sta cominciando a invertirsi». Sulla base dei nuovi dati, Rehn conferma che «ci sarà una lieve ripresa nella seconda metà del 2013», mentre «per il prossimo anno le nostre proiezioni mostrano un recupero che dovrebbe essere su una più solida base». E piano piano dovrebbe beneficiarne anche l'occupazione, ma con l'Italia (purtroppo) sempre come fanalino di coda.

     

     

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