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    LA GENTE STA FUORI DI TEST’ - INNOCUA DOMANDA SULL’OMOSESSUALITÀ NEI TEST DI MEDICINA, E LE PREFICHE GLOBALI STREPITANO: OLTRAGGIO! NON PUÒ MANCARE L'OPINIONE DELLA NOTA SCIENZIATA VALERIA FEDELI: ‘VIA QUELLA DOMANDA’ - MA I FATTORI GENETICI O AMBIENTALI LEGATI ALLA SESSUALITÀ SONO STUDIATI IN TUTTE LE UNIVERSITÀ DEL MONDO, PRETENDERE DI IGNORARLI È ESATTAMENTE IL CONTRARIO DEL METODO SCIENTIFICO…


     
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    Alessandro Mondo per La Stampa

     

    Una domanda, una bufera.

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    La domanda, «Quali delle seguenti percentuali rappresenta la migliore stima del verificarsi dell' omosessualità nell' uomo?», era contenuta nel Progress Test nazionale con il quale ieri si sono cimentati oltre 30 mila studenti di Medicina in tutta Italia. La bufera - annunciata dal contrattacco di Marco Grimaldi, segretario regionale di Sinistra Italiana in Piemonte, e Cathy La Torre, attivista Lgbt e vicepresidente del Movimento identità transessuale («Vogliamo sapere se la comunità medica italiana ritiene ancora che l' omosessualità sia una malattia») - ha raggiunto il culmine quando è arrivata la censura del ministro Valeria Fedeli.

     

    Il test - nato nel 2008 e pensato per valutare, attraverso una serie di domande a risposta aperta il grado di preparazione degli studenti durante l' iter universitario (e di conseguenza la validità dell' insegnamento dei docenti) -, rimanda alla Conferenza dei presidenti dei Collegi didattici dei Corsi di Laurea in Medicina e Chirurgia delle università italiane: la quale, a sua volta, riceve il test dall' Università della Pennsylvania (a quella latitudine se ne occupa il professor Alfred Tenore), già tradotto in italiano. Perché da quella Università?

    VALERIA FEDELI VALERIA FEDELI

     

     «Perché è leader mondiale nella preparazione di test - spiega Roberta Siliquini, presidente del corso di laurea in Medicina a Torino e membro della Conferenza -. Oltretutto, il fatto di riceverlo dagli Usa e di girarlo direttamente agli studenti garantisce la massima riservatezza ed evita fughe di notizie». Una domanda improvvida? «Forse, ma non si parla di patologia: si chiede la prevalenza nella popolazione, io la leggo così. In compenso, mi chiedo se in Italia si può ancora parlare di omosessualità o se è un tabù».

     

    Mentre secondo Guido Giustetto, presidente dell' Ordine dei Medici di Torino e provincia, andava evitata: «In un test rivolto a studenti di Medicina la domanda rende l' idea che l' omosessualità sia da considerare una patologia, mentre oggi anche dal punto di vista medico si è convinti che l' orientamento sessuale non vada trattato in termini medici».

     

    festa di laurea valeria fedeli festa di laurea valeria fedeli

    Dello stesso avviso la ministra dell' Università e della Ricerca. «È di una gravità inaudita che sia stata inserita una simile domanda - tuona Valeria Fedeli -. È francamente incredibile e a dir poco inaccettabile che l' omosessualità sia stata inserita nella categoria delle malattie. Mi auguro che la Conferenza dei corsi di laurea in Medicina elimini quel vergognoso quesito, che le risposte ad esso date non siano tenute in considerazione ai fini della valutazione, e che il responsabile di quanto accaduto sia adeguatamente sanzionato».

     

    omosessualita in grecia omosessualita in grecia

    Dal Miur precisano che il Progress test non ha nulla a che vedere con l' esame di Stato in Medicina. «Discriminazioni, totale mancanza di rispetto, simili livelli di ignoranza sono elementi con cui mai vorremmo venire a contatto - conclude Fedeli -: tanto meno nelle università italiane, luoghi deputati non solo alla conoscenza ma all' alta formazione , con tutto quel che questo significa: in termini culturali e di civiltà».

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