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    AMORE E MORTE - ‘È L’UNICA COSA BELLA CHE MI È SUCCESSA NELLA VITA’. COSÌ HA PENSATO BENE DI UCCIDERLA - IL PROFESSORE 50ENNE DI MESTRE AVEVA SCOPERTO CHE LA SUA EX ERA INCINTA DI UN SUO COETANEO. LI INVITA A CENA, LI NARCOTIZZA E LI AMMAZZA - POI PROVA A DISFARSI DEI CADAVERI, MA IL SANGUE È TROPPO. CAPISCE DI NON AVERE SCAMPO, E CHIAMA LA POLIZIA


     
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    Giampaolo Visetti per La Repubblica

     

    STEFANO PERALE STEFANO PERALE

    «L' unica cosa bella che mi è successa nella vita». Il professor Stefano Perale quasi si vergognava di parlare con i rari amici del tesoro che aveva smarrito. A cinquant' anni una ragazza di trenta che spazza via la solitudine, assieme alla sensazione di aver già perso tutto senza aver avuto mai niente, segna il confine tra un commiato e un riscatto.

     

    Due generazioni però, sommate alla distanza emotiva tra Venezia e Mosca, sono un abisso. Perale sognava che Anastasia potesse volergli bene, sposarlo, diventare una famiglia. L' economista Shakurova sapeva invece che il senso di una relazione è finire. I giovani possono cambiare, è la loro forza: gli altri no.

     

    Anastasia poi da cinque mesi aspettava un bambino, aveva scelto di tenerlo e il padre non era lui, il suo ex professore. Non era un segreto, a Pasqua lo aveva detto in casa.

    anastasia shakurova anastasia shakurova

     

    Era felice perché stava per diventare una mamma: il sogno della vita che a lui aveva negato. «Gli ultimi due anni - dice l' avvocato difensore Matteo Lazzaro - sono stati segnati da una profonda sofferenza. E non mi riferisco all' incapacità di gestire un distacco ».

     

    L' orrore di una strage camuffata da invito a cena, dell' improvvisa metamorfosi di un uomo buono che si scopre assassino spietato: per questo la notte di domenica il "formatore d' inglese" di Mestre che lottava invano per restare un ragazzo si è ritrovato con sonnifero e cloroformio in una mano, con una spranga di acciaio nell' altra.

     

    biagio bonomo biagio bonomo

    Davanti a lui, un braccio attorno al collo della «sua» Anastasia, l' ingegner Biagio Buonomo, 31 anni di Ischia, genio della progettazione di jet per l' aeronautica italo-russa. Tre persone con gli occhiali e l' orgoglio di una laurea, accomunate dallo stipendio di quella che un tempo si definiva piccola borghesia, ma divise da un cronometro che non concede recuperi. «Li ho uccisi - ha detto il professor Perale alla polizia - venite qua».

     

    Poi ha chinato la testa. Ha lasciato che gliela nascondessero sotto una coperta per proteggerlo dagli occhi dei vicini e di una madre che non lo conoscevano. Da quell' istante non ha più detto niente. Sul pavimento, la ragazza che lo aveva illuso di essere ancora vivo. Dentro di lei, la creatura concepita con il coetaneo che non le aveva lasciato scampo.

     

    In cortile, oltre il lago di sangue arrivato fino all' ingresso, il corpo del ragazzo colpevole di essere ciò che lui non era riuscito a ritornare. La sintesi dell' accusa è già una sentenza: duplice omicidio premeditato, con l' aggravante del ricorso al veleno.

    anastasia shakurova anastasia shakurova

     

    Ora potrebbe essere riformulata in un terribile «triplice omicidio», ma prima che si chiuda il cancello della prigione di Santa Maria Maggiore resta molto da capire. Quarantotto ore prima della trappola infatti il professor Perale, 110 e lode in Lingue a Ca' Foscari, master negli Usa e docenza in Cina, si era già silenziosamente congedato dagli allievi del "Do you spritz English", aperitivo-lezione all'"F30 Coffee Bar", due passi dalla stazione veneziana di Santa Lucia.

     

    Le solite risate, le barzellette per familiarizzare con l' inglese e con gli studenti, qualche "ombra" di prosecco per cacciare la tristezza assoluta della mezza età e quel pensiero che non voleva andare via. «È terribile - trapela dagli inquirenti - ma ci ha detto che in mezzo a tutta quell' apparenza di allegria e di mitezza, aveva già deciso di provare a se stesso di saper diventare un uomo che uccide». Ed è andata così.

    la madre del killer di mestre la madre del killer di mestre

     

    Il professor Perale, 50 anni di Mestre, lasciato un anno fa dall' economista Anastasia Shakurova, 30 anni di Mosca, invita a cena la sua ex con l' ultimo fidanzato, l' ingegner Biagio Buonomo, 31 anni di Ischia, papà del bambino che già si muove nel pancione di lei. Al primo piano della sua decorosa palazzina di periferia versa il sonnifero proprio nel primo «do you spritz», il brindisi che avrebbe dovuto celebrare l' amore mutato in amicizia. Sul web si è procurato il cloroformio. Appena la coppia perde i sensi preme uno straccio zuppo di veleno sul naso e sulla bocca dell' uomo, crollato in cucina.

     

    la madre del killer di mestre la madre del killer di mestre

    «Lui si risveglia - recita il referto dell' autopsia effettuata dall' anatomopatologo Antonello Cirinelli - prova a resistere. Viene massacrato con cinque sprangate che gli spaccano il cranio». Allora tocca ad Anastasia, non importa se è incinta. La soffoca in camera da letto, priva di sensi, certo che la sua bocca non implorerà di risparmiare la vita almeno a chi non ha avuto il tempo di annusare il mondo.

     

    stefano perale stefano perale

    Sono quasi le 3 del mattino, prova a far sparire i cadaveri.

    Trascina l' ingegner Buonomo in cortile. Capisce di non farcela perché un professore di cinquant' anni può scoprire di essere un assassino mosso da un equivoco sull' amore e sulla giovinezza, ma non riesce a mutare in un killer. La laguna rischiara, è troppo tardi, scopre di essere debole, i corpi dei giovani capaci davvero di volersi bene pesano già più della sua colpa.

     

    Tutto è finito, il professore di inglese modello Stefano Perale telefona alla polizia per pagare il suo conto. «In Italia non mi trovo più - lascia scritto su Facebook - vedo solo precarietà e sfruttamento. Sogno di andarmene per sempre in Australia». Anastasia non ha accettato di accompagnarlo, ha incontrato Biagio e la meraviglia della vita.

     

    doppio omicidio a mestre doppio omicidio a mestre

    A lui non è rimasto che scegliere un altro viaggio. Adesso si è risvegliato, vede che «l' unica cosa bella successa nella vita» sancisce anche la sua fine. In carcere, per evitare che si suicidi, gli agenti non possono non guardarlo anche quando fa buio.

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