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    M’ARRAZZO, CHE SOLLAZZO! - I QUATTRO CARABINIERI IMPUTATI PER IL PRESUNTO RICATTO A MARRAZZO SVELANO CHE IL “VIZIETTO” DELL’EX GOVERNATORE ERA NOTO: “IN CASERMA GIRAVA VOCE DA GIORNI CHE IL PRESIDENTE FREQUENTASSE TRANS IN ZONA TOMBA DI NERONE. A NOI LA SEGNALAZIONE ARRIVO’ DA CAFASSO. E FU SUA L’IDEA DI VENDERE IL VIDEO” - COSA VUOLE DIRE IL CARABINIERE SIMEONE QUANDO SOSTIENE “SE SI POTESSE VEDERE IL VIDEO SENZA TAGLI, OGGI PARLEREMMO DI ALTRO…”?


     
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    1 - "VOLEVAMO FAR SOLDI CON IL VIDEO DI MARRAZZO"

    1 marrazzo lapresse 1 marrazzo lapresse

    Francesco Salvatore per “la Repubblica - Roma”

     

    «Nessuna estorsione» ma un tentativo non andato in porto «di fare gossip». Di «vendere» a giornali o agenzie fotografiche, in cambio di denaro, il video che immortalava l'ex presidente della Regione Piero Marrazzo in un appartamento in via Gradoli insieme a una transessuale. Una manovra che non ebbe seguito «perché i 40mila euro che ci furono offerti, dall' agenzia Masi di Milano, erano troppo pochi».

     

    cafasso by GMT cafasso by GMT

    Parla per la prima volta in aula uno dei 4 carabinieri imputati per il ricatto a Marrazzo. Luciano Simeone ha ricostruito il blitz del 3 luglio 2009 in casa della trans Natalì, quando insieme a un collega immortalarono con il cellulare l' ex presidente della Regione, per poi, secondo l'accusa, ricattarlo.

     

    l albergo sulla salaria dove è morto Cafasso GMT Mezzelani l albergo sulla salaria dove è morto Cafasso GMT Mezzelani

    «In caserma girava voce da giorni che il presidente frequentasse transessuali in zona Tomba di Nerone - ha esordito l' ex militare della caserma Trionfale - quel giorno arrivò al mio collega Tagliente, una segnalazione da parte di un informatore, Gianguarino Cafasso», poi deceduto tre mesi dopo (per l'omicidio è imputato il carabiniere, Nicola Testini).

    Natalie - trans marrazzo - foto Ferrario-GMT Natalie - trans marrazzo - foto Ferrario-GMT

     

    «Quando entrammo - ha proseguito - sul tavolo c' era un piatto con della polvere bianca. E poi soldi dappertutto, circa 20mila euro. Da una camera uscì Marrazzo: era in stato confusionale». E, «perché il video?», ha chiesto il pm Edoardo De Santis: «Non c'era stato nessun reato ma era una cosa più grande di noi. Marrazzo ci diceva: "Questa cosa potrebbe creare problemi a voi e a me". Allora filmammo».

     

    2 - «NON VOLEVAMO RICATTARE MARRAZZO»

    Adelaide Pierucci per “il Messaggero”

     

    NATALIE TRANS FORMATA IN MARYLIN NATALIE TRANS FORMATA IN MARYLIN

    Questione di gossip, non un ricatto. Il carabiniere accusato di aver filmato nel luglio 2009 l'allora presidente della Regione, Piero Marrazzo, in slip e camicia nella casa del trans Natalì, per estorcergli denaro insieme a due colleghi della compagnia Trionfale, ieri, in aula ha provato a difendersi.

     

    NATALIE NATALIE

    «Il video - ha detto Luciano Simeone, sospeso dal servizio - lo abbiamo girato non per ricattare ma a nostra tutela, per documentare quanto trovato in casa. Non sapevamo di trovare lì il governatore. Rimanemmo stupiti». «Su un piattino c'era meno della sostanza bianca che poi buttammo in bagno e soldi dappertutto - ha aggiunto - Ci saranno stati ventimila euro. Il presidente, che non sembrava lucido, ci implorava di non procedere. Non ci sono reati, ripeteva.

     

    condominio di via Gradoli 96, a Roma, dove sarebbe avvenuto l'incontro tra il presidente della Regione Lazio, Piero Marrazzo, e un transessuale di origini brasiliane (foto di Benvegnù-Guaitoli) condominio di via Gradoli 96, a Roma, dove sarebbe avvenuto l'incontro tra il presidente della Regione Lazio, Piero Marrazzo, e un transessuale di origini brasiliane (foto di Benvegnù-Guaitoli)

    Avremmo potuto segnalarlo come assuntore alla prefettura. Ma trovandoci davanti a uno degli uomini più potenti d'Italia non sapevamo che fare. Di sicuro il nostro fine non erano i soldi, altrimenti avremmo presi quelli in casa». Gli errori secondo il carabiniere infedele sarebbero stati commessi dopo il blitz in via Gradoli lui e il collega Carlo Tagliente fecero vedere il video al loro confidente Gianguerino Cafasso (poi morto per overdose).

     

    L'IDEA DOPO IL BLITZ

    «E' stata di Cafasso l'idea di commercializzare il video. Provò a venderlo a testate giornalistiche. Alla fine un altro collega, Tamburrini, si mise in contatto con un'agenzia di Milano. Mi sembrava un caso di gossip. Ci proposero 40mila euro, ma ci sembrarono pochi, non accettammo. Anche perché eravamo pedinati dal Ros. Io, il mio collega e il maresciallo Nicola Testini non abbiamo mai chiesto 20mila euro a Marrazzo. Non è vero». A giugno saranno ascoltati gli altri tre carabinieri imputati.

     

    3 - RICORDATE L’INCHIESTA SUI TRANS E PIERO MARRAZZO DEL 2009? - IN TRIBUNALE UNO DEI CARABINIERI IMPUTATO PER ESTORSIONE SI E’ DIFESO: “NON CI SIAMO COMPORTATI IN MODO PROFESSIONALE QUANDO TROVAMMO MARRAZZO IN PIENO STATO CONFUSIONALE. L'ERRORE PIÙ GRANDE FU QUELLO DI AVER TENTATO DI COMMERCIALIZZARE IL FILMATO. MA SE SI POTESSE VEDERE IL VIDEO SENZA TAGLI, OGGI PARLEREMMO DI ALTRO…”

    http://www.dagospia.com/rubrica-29/cronache/ricordate-inchiesta-trans-piero-marrazzo-2009-tribunale-146044.htm

     

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