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    ELKANN SI BEVE MOLINARI – JOHN È FURIOSO CON IL DIRETTORE DI “REPUBBLICA”: GLI HA FATTO UNA BELLA TIRATA D’ORECCHIE PER L’OSSESSIONANTE CAMPAGNA ANTI-MELONI. L’EREDE AGNELLI HA BENE IMPRESSA IN TESTA LA LEZIONE DEL NONNO GIANNI, CHE RIVENDICAVA CON ORGOGLIO LA SUA FILOSOFIA: “SIAMO GOVERNATIVI E ISTITUZIONALI PER DEFINIZIONE”. INVECE, TRA ALLUSIONI SESSUALI E PEZZI DI BERIZZI SULL’ALLARME FASCI, IL GIORNALE DI FAMIGLIA MENA OGNI GIORNO SULLA “DUCETTA”. RISULTATO? PERDE COPIE E LA FA VOLARE NEI SONDAGGI…


     
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    Giovanna Predoni per www.tag43.it

     

    elkann Molinari elkann Molinari

    Si respira una brutta aria nei corridoi che contano di Repubblica, dopo la tirata d’orecchie subita dal direttore Maurizio Molinari e arrivata direttamente per mano del padrone, John Elkann. Motivo del contendere, il trattamento riservato dal quotidiano fondato dal compianto Eugenio Scalfari a Giorgia Meloni, presa di mira con una campagna stampa ad hoc iniziata in concomitanza con l’avvio dell’altra campagna, quella elettorale.

     

    GIORGIA MELONI A BOCCA APERTA - PRIMA PAGINA REPUBBLICA - 26 GIUGNO 2022 GIORGIA MELONI A BOCCA APERTA - PRIMA PAGINA REPUBBLICA - 26 GIUGNO 2022

    Mentre si agita lo spauracchio fascista, la Meloni vola nei sondaggi

    Il continuo sventolio dell’imminente spauracchio fascista che si materializzerebbe con la vittoria del centrodestra a trazione Fratelli d’Italia ha stufato l’editore, che avrebbe chiesto un cambio di linea.

     

    Del resto la Repubblica ha persino sorpassato a sinistra, almeno in tema di anti-melonismo, l’altro giornale del gruppo Gedi, La Stampa del direttore Massimo Giannini. Una presa di posizione considerata prevenuta ed eccessiva da parte di Elkann, non fosse per altro che la battaglia è destinata a essere persa: la Meloni vola nei sondaggi e secondo le fresche rilevazioni di Swg per La7 ha appena raggiunto picchi mai toccati, veleggiando intorno al 25,8 per cento.

     

    La lezione dell’Avvocato Gianni Agnelli: «Noi siamo sempre filo governativi»

    Pare inevitabile insomma che Fdi prosegua col vento in poppa per diventare l’azionista di riferimento della futura maggioranza di destra che guiderà l’Italia, a prescindere dall’eventualità che Giorgia riesca a ricoprire in prima persona la carica di premier.

     

    JOHN ELKANN MAURIZIO MOLINARI JOHN ELKANN MAURIZIO MOLINARI

    E allora, qual è il senso di inimicarsi così tanto il prossimo esecutivo? John si ricorda bene gli insegnamenti che ascoltava in famiglia da giovane e che provenivano dal nonno: Gianni Agnelli ha sempre rivendicato con orgoglio la pragmatica filosofia di casa Fiat, ricordando: «Noi siamo governativi e istituzionali per definizione».

     

    E pazienza se oggi Fca è diventata a trazione francese, il discorso può essere esteso all’altro business di famiglia, quello dei giornali. Senza considerare che molti degli stabilimenti automobilistici strategici per Fca sono ancora in Italia e potrebbero aver bisogno di incentivi e sostegni…

     

    La linea aspra: inchieste sul passato, pericolo di deriva autoritaria, foto estreme

    Da quanto è caduto il governo Draghi, Molinari ha picchiato duro sulla Meloni, ospitando anche in prima pagina la firma di Paolo Berizzi, giornalista da sempre molto attivo sul tema dei rigurgiti neofascisti, e srotolando inchieste sul passato della leader di Fdi, tra «anime nere, uomini della fiamma e impresentabili».

    maurizio molinari si addormenta in diretta al tg2 post 1 maurizio molinari si addormenta in diretta al tg2 post 1

     

    Il pericolo, secondo il quotidiano, sarebbe quello di una svolta autoritaria sul modello orbaniano, con una «internazionale reazionaria al lavoro per piegare le regole delle democrazie occidentali e trasformarle in autocrazie». Addirittura una foto pubblicata in apertura di giornale, con il faccione di Giorgia e il titolo “Il diktat”, è stata accusata di bodyshaming e di contenere allusioni sessuali.

     

    gianni agnelli gianni agnelli

    In edicola le cose non vanno bene: netta crisi di copie rispetto al 2021

    Che dietro questa profonda riflessione del nipote dell’Avvocato sulla linea editoriale ci sia anche la questione della crisi delle copie vendute? Non è un mistero che la Repubblica da tempo vada male: secondo i dati Ads, a giugno 2022 la direzione Molinari garantiva una diffusione, tra cartaceo e digitale, di 134 mila copie, con un inquietante -15 per cento rispetto ai dati di un anno prima.

     

    Guardando le sole vendite in edicola, le cose vanno pure peggio, con 83 mila copie e un -20 per cento alla casella del confronto con giugno 2021. Una strategia che insomma sembra essere lose-lose: non frena l’emorragia di lettori e ha l’unico risultato di inasprire i rapporti con la donna che dal 25 settembre potrebbe governare il Paese. Ecco perché Elkann vorrebbe aggiustare la rotta. Prima che sia troppo tardi.

    intervento di paolo berizzi intervento di paolo berizzi maurizio molinari a dogliani maurizio molinari a dogliani Maurizio Molinari Maurizio Molinari

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