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    EMMA È VERACE E QUINDI MOLTI GIORNALI PATINATI NON LA CONSIDERANO, MA NEL SUO CONCERTO AL PALALOTTOMATICA SI SPOGLIA REALMENTE (TOGLIENDOSI IL REGGISENO NELLA PENOMBRA) E SIMBOLICAMENTE. E NELLA VITA PARLA DI TUTTO, AMMETTENDO VERITÀ CHE ALTRI SUOI COLLEGHI NON AMMETTEREBBERO MAI. TIPO CHE IL SUO DISCO NON VA BENE: ‘L’ESIBIZIONE DAL VIVO È LA MIA VITA, SE DOVESSI SCEGLIERE FAREI SOLO QUESTO’


     
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    VIDEO - EMMA PARLA DELL’ULTIMO DISCO AL PALALOTTOMATICA

     

     

     

     

     

     

     

    Paolo Giordano per www.ilgiornale.it

     

     

    Insomma, ecco le tre Emma. Prima sale sul palco vestita «come nella vita di tutti i giorni». Poi si cambia ed eccola elegante «per temi delicati e cantautorali».

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    Infine è «la regina della notte» che si scatena coccolata da una band capace di suonare come si deve. Per ritornare in tour, l'altra sera al PalaLottomatica di Roma e poi in giro per l'Italia, Emma ha trasformato il palco in un immaginario locale notturno, l'Exit, che diventa il teatro della sua vita, delle sue passioni, delle sue cicatrici.

     

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    Dopo aver vissuto senza fiato, «negli ultimi due anni ho cercato di capire davvero perché faccio questo mestiere», ha spiegato lei esausta dopo il concerto, nel quale si cambia davvero gli abiti e si toglie anche il reggiseno in chiaroscuro. «Sono tornata con la memoria a quando chiedevo ai proprietari dei locali più piccoli di poter cantare dal vivo. E ho capito che lo facevo allora per lo stesso motivo di oggi: perché sul palco mi sento più forte, più bella, insomma mi sento meglio. Ogni giorno ricevo proposte per fare altro e magari guadagnerei anche di più, ma l'esibizione dal vivo è la mia vita e, se dovessi scegliere, preferirei non fare dischi e passare il tempo sul palco».

     

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    E nel concerto di questo Essere Qui Tour si capisce perché. È una sorta di seduta collettiva, Emma e la sua band da una parte e il pubblico dall'altro, che canzone dopo canzone si raccontano e si ritrovano. Non a caso, oltre a Giuliano Sangiorgi, Giorgio Panariello, Paola Turci e Marco Travaglio, davanti al palco ci sono tre generazioni, mica solo una: ragazzini e ragazzine, certo, ma anche fratelli maggiori e genitori non soltanto in veste di pazienti accompagnatori.

     

     «Credo di avere un pubblico intelligente, perciò tra una canzone e l'altra parlo di bullismo, omofobia e aborto», dice lei che è entrata in una fase nuova fase, drasticamente più consapevole: «Mi rivelo per quello che sono veramente, dopo essermi liberata da paranoie e insicurezze che minavano anche il mio lavoro», è una sorta di leitmotiv che ricama il filo dei suoi discorsi.

     

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    Qualche settimana fa ad Amici su Canale 5 ha detto di non essere particolarmente soddisfatta delle vendite del suo disco Essere qui: una presa di posizione coraggiosa che non significa ammettere un insuccesso. Il suo pubblico - e s'è sentito bene al PalaLottomatica - canta a memoria anche i testi delle ultime canzoni, e non solo quelle dei singoli martellati dalle radio (l'iniziale L'Isola, Effetto domino e la bella Mi parli piano) ma anche Malelingue e Le ragazze come me, a dimostrazione di una sintonia che non si può valutare con la contabilità discografica. «Ho messo i puntini sulle i - dice lei - perché si deve smettere di pensare che i numeri vogliano dire qualità».

    emma marrone al palalottomatica emma marrone al palalottomatica

     

     

    In poche parole, Emma è senza filtri e, parole sue, «sto benissimo». E lo confermano gli snodi scenografici del suo concerto, nei quali lei sale sopra il palco, entra in una porta luminosa sotto la scritta Exit e si cambia en plein air perché voglio far vedere che cosa succede dietro al palco durante i cambi di scena ma anche perché non ho nulla da nascondere, voglio mostrare tutto».

     

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    E lo fa non solo con questo stratagemma simbolico ma pure con una band che abbatte, anche grazie al produttore Luca Mattioni, la distinzione di genere. Dal vivo i brani di Emma sono più «asciutti», più essenziali, sono naturalmente potenti non solo quando, come in Facciamola più semplice (scritta da Sangiorgi), danno la scossa alla platea. Gli arrangiamenti sono a immagine e somiglianza della nuova Emma: non hanno mezze misure e brillano per intensità sia nella (ben) stravolta Calore che in Luna e l'altra o Schiena. Ha riposto nell'armadio l'abito di chi vuol piacere a tutti i costi e scherza usando la battuta della madre che «è convinta di aver fatto una figlia con il broncio naturale».

     

    Anche in scena, mentre scorrono le ventitré canzoni della scaletta, Emma non si concede pose «piacione» né battute o sorrisi a effetto. È concentrata, addirittura tesa nei primi brani, come se fosse all'inizio di un altro capitolo della sua storia. E difatti dice «sono un fiume in piena, sto già pensando al nuovo disco e non è detto che non l'abbia già fatto», si lascia sfuggire prima di andarsi a godere nei camerini l'effetto che fa sentirsi nuda sul palco davanti al proprio pubblico.

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