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    FAR WEST A NAPOLI - DUE GIOVANI UCCISI IN CENTRO: È GUERRA DI CAMORRA PER IL CONTROLLO DEL MERCATO DELLA DROGA - L’ALLARME DELLA DIREZIONE ANTIMAFIA CHE SOTTOLINEA “L'ABBASSAMENTO DELL' ETÀ DI CAPI E AFFILIATI”


     
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    Antonio Scolamiero per il “Corriere della Sera”

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    Una scia di sangue sporca ancora le strade di Napoli. È accaduto ieri pomeriggio in vico Nocelle, una stradina stretta che collega il popoloso quartiere di Materdei con via Salvator Rosa, ma anche il Museo nazionale alla collina del Vomero.
     

    Due scooter con tre persone in sella non si accorgono di essere caduti in una trappola. I killer, anche loro in moto, impiegano pochissimo per portare a termine la missione: uccidere. Il rumore secco degli spari squarcia la pace e la penombra della viuzza. Ciro Marfé (25 anni) e Salvatore Esposito (32 anni) stramazzano a terra. Il loro scooter va a sbattere contro un muro.

     

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    Per il primo non c' è scampo. Salvatore Esposito, invece, prova a resistere agli otto colpi che lo hanno centrato. Ma la corsa all' ospedale Cardarelli è inutile: morirà poco il ricovero. Ce la fa, Pasquale Amodio (43 anni), che riuscirà a scappare, nonostante il proiettile abbia centrato la schiena.
     

    Ecco il far west vissuto ieri in città. Ecco come le nuove leve della criminalità cercano di eliminare gli avversari. È in atto, infatti, uno scontro tra i clan del centro storico che cercano di conquistare così il controllo dello spaccio di droga: a colpi di calibro 9. Un triste primato che porta i morti ammazzati dall' inizio dell' anno a 44.

     

    Le tre vittime erano vecchie conoscenze degli investigatori: esponente del clan Sequino della Sanità il primo (Marfé); boss emergente del Cavone (strada vicina al luogo dell' agguato), Esposito. E referente delle cosche di Forcella (Sibillo-Brunetti-Giuliano) Amodio. Ma perché tre personaggi di questo calibro erano assieme?
     

    CARABINIERI CARABINIERI

    L' ipotesi più accreditata dal reparto operativo del comando provinciale dell' Arma - guidato dal colonnello Alfonso Pannone, coordinato dai pm antimafia Woodcock e Parascandolo - è quella che porta al controllo del fiorente mercato della droga nelle principali piazze della città antica. E forse questa nuova alleanza non era gradita a qualcuno.
     

    Ipotesi e congetture che saranno le indagini a chiarire. I riflettori degli investigatori sono puntati in particolare sul quartiere Sanità, teatro negli ultimi mesi di diversi gravi fatti di sangue. Non ultime le «stese» (i raid armati), in una delle quali rimase vittima un innocente, il 17enne Genny Cesarano.
     

    L' ultimo duplice omicidio era avvenuto il 22 aprile scorso in via delle Fontanelle. Nel mirino dei killer finirono esponenti dei Vastarella (altra storica famiglia del quartiere che diede i natali a Totò, ndr ) uccisi davanti a donne e bambini.
     

    Le vittime cercarono scampo inutilmente all' interno di un circolo ricreativo. Nel raid rimasero ferite anche altre tre persone. Un quadro preoccupante che anche la Dia, nella sua relazione semestrale, non esita a definire «dinamico».
     

    «Una geografia criminale - si legge nella nota - che ha visto sorgere federazioni di gruppi che si rafforzano vicendevolmente con lo scambio di uomini e di armi per fronteggiare le ostilità dei clan contrapposti». Ma c' è un dettaglio che colpisce più di tutti: «L' abbassamento dell' età di capi e affiliati».

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