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    FOLLA DELLE GRANDI OCCASIONI PER L’UDIENZA DI BERLUSCONI A STRASBURGO: ARRIVANO PURE DALLA RUSSIA – LA MOSSA DEL CAV: “NEL 2013 IL VOTO DEL SENATO SULLA DECADENZA DI SILVIO NON DOVEVA ESSERE PALESE” - LA SCELTA (INUSUALE) DI GRASSO FATTA IN UNA RIUNIONE DELLA GIUNTA DEL REGOLAMENTO FINITA “7 A 6”, COL VOTO DECISIVO DELLA LANZILLOTTA


     
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    Liana Milella per La Repubblica

     

    CORTE EUROPEA STRASBURGO CORTE EUROPEA STRASBURGO

    Una platea da record - oltre 500 persone accreditate stamattina alla Corte dei diritti umani di Strasburgo - per seguire il Berlusconi case, la guerra dell' ex premier contro la legge Severino che lo ha espulso dal Senato e lo ha condannato all' incandidabilità per sei anni. Rappresentanti delle Corti supreme, quella russa ad esempio, un gran numero di avvocati italiani (20 da Milano, 43 da Bologna, 26 da Venezia, 8 da Firenze), studenti, come i 24 che arrivano dall' università di Padova, la città dove vive e lavora Nicolò Ghedini, il più stretto collaboratore giuridico e politico di Berlusconi. Tutti pronti a fare la fila per entrare dalle 8 di mattina, e poi tutti assiepati per un' udienza rigida, con i tempi strettamente contingentati.

    FRANCO COPPI E NICCOLO GHEDINI FRANCO COPPI E NICCOLO GHEDINI

     

    Ai principi del foro dell' ex Cavaliere - dai penalisti italiani Ghedini e Franco Coppi, dagli internazionalisti Giulio Nascimbene e Andrea Saccucci, agli inglesi Edward Fitzgerald e Steven Powles della Doughty Street Cambers, esperti in diritti umani - saranno concessi in tutto 40 minuti. Forse non parleranno neppure Ghedini e Coppi.

     

    Berlusconi dimagrito Berlusconi dimagrito

    Denaro buttato? Non sembrerebbe proprio, almeno ad ascoltare l' ultimo asso nella manica che soprattutto Ghedini e Coppi hanno deciso di giocarsi stamattina. La sorpresa. Il tema forte. Un fatto specifico, non un principio giuridico o teorico. L' ipotesi che Berlusconi sia stato vittima di una possibile e grave lesione dei diritti di difesa, perché il 27 novembre del 2013, al Senato, contro di lui ci fu un voto palese e non segreto, « Come invece avrebbe dovuto essere», sostengono i legali. Un voto che, nella ricostruzione di parte del team difensivo di Berlusconi, « fu deciso con un colpo di mano, sovvertendo i regolamenti fino a quel momento utilizzati ».

     

    CORTE DI GIUSTIZIA EUROPEA CORTE DI GIUSTIZIA EUROPEA

    Vediamo che carta sta tentando di giocarsi in più il leader di Forza Italia, oltre a quelle più note, e cioè che la legge Severino sia stata applicata a un reato compiuto prima, cioè nel 2004, che la legge stessa fosse votata, e cioè nel dicembre 2012. La Severino dunque ha avuto l' effetto ed è stata usata come sanzione penale aggiuntiva. Ma proprio per questo, per il principio " sine lege nulla poena", non avrebbe dovuto valere per l' ex premier. Ma adesso, con la contestazione del voto divenuto improvvisamente palese da segreto, i legali di Berlusconi ampliano la pletora delle anomalie.

     

    pietro grasso article pietro grasso article

    Che cosa avvenne in quel caldo autunno del 2013? In Senato il gruppo di M5S chiede al presidente Piero Grasso di votare in modo palese in aula, invertendo una prassi seguita fino a quel punto. Prassi che però non veniva seguita alla Camera dove le votazioni sullo status dei parlamentari sono sempre avvenute in modo palese. Grasso, sulla richiesta di M5S che vede favorevoli anche buona parte del Pd, riunisce la giunta del regolamento dove, il 30 ottobre, una votazione di stretta misura, che finisce 7 a 6, cambia le regole.

     

    Come spiega la senatrice di Scelta civica Linda Lanzillotta, il cui voto è decisivo, «qui non si vota sulla persona, ma sul suo status di parlamentare». Quindi il voto segreto non è giustificato. Secondo il team legale di Berlusconi proprio questo voto avrebbe leso un diritto primario, cioè quello di essere giudicato in modo del tutto libero e imparziale.

    LINDA LANZILLOTTA LINDA LANZILLOTTA

     

    Di qui la battaglia che ovviamente oggi vedrà contrario il governo italiano rappresentato dai magistrati Maria Giuliana Civinini e Paola Accardo, le quali sosterranno una tesi opposta, che non c'è stata alcuna lesione, che la Severino non configura una sanzione penale, che il ricorso alla Consulta non era possibile, che Berlusconi quindi non ha subito alcuna lesione dei suoi diritti.

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