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    FRONTE DEL PORTO - DALLE CARTE DELLE INDAGINI SUL “LIGURIA-GATE” EMERGE LA ROTTURA TRA GIANLUIGI APONTE, PATRON DI MSC (NON INDAGATO), E ALDO SPINELLI, CHE DETENEVANO INSIEME  IL CONTROLLO DEL TERMINAL RINFUSE GENOVA SRL – LO SCAZZO TRA I DUE È LEGATO ALLA SPARTIZIONE DELLO SCALO E AL RINNOVO TRENTENNALE DELLA CONCESSIONE – LA TELEFONATA DI FUOCO DI APONTE AL PRESIDENTE DEL PORTO SIGNORINI: “NE HO ABBASTANZA DI QUESTI INTRALLAZZI GENOVESI CHE TENDONO A DARE TUTTO A SPINELLI. LA COSA INCOMINCIA A DIVENTARE UN PO' INDECENTE...”


     
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    Estratto dell’articolo di Vincenzo Piccolo per “MF - MilanoFinanza”

     

    gianluigi aponte gianluigi aponte

    Dalle 654 pagine dell’ordinanza firmata dalla giudice per le indagini preliminari di Genova Paola Faggioni, che ha portato martedì agli arresti domiciliari il presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti e l’imprenditore Aldo Spinelli, e alla custodia cautelare in carcere l’ex presidente dell’autorità portuale genovese Paolo Emilio Signorini per l’ipotesi di corruzione, emerge tra le tante vicende anche la rottura tra Gianluigi Aponte – patron di Msc, non indagato – e Aldo Spinelli, che insieme detenevano il controllo della Terminal Rinfuse Genova srl.

     

    ALDO SPINELLI ALDO SPINELLI

    La storia della rottura tra i due importanti operatori portuali risale al 2021 sul rinnovo della concessione per la gestione dello scalo portuale Rinfuse, per la quale Spinelli aveva spinto l’autorità (di cui allora Signorini era a capo) a concedere una proroga trentennale. In ballo c’è la delibera della proroga: il testo viene analizzato dai due imprenditori: a fare gli interessi di Aponte è l’avvocato Alfonso Lavarello, che riferisce a Signorini di come l’amatore stesse iniziando a considerare Spinelli «poco credibile».

     

    PAOLO EMILIO SIGNORINI - GIOVANNI TOTI PAOLO EMILIO SIGNORINI - GIOVANNI TOTI

    Questo porta l’avvocato di Aponte a spingere con membri dell’autorità affinché la concessione venisse blindata con una clausola di destinazione, «finalizzata a consentire all’Adsp di revocare la concessione in caso di mutamenti nella destinazione d’uso del terminal».

     

    […]

     

    Aponte – che a fine marzo ha acquistato il quotidiano cittadino Il Secolo XIX dal gruppo Gedi (Exor) – avrebbe avuto in mente di destinare l’area a stoccaggio containers. Questo portava, si legge sempre nell’ordinanza, i due «a concepire ed a portare a compimento un progetto di separazione tra i due gruppi imprenditoriali» che comprendeva anche la conseguente ripartizione delle aree portuali.

     

    gianluigi aponte giovanni toti gianluigi aponte giovanni toti

    Meno di quattro mesi dopo la delibera, nel marzo 2022, Spinelli incontra Signorini in un bar genovese per parlare del desiderio di realizzare una «separazione consensuale». Al gruppo Msc sarebbero andati calata Giaccone e ponte Rubattino, così da consentirgli l’ampliamento del Terminal Bettolo, e all’impresa di Spinelli le aree di ponte San Giorgio e calata Concenter.

     

    La conseguenza sarebbe stata quella di portare «a morire» entro il 2026 Terminal Rinfuse per diventare Terminal Container.

    Ma la disputa più feroce tra i due armatori che emerge dalle carte riguarda l’ex-Enel, area del Carbonile.

     

    aldo spinelli aldo spinelli

    Lo sfogo del patron di Msc arriva in una telefonata a Signorini e riguarda la decisione dell’autorità portuale di estendere gli spazi nel porto in favore del rivale Spinelli: «Qua vengo a sapere che praticamente la sua organizzazione ha deciso di dare ulteriori 14.000 mq a Spinelli», si lamenta Aponte, «gliene ha già dati 30.000 e insomma se gli volete dare tutto il Porto di Genova, noi stiamo a guardare ma insomma, la cosa incomincia a diventare un po' indecente», continua Aponte, minacciando – scrive il gip – possibili azioni nei confronti dell’authority.

     

    «Ne ho abbastanza di queste ingiustizie e di questi intrallazzi genovesi che tendono a dare tutto a Spinelli». E ancora: «Guai se date questo spazio a Spinelli, succede la fine del mondo». E più avanti, ancora, sempre rivolto a Signorini: «Questo è un ladrocinio, è veramente mafia… è uno schifo, e tutta la sua organizzazione sotto di lei sono dei corrotti».

     

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