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    I PREGIUDIZI DEI TEDESCHI SULL’ITALIA HANNO ROTTO IL WURSTEL - GIAN ANTONIO STELLA: “NON NE POSSIAMO PIÙ DI SENTIRE TIRAR FUORI A SPROPOSITO GLI SPAGHETTI E ‘MAMMA MIA’ E LA MAFIA E LA TARANTELLA E VIA COSÌ… PERCHÉ SONO NEL SOLCO DI UN PREGIUDIZIO RADICATO. SI PENSI ALLE PAROLE DELLO ‘SPIEGEL’ DOPO LA TRAGEDIA AL GIGLIO O QUANDO SCRISSERO…”


     
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    FRANKFURTER ALLGEMEINER FAZ - COPERTINA CONTRO L ITALIA - MAMMA MIA FRANKFURTER ALLGEMEINER FAZ - COPERTINA CONTRO L ITALIA - MAMMA MIA

    Gian Antonio Stella per “Sette - Corriere della Sera"

     

    «L’Italia è ancora come la lasciai, ancora polvere sulle strade, ancora truffe al forestiero, si presenti come vuole. Onestà tedesca ovunque cercherai invano…» È quasi una sorpresa che negli ultimi giorni nessun giornale tedesco, che si sappia, abbia ancora recuperato quella fastidiosa citazione di Wolfgang Goethe. Il quale era sì innamorato dell’Italia («Conosci tu il paese dove fioriscono i limoni? / Brillano tra le foglie cupe le arance d’oro…») ma fu qua e là molto severo e brusco nei confronti degli italiani.

     

    HANDELSBLATT - COPERTINA CONTRO L ITALIA - CIAO BELLA HANDELSBLATT - COPERTINA CONTRO L ITALIA - CIAO BELLA

    È quasi una sorpresa perché la nascita del «governo Giamaica» giallo-verde è stato accompagnato dal ritorno di stereotipi vecchi come il cucco. Sia chiaro: i tedeschi e i loro giornali hanno il diritto di diffidare di un esecutivo che rivendica di esser populista e coopta un premier ostaggio dei due «quasi vincitori» e ci ha tenuto a dichiarare subito la propria ostilità alla Germania. Dietro i giudizi legittimi, però, sono aggallati pregiudizi insopportabili. Tanto più per gli italiani che amano profondamente la cultura tedesca.

    DEL SPIEGEL - COPERTINA CONTRO L ITALIA - CIAO AMORE DEL SPIEGEL - COPERTINA CONTRO L ITALIA - CIAO AMORE

     

    Cosa c’entrano negli anni Salvini e Di Maio con il «proverbiale “dolce far niente”» italiano di cui ha scritto ad esempio Jan Fleischhauer su Der Spiegel? È vero, anche dal nostro versante sono partite battutacce spropositate. Basti ricordare la sventurata sortita di Silvio Berlusconi contro Martin Schulz («La suggerirò per il ruolo di kapò») o le starnazzate dell’allora presidente della Lega Stefano Stefani, che parlò di «roboanti gare di rutti e pantagrueliche bevute di birra». Alla larga.

     

    der spiegel der spiegel

    Detto questo, però, non ne possiamo più di sentire tirar fuori a sproposito gli spaghetti e «mamma mia» e la mafia e la tarantella e via così… Perché sono nel solco di un pregiudizio che ferisce. Un pregiudizio radicato. Si pensi alle parole dello stesso Fleischhauer sullo Spiegel dopo la tragedia al Giglio provocata da Francesco Schettino: «Mano sul cuore, ma vi sorprendete che il capitano della Concordia fosse un italiano?» Si pensi al commento della Bild nella difficile primavera del 2011: «Mamma mia, per gli italiani l’inflazione nella vita è come la salsa di pomodoro sulla pasta».

     

    Si pensi al titolo della stessa Bild alla foto di Draghi candidato alla Bce: «Per favore non questo italiano». O ancora, andando un po’ più indietro, certe battute trasmesse di bocca in bocca («I carri armati italiani hanno cinque marce, una davanti e quattro indietro») fino a finire sulle labbra anche di uomo come Helmut Schmidt?

     

    CAPITAN SCHETTINO CAPITAN SCHETTINO

    E come dimenticare certe copertine? La pistola sul piatto di spaghetti, il Cavaliere col titolo «il Padrino», lo spaghetto forma un cappio, Berlusconi gondoliere con due olgettine («Ciao bella!»), la penisola di cuoio imputridito tra i rifiuti: «Lo stivale puzzolente».

     

    Non c’è luogo comune che non venga ogni volta tirato in ballo. Come se gli italiani non meritassero di essere presi sul serio neppure sulle cose più serie. Un peccato. Magari sarà vero che sotto sotto ci amano, però… Il «capolavoro», forse, resta un servizio della Bild: «Così gli italiani vogliono rovinarci le vacanze». Incipit: «Mamma mia, cosa è saltato in mente agli italiani coi loro spaghetti?». Sotto accusa il regolamento degli stabilimenti balneari. Uffa! Regole anche in Italia?

     

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