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    GIRAVOLTA OLIMPICA A 5 STELLE! DOPO IL NO PER ROMA 2024, DA GRILLO ARRIVA L’OK PER CANDIDARE TORINO AD OSPITARE LE OLIMPIADI INVERNALI DEL 2026: “GRANDE OPPORTUNITÀ” - ANCHE LA SINDACA APPENDINO È FAVOREVOLE – COSA FARA' ORA IL CONI CHE, INVECE, PUNTA SU MILANO? (LI' CI SONO IL PIDDINO SALA AL COMUNE E LA LEGA IN REGIONE)


     
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    JACOPO RICCA per repubblica.it

    torino 2026 torino 2026

     

     

     

    Beppe Grillo dice sì alla manifestazione d'interesse per le Olimpiadi di Torino 2026 e con lui lo fa anche la sindaca Chiara Appendino. Il fondatore del Movimento5stelle è intervenuto telefonicamente nella serata di venerdì alla riunione degli attivisti torinesi che da ore stavano dibattendo sull'opportunità di firmare la manifestazione d'interesse da indirizzare, entro fine mese, al Comitato Olimpico Internazionale. “Dobbiamo provare a ideare una Olimpiade diversa, una olimpiade sostenibile” ha scandito via telefono Grillo al centinaio di attivisti riuniti in strada Antica di Collegno. “Non possiamo perdere l'opportunità di dimostrare che il Movimento sa raccogliere le sfide e provare a gestire cose complicate” ha aggiunto

    grillo appendino grillo appendino

     

    Una posizione molto diversa da quella che aveva avuto durante la querelle sulle Olimpiadi a Roma, dove alla fine l'altra sindaca 5stelle, Virginia Raggi, aveva ritirato la candidatura della Capitale per il 2024. L'ok di Grillo all'ipotesi di un ritorno dei Giochi sotto la Mole, a vent'anni di distanza dalla contestata, almeno dagli M5s che le imputavano il debito della Città, edizione del 2006, è arrivata nello stesso giorno in cui la Camera di Commercio di Torino ha presentato il suo studio di prefattibilità sulla nuova manifestazione, in cui si ipotizza un risparmio di oltre 1 miliardo di euro rispetto a 12 anni fa. Nel gruppo in consiglio comunale a Torino almeno 4 consiglieri si sono già detti contrari alle Olimpiadi, con il loro voto contrario la maggioranza sarebbe a rischio, e la sindaca Appendino in un primo momento, tramite il suo staff, ha preso le distanze dalla proposta, dicendo che non c'è un dossier della Città, ma in serata davanti agli attivisti e ai consiglieri della maggioranza ha chiarito di essere anche lei favorevole ad andare avanti nel percorso che potrebbe portare alla candidatura di Torino: “La lettera sarà un modo per aprire il dibattito e proporre un modello sostenibile. Con la manifestazione d'interesse potremo sfidare le città che propongono modelli di consumo del suolo, di colate di cemento e di debito – ha detto la prima cittadina – Dobbiamo proporre una Olimpiade che non credi debito pubblico per gli enti locali. Il motto di Torino 2026 dev'essere sostenibilità economia e ambientale”.

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    La riunione degli attivisti non si è conclusa con un voto definitivo, ma circa due terzi degli interventi erano favorevoli ad andare avanti con l'ipotesi di candidatura e ora sarà la maggioranza in Sala Rossa a dover trovare una mediazione tra chi, come Maura Paoli e Damiano Carretto, è per il no e ha proposto una serie di paletti, come l'idea di un evento finanziato solo con fondi privati, che sono stati bocciati sia dagli altri colleghi che dal marito della sindaca, Marco Lavatelli.

     

    RAGGI GRILLO RAGGI GRILLO

    Sulla questione e sulla proposta Paoli-Carretto, che prendeva a modello Los Angeles 1984, è intervenuta un'altra consigliera del Movimento, Valentina Sganga: “Non cederò mai al pensiero neoliberale del privato che fa tutto, e meglio. Credo da sempre nel pubblico e nella sua funzione di indirizzo, se non ci credessi fermamente mai avrei scelto di cimentarmi nell'amministrazione della cosa pubblica – ha scritto sul suo profilo Facebook - È possibile che i Giochi, se correttamente orientati, possano offrire l'occasione per attuare le politiche di sviluppo sostenibile previste dal nostro programma? A questa domande saremo presto chiamati a dare una risposta, augurandomi che il dibattito possa essere quanto prima esteso a chiunque sia interessato a parteciparvi. Credo nell'intervento pubblico perché solo il finanziamento pubblico può essere sottoposto ad un vincolo di utilità sociale. Cosa che non si può richiedere ad un privato che opera all'interno delle logiche di mercato”...

    beppe grillo virginia raggi beppe grillo virginia raggi

     

     

    IL CONI PUNTA SU MILANO (DOVE NON C’È IL M5S) 

     

    Lorenzo Vendemiale per www.ilfattoquotidiano.it

     

    Il Coni, infatti, ha un’altra idea in testa: candidarsi sì alle Olimpiadi 2026, ma con MilanoDopo il no per Roma 2024, Malagò ha avviato un percorso proficuo con l’altra grande città italiana, dove ha trovato amministrazioni disponibili: al Comune il sindaco renziano Beppe Sala, alla Regione la Lega (prima di Maroni, ora del suo vice Fontana) che sogna da anni di portare i Giochi nel Nord. E la vittoria della sessione Cio 2019 ne è la prova. Milano ha un nome più altisonante a livello internazionale, non è lontana dalle grandi montagne della Valtellina. Soprattutto, però, ha il vantaggio di non essere governata dai 5 stelle: in realtà, il Movimento torinese non è così ostile al progetto olimpico come lo era quello romano (a fronte di 5-6 oltranzisti del no, la maggioranza sembra disponibile alla trattativa).

    neve torino neve torino

     

    La stessa Chiara Appendino non ha mai chiuso la porta (e pare stia seguendo con attenzione tutto il dossier), ma stavolta al Coni preferiscono evitare brutte sorprese. In questo schema, Torino ospiterebbe solo una o due discipline, la candidata sarebbe Milano. Ci sarebbe pure una controindicazione, che i piemontesi sperano di sfruttare a loro vantaggio per tornare in corsa: le regole prevedono che la città che ospita la sessione Cio 2019 dove verrà fatto l’annuncio (Milano, appunto), non possa essere in gara anche per l’assegnazione di quell’edizione. Ma è solo un cavillo, facilmente superabile dopo la doppia aggiudicazione Parigi-Los Angeles senza precedenti di Limae in virtù dei buoni rapporti di Giovanni Malagò (presto anche membro Cio) con il grande capo Thomas Bach. Una cosa è certa: un anno e mezzo dopo il gran rifiuto della Raggi, la macchina olimpica è quasi pronta a rimettersi in moto.

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