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    VATTI A FIDARE DEI SAUDITI - GLI STATI UNITI TAGLIERANNO I FINANZIAMENTI ALL'UNRWA, LA PRINCIPALE AGENZIA DELL'ONU CHE FORNISCE AIUTI AI PALESTINESI A GAZA, A CAUSA DELLE INFILTRAZIONI DI HAMAS - E COSA FA L’ARABIA SAUDITA? CORRE IN SOCCORSO DELL’UNRWA, ANNUNCIANDO UNA DONAZIONE DI 40 MILIONI DI DOLLARI - IL CAPO DI HAMAS, ISMAIL HANIYEH, AVREBBE IN PASSATO LAVORATO COME INSEGNANTE PROPRIO PRESSO UNA DELLE STRUTTURE DELL’ONU…


     
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    NYT, CONGRESSO USA PRONTO A TAGLIARE I FONDI ALL'UNRWA

     (ANSA) - WASHINGTON, 20 MAR - Gli Usa taglieranno i finanziamenti all'Unrwa, la principale agenzia dell'Onu che fornisce aiuti ai palestinesi a Gaza, in base ad un accordo di spesa che presto diventerà legge.

     

    I PAESI FINANZIATORI DELL UNRWA I PAESI FINANZIATORI DELL UNRWA

    Lo scrive il New York Times spiegando che la causa sono le infiltrazioni di Hamas nell'agenzia. Il bando, parte di un disegno di legge negoziato dai parlamentari e dalla Casa Bianca che il Congresso dovrebbe approvare entro fine settimana, creerebbe un deficit di centinaia di milioni di dollari per l'Unrwa.

     

    La mossa potrebbe avere conseguenze disastrose per gli abitanti di Gaza, che stanno affrontando una grave crisi alimentare e lo sfollamento in rifugi affollati e tendopoli. Il taglio dei fondi metterebbe anche Washington in conflitto con i suoi alleati occidentali su come rispondere alla crisi umanitaria a Gaza, tra le accuse secondo cui i combattenti di Hamas si sono infiltrati nell'agenzia.

     

    ARABIA SAUDITA ANNUNCIA DONAZIONE DI 40 MILIONI ALL'UNRWA

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    (ANSA-AFP) - RYAD, 20 MAR - L'Arabia Saudita ha annunciato una donazione di 40 milioni di dollari all'Unrwa, l'agenzia Onu per i Palestinesi alla quale molti paesi hanno bloccato i fondi dopo le accuse di Israele a 12 dipendenti di aver preso parte alla strage del 7 ottobre.

     

    IL CAPO DI HAMAS INSEGNAVA ALL’ONU

    Matteo Lorenzi per “La Verità”

     

    La situazione di Gaza continua a essere al centro della diplomazia internazionale, con il bilancio delle vittime che ha raggiunto i 31.923 morti e 74.096 feriti. Gli Stati Uniti hanno prolungato, fino a marzo del 2025, il divieto di destinare fondi all’Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi (Unrwa), scelta ribadita ieri alla Camera anche dal nostro premier, Giorgia Meloni, che ha spiegato come ciò non significhi «non occuparsi dei civili, perché non è vero che non operano altre realtà a Gaza».

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    «Abbiamo trasferito 20 milioni di euro alle altre organizzazioni, Croce rossa e Mezza luna rossa, e oggi stiamo per stanziare ulteriori risorse sul progetto Food for Gaza», ha dichiarato. Ad alimentare ulteriori sospetti sull’Unrwa, inoltre, sono sopraggiunte le parole di Ahmad Oueidat, un ex funzionario dell’agenzia. In un’intervista rilasciata al canale televisivo londinese Al-Hiwar ha rivelato - secondo la traduzione riportata dal Memri (il Middle East media research institute) - che il capo di Hamas, Ismail Haniyeh, avrebbe in passato lavorato come insegnante proprio presso una delle strutture dell’ente Onu.

     

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    Ieri Antony Blinken ha raggiunto l’Arabia Saudita, all’inizio del suo ennesimo tour in Medioriente, mentre Riad, diversamente dai Paesi occidentali, ha annunciato una donazione di 40 milioni all’Unrwa. Il segretario di Stato si è intrattenuto con il principe ereditario Mohammed bin Salman sulla situazione a Gaza, e già domani sarà in Israele per discutere «della necessità di garantire la sconfitta di Hamas, anche a Rafah, in un modo che protegga la popolazione civile, non ostacoli la fornitura di assistenza umanitaria e promuova la sicurezza complessiva di Israele», ha spiegato il portavoce Matthew Miller.

    Settimana prossima invece il ministro della Difesa israeliano, Yoav Gallant, si recherà a Washington per un confronto con l’amministrazione Usa, come richiesto nei giorni scorsi da Joe Biden in una telefonata con Benjamin Netanyahu. È alta dunque la pressione per cercare di far desistere Israele dall’attaccare Rafah, nonostante Gallant abbia dichiarato, ieri, che il 2024 sarà un anno di guerra.

     

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    Il presidente Biden si è più volte detto contrario all’invasione via terra della città nel Sud della Striscia, che oggi ospita circa 1,4 milioni di rifugiati provenienti dalle aree del nord, operazione che invece il primo ministro Netanyahu ha annunciato essere in fase di preparazione, anche se - ha dichiarato - ci vorrà un po’ di tempo.

     

    Contrarierà espressa anche da Giorgia Meloni, che sempre ieri alla Camera ha affermato di temere «un crescente isolamento di Israele» e che un’eventuale azione militare di terra a Rafah «potrebbe avere conseguenze catastrofiche sui civili». Il premier settimana prossima sarà in viaggio in Libano, dove incontrerà il primo ministro Najib Miqati, per poi recarsi dai militari italiani attivi nel teatro operativo libanese in ambito Nazioni Unite (Unifil) e in ambito bilaterale (Mibil).

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    Sul fronte militare, il Jerusalem Post ieri ha riportato che i caccia israeliani, sulla base di informazioni di intelligence raccolte dalle Idf e dallo Shin Bet, hanno eliminato in un raid cinque esponenti di Hamas nella zona di Rafah, mentre l’esercito ha annunciato di aver colpito, sempre con un attacco aereo, terroristi operativi nell’area di Jenin, in Cisgiordania.

     

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    Le trattative invece non procedono con successo, visto che secondo uno dei leader di Hamas, Osama Hamdan, Israele avrebbe rifiutato la loro proposta di tregua. Sulla crisi in Medioriente è intervenuta anche Ursula von der Leyen, in conferenza stampa con il segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, definendo «inaccettabile» la carestia a Gaza. «È fondamentale raggiungere rapidamente un accordo su un cessate il fuoco ora, che consenta il rilascio degli ostaggi e più aiuti umanitari di raggiungere Gaza», ha dichiarato la presidente della Commissione Ue.

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