• Dagospia

    SIRIA UNA BRUTTA ARIA - IAN BREMMER: “PUTIN È SPREGIUDICATO E A WASHINGTON, DOPO UN OBAMA PRUDENTE, C'È TRUMP, UN PRESIDENTE IMPREVEDIBILE, PRONTO A PRENDERSI GRANDI RISCHI CON UNA CERTA LEGGEREZZA. SIAMO ENTRATI IN UNA FASE DI MAGGIORE VOLATILITÀ. E POI DOPO AVER ACCUSATO OBAMA DI INERZIA, TRUMP ORA SI SENTE IN OBBLIGO A REAGIRE, ANCHE SE NON E’ QUESTA LA SUA INDOLE”


     
    Guarda la fotogallery

    Massimo Gaggi per il “Corriere della Sera”

    IAN BREMMER IAN BREMMER

     

    «Donald Trump pensava che la Cina fosse il suo unico grande avversario e invece ora, dopo la nuova strage di civili uccisi dal regime di Assad con le armi chimiche, scopre che, almeno nell' immediato, i pericoli vengono soprattutto dalla Russia che spalleggia il regime di Damasco».

     

    Secondo il politologo Ian Bremmer, fondatore e capo di Eurasia, il vertice Usa-Cina iniziato ieri sera in Florida non produrrà grandi risultati concreti, ma servirà almeno a instaurare un minimo di dialogo tra due personaggi diversissimi come stili politici e di vita, alla guida di due potenze i cui interessi non potrebbero essere più divergenti.

     

    trump putin obama trump putin obama

    Trump va a Mar-a-Lago a ricevere Xi Jinping, ma intanto alza i toni sulla Siria: minaccia Assad e con alcuni membri del Congresso parla addirittura di possibile intervento militare. È possibile?

    «Le sue parole stavolta vanno prese sul serio. Il Pentagono è convinto che l' attacco venga da aerei di Damasco: niente errori o provocazioni dei ribelli. E il presidente, dopo avere accusato in passato Obama di inerzia, si sente in obbligo di reagire, anche se non è questa la sua indole».

     

    Ma intervenire oggi è più rischioso: quando, nel 2013, Obama minacciò l' attacco, salvo poi rinunciare, non c'erano ancora i russi in Siria.

    putin assad putin assad

    «È per questo che oggi i pericoli per gli Usa vengono più da Mosca che da Pechino. Non perché la Russia sia più potente, ma perché ha un leader, Putin, spregiudicato, mentre ora anche a Washington, dopo un Obama prudente, c'è un presidente imprevedibile, pronto a prendersi grandi rischi con una certa leggerezza. Insomma, siamo entrati in una fase di maggiore volatilità, anche se credo che Trump non si muoverà senza il consenso del Pentagono. E James Mattis non è tipo da salti nel buio».

     

    Obama rinunciò perché anche un intervento limitato come l'imposizione di una «no fly zone» avrebbe comportato grandi rischi e richiesto un impegno militare enorme. Cosa può fare Trump ora che in Siria c'è anche la Russia?

    «L' idea di una zona di sicurezza per difendere i rifugiati piace a molti a Washington.

    Un' altra ipotesi: attacchi aerei mirati per punire l' esercito siriano. C' è il rischio dei missili antiaerei russi, certo, ma Israele ha già compiuto missioni simili in Siria senza reazioni da parte di Mosca».

    PUTIN ASSAD PUTIN ASSAD

     

    Trump e Xi Jinping: diversissimi ma nessuno dei due può permettersi un insuccesso. Finirà con un accordo di facciata? E cosa succederà dietro il sipario della comunicazione?

    «Cominciamo dalla teatralità dell' evento: è vero, hanno bisogno di mostrare un' intesa. Quindi cordialità e rispetto reciproco in pubblico. I toni bruschi, se ci saranno, emergeranno a porte chiuse. Ma non è detto che basti: la stampa americana vuole il conflitto. Dal suo insediamento non ha mai giudicato positivamente l' operato di Trump salvo quando ha parlato davanti al Congresso. Cercherà ovunque retroscena per dimostrare che le cose non sono andate bene per l' America. E, con un team della Casa Bianca così inesperto, magari riuscirà a trovarli».

    XI JINPING GIOCA A CALCIO XI JINPING GIOCA A CALCIO

     

    E sulle questioni della minaccia nucleare nordcoreana, del «free trade» e della manipolazione delle valute?

    «Il vertice servirà ai due soprattutto per conoscersi: prenderanno reciprocamente le misure, analizzeranno le rispettive priorità. Per il resto, al netto dell' imprevedibilità di Trump, non sarà questa l' occasione nella quale gli Usa accuseranno la Cina di manipolare la sua valuta: Xi non viene negli Usa per farsi insultare. Non credo nemmeno che Trump otterrà le sanzioni di Pechino contro la Corea del Nord: non ha nulla da dare in cambio. Anche sul commercio Xi non farà grandi concessioni, ma offrirà investimenti infrastrutturali cinesi in America e prometterà di continuare ad acquistare titoli del debito pubblico Usa: saranno le uniche cose davvero gradite da Trump».

    Guarda la fotogallery


    ultimi Dagoreport