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    “IL CASO DI EMANUELA ORLANDI PER NOI E’ CHIUSO” - IL VATICANO RISPONDE ALLA FAMIGLIA ORLANDI CHE CHIEDE DI VISIONARE IL DOSSIER, CUSTODITO NELLA SANTA SEDE, SULLA SPARIZIONE DELLA RAGZZA - ANCHE SE MONSIGNOR BECCIU MINIMIZZA, SONO DIVERSE LE “FONTI” CHE HANNO CONFERMATO L'ESISTENZA DI UN CARTEGGIO SEGRETO SULLA ORLANDI…


     
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    Fiorenza Sarzanini per il “Corriere della Sera”

     

    EMANUELA ORLANDI EMANUELA ORLANDI

    La risposta arriva ancora prima che l' istanza venga depositata presso la segreteria di Stato. Mentre l' avvocato della famiglia di Emanuela Orlandi avvia la procedura per «chiedere la consegna del dossier custodito in Vaticano sulla scomparsa della ragazza», il sostituto per gli affari generali della segreteria monsignor Angelo Becciu è categorico: «Per noi il caso è chiuso». Una posizione che però non scoraggia il fratello della giovane sparita il 22 giugno del 1983 a quindici anni. E soprattutto i suoi avvocati Annamaria Bernardini De Pace e Laura Sgrò.

     

    emanuela orlandi emanuela orlandi

    Nella memoria Sgrò sollecita la visione dei documenti e si rivolge direttamente a «sua Eminenza Pietro Parolin chiedendo di essere ricevuta per illustrare ulteriori aspetti di questa triste vicenda». Di più non specifica, ma il colloquio dovrebbe riguardare le «fonti» che hanno riferito dell' esistenza di questi documenti inediti «con dettagli anche di natura amministrativa dell' attività svolta dalla segreteria di Stato ai fini del ritrovamento».

     

    Anche tenendo conto che Emanuela Orlandi è figlia del messo pontificio ed è dunque iscritta all'anagrafe della Città del Vaticano, dunque la decisione di negare ai legali della sua famiglia «l'accesso agli atti» potrebbe aprire una questione di diritto internazionale che le gerarchie ecclesiastiche hanno finora sempre cercato di evitare.

     

    EMANUELA ORLANDI EMANUELA ORLANDI

    Sono le 11 di ieri quando il legale deposita l'istanza presso la Segreteria. Alla stessa ora monsignor Becciu partecipa alla presentazione di un libro su papa Francesco e quando gli viene chiesto un commento sulla vicenda, dichiara: «Abbiamo già dato tutti i chiarimenti che ci sono stati richiesti. Non possiamo fare altro che condividere e prendere a cuore la sofferenza dei familiari. Non so se la magistratura italiana ha nuovi elementi, da parte nostra non c' è nulla da dire in più rispetto a quanto detto».

     

    EMANUELA ORLANDI EMANUELA ORLANDI

    Una posizione che lascia stupefatti i legali e soprattutto Pietro Orlandi determinato a scoprire, come ha scritto in una lettera indirizzata al Pontefice nel marzo scorso, l' identità di «chi in Vaticano sa e da tanti anni tace, diventando complice di quanti hanno avuto responsabilità in questa vicenda». Soprattutto perché respinge, ancora prima di esaminare quella che è una vera e propria supplica, ogni possibilità di aprire il dialogo evidenziando «una totale mancanza di collaborazione».

     

    Eppure sono diverse le «fonti» che hanno confermato l'esistenza di un carteggio segreto. Le loro testimonianze sono emerse nel corso delle indagini sul caso Vatileaks sui dossier riservati che nel 2012 e poi nel 2014 sono stati portati fuori dalla Santa Sede e in parte consegnati ai giornalisti Emiliano Fittipaldi e Gianluigi Nuzzi. In quel fascicolo sarebbero finiti documenti diversi, compresi alcuni «atti amministrativi». Le indiscrezioni parlano di un arco temporale che arriva fino al 1997, ma su questo non ci sono dati certi ed è proprio uno degli argomenti che gli avvocati della famiglia Orlandi vorrebbero affrontare con il cardinale Parolin.

    IN PIAZZA SAN PIETRO CHIEDONO CHE IL PAPA PARLI DI EMANUELA ORLANDI IN PIAZZA SAN PIETRO CHIEDONO CHE IL PAPA PARLI DI EMANUELA ORLANDI

     

    Becciu non nega esplicitamente l'esistenza del dossier, si limita a sottolineare di aver già «fornito tutti i chiarimenti richiesti». Un riferimento evidente alle risposte date alle rogatorie presentate nel corso di questi trentaquattro anni dalla magistratura italiana. Nell' istanza se ne parla in maniera approfondita, ma si sottolinea come gli elementi forniti dalla Santa Sede non siano riusciti in realtà a chiarire tutti i misteri che ancora segnano la sparizione della quindicenne, nonostante gli accertamenti dei pubblici ministeri abbiano fatto emergere il ruolo di diversi prelati.

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