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    WE ALL LIVE IN A YELLOW SUBMARINE, YEAH! – IL FILM D’ANIMAZIONE DEI BEATLES COMPIE 50 ANNI: UN ESPLOSIVO "TRIP" DI PSICHEDELIA IN TINTA HIPPIE ("ALL YOU NEED IS LOVE") GIUNTA NELLE SALE IL 17 LUGLIO 1968 – LA PREVALENZA DI PAUL: A QUEL PUNTO, LE STRADE DEI QUATTRO STAVANO GIÀ INIZIANDO A DISTANZIARSI... - VIDEO


     
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    Seba Pezzani per "il Giornale"

     

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    Sono lontani i tempi in cui il Sergente Pepper dichiarava «Corrono vent' anni, oggi...» o intonava, con una nostalgia che i venticinque anni di Paul McCartney rendevano poco credibile, «Quando sarò vecchio e starò perdendo i capelli, tra molti anni...».

     

    Già, altri tempi. E, fra qualche giorno, i milioni, forse miliardi di fan dei Beatles di tutto il mondo festeggeranno il cinquantennale dall' uscita del film d' animazione Yellow Submarine, giunto nelle sale esattamente il 17 luglio 1968.

     

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    Macca oggi di anni ne ha 76 e Ringo Starr, l' altro Beatle rimasto, ne compirà 78 pochi giorni prima dell' anniversario. Eppure, cinquant' anni fa, i quattro di Liverpool avevano già segnato un precedente, una prima volta praticamente in ogni aspetto del mondo del pop: il primo video (quello di Strawberry Fields Forever), il primo album concept (Sergeant Pepper' s, appunto, anche se è un primato contestato), la prima tournée negli stadi e via discorrendo.

     

    Dunque, quando il film di animazione del regista George Dunning e dell' illustratore Heinz Edelmann (1934-2009) fece la sua comparsa nelle sale, venne posato un nuovo mattoncino di un mito popolare in costruzione. Era l' estate successiva alla Summer of Love, ma gli effetti deflagranti di quell' esplosione di amore cosmico avvenuta a San Francisco erano tuttora forti, soprattutto sulla sponda europea dell' Atlantico.

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    In fondo, era stata proprio l' esperienza dei Beatles a liberare da ogni inibizione postbellica quel mondo americano la cui musica aveva tenuto i Beatles a battesimo. L' Atlantico non è un laghetto con le paperelle di plastica, ma per le menti ottenebrate dalle sostanze psichedeliche e dai sogni di fratellanza universale della generazione che di lì a poco avrebbe invaso Woodstock non faceva grande differenza.

     

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    La canzone-manifesto dei Beatles «figli dei fiori», ovvero All you need is love, era stata lanciata con uno show televisivo in mondovisione un anno prima e aveva in qualche modo gettato le basi per un progetto di più ampio respiro.

     

    In fondo, i Beatles fin dagli inizi avevano sempre mostrato grande interesse per film che ne celebrassero la popolarità e la grandezza ma, ora che stavano «perdendo i capelli» in realtà se li stavano facendo crescere come non si era mai visto, ostentando in qualche modo un' appartenenza al movimento hippie e, soprattutto, la conquistata maturità umana e artistica ci sarebbe voluto qualcosa di più corposo, di più impegnativo.

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    Un tentativo, per la verità non particolarmente fortunato, era stato fatto da poco con il film sperimentale autoprodotto Magical Mystery Tour, un polpettone che metteva insieme un documentario on the road con un po' di vaudeville e parecchio ciarpame psichedelico.

     

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    La colonna sonora, come sempre, era stata ineccepibile, ma la presenza un po' ingombrante di Paul McCartney al timone aveva iniziato a far scricchiolare qualcosa nel perfetto ingranaggio della macchina Beatles.

     

    Ecco, dunque, che l' idea di trasformarsi in personaggi da cartone animato sorrise ai quattro, che non avrebbero dovuto sobbarcarsi l' impegno di dure riprese cinematografiche, ma che, semplicemente, avrebbero dovuto creare qualche canzone con cui accompagnare le immagini e incassare una lauta somma. In realtà, a conti fatti, non ci si impegnarono nemmeno tanto.

     

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    A quel punto, le strade dei quattro stavano già iniziando a distanziarsi e la colonna sonora del film raccoglie alcuni pezzi che non figurano certo tra i migliori dati alle stampe dai quattro di Liverpool. E i due pezzi trainanti, guarda caso, furono Yellow Submarine, scritta quasi per scherzo da Paul McCartney per far cantare qualcosa di semplice a Ringo, e All you need is love. Il resto della colonna sonora è rappresentato da musiche di George Martin ispirate più o meno direttamente alle sonorità dei Beatles.

     

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    Ma veniamo alla storia del film e del libro che lo riassume. Una favola semplice ma per nulla banale: l' armonia di Pepperlandia, dove la Banda del Sergente Pepper mantiene felice la gente suonandole sempre la sua canzone preferita, è messa a rischio dall' arrivo dei Biechi Blu, che non ne vogliono sapere della musica e che hanno deciso di trasformare Pepperlandia in un mondo grigio. Saranno il Sottomarino Giallo in rotta su Liverpool e i Beatles a risolvere il guaio e a ripristinare un' atmosfera di gioia, musica e amore.

     

    I disegni dell' artista tedesco Heinz Edelmann sono la perfetta rappresentazione del periodo, facendo della storia di Yellow Submarine una fiaba adatta ai bambini tanto quanto ai più incalliti fruitori di sostanze psichedeliche, con battute che si avvicinano al cupo sarcasmo portuale di John Lennon.

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    L' idea stessa del «Sottomarino Giallo», secondo alcuni, maschera come spesso succedeva con i Beatles un riferimento alle capsule gialle di Nembutal oppure a un vero e proprio trip. Possibile, considerato che le vite dei quattro di Liverpool stavano prendendo una china piuttosto dissoluta.

     

    In occasione del cinquantennale dall' uscita del film, Gallucci Editore ripubblica il libro originale in due diverse versioni, entrambe speciali: una nel formato standard (euro 15), con i disegni nelle tinte vivacissime con cui sono apparsi per la prima volta, e una in formato pop-up a fisarmonica (euro 9,90).

    beatles e le droghe beatles e le droghe

     

    Sono due macchie di colore e di storia degli anni Sessanta e ne consiglio vivamente la visione unita all' ascolto della musica che li ha in qualche modo generati. Pare, infatti, che i Beatles stessi, che non avevano ascoltato le loro voci se non verso la fine della postproduzione, siano rimasti favorevolmente colpiti dalla riuscita dell' opera.

     

     

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