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    PERDERSI NEI BOSCHI - IL M5S MARTELLA SUL CAPO DELLA PROCURA DI AREZZO, ROBERTO ROSSI, CHE INDAGA SU BANCA ETRURIA: “SERVE UN MAGISTRATO AL DI SOPRA DELLE PARTI. È ANDATO AL CSM A DIRE DI NON AVER MAI CONOSCIUTO BOSCHI, MENTRE SI SCOPRE CHE HA ARCHIVIATO UN'INCHIESTA SU DI LUI”


     
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    1 - ETRURIA, GRILLINI IN PIAZZA CONTRO IL MAGISTRATO

    Gianluca Paolucci per “la Stampa”

     

    roberto rossi roberto rossi

    «Chiediamo che a condurre l' inchiesta su Banca Etruria sia un magistrato al di sopra delle parti». Alessandro Di Battista, deputato del Movimento 5 stelle, parla dal palco della centrale piazza San Jacopo, nel cuore dello struscio di Arezzo. La domenica mattina di sole ha attirato in centro qualche centinaio di persone, molti militanti e simpatizzanti grillini e molti curiosi di passaggio.

     

    Si parla di Banca Etruria e tra le invettive contro il governo Renzi, il Pd e Bankitalia, è proprio il passaggio sul procuratore di Arezzo, Roberto Rossi, e sui suoi rapporti - veri o presunti - con Pierluigi Boschi, ex vicepresidente dell' istituto e padre del ministro Maria Elena Boschi, quello politicamente più rilevante.

     

    «Rossi che è andato al Csm a dire di non aver mai conosciuto Boschi, mentre adesso si scopre che ha archiviato un'inchiesta su Boschi. I cittadini truffati - dice il parlamentare grillino - si meritano che a indagare sia un magistrato al di sopra delle parti». Il riferimento è a una vecchia vicenda della compravendita immobiliare di una tenuta nella campagna aretina.

     

    roberto rossi marco donati del pd roberto rossi marco donati del pd

    Un fascicolo aperto da Rossi con l' ipotesi di turbativa d' asta, poi modificata in estorsione. Un testimone aveva raccontato a Rossi che Boschi pretese il pagamento di 250 mila euro in contanti per vendere un appezzamento di terreno della tenuta. L' inchiesta viene infine archiviata a novembre 2013, poco prima che Rossi venga nominato procuratore capo di Arezzo.

     

    «La magistratura va lasciata stare, noi ne rispettiamo l' autonomia, ma qualcosa su Rossi va detto», dice ancora Di Battista. Il magistrato è oggetto di un procedimento del Csm per un suo presunto conflitto d'interessi in relazione all' incarico di consulenza per il governo. Procedimento che era già stato archiviato, martedì scorso. Ma che lo stesso Csm ha deciso di congelare dopo le rivelazioni sulla precedente inchiesta.

    maria elena boschi roberto rossi ad arezzo nell ottobre 2015 maria elena boschi roberto rossi ad arezzo nell ottobre 2015

     

    Intanto, il procuratore generale della Cassazione Pasquale Ciccolo ha chiesto al Csm gli atti del fascicolo, che può preludere ad una azione disciplinare nei confronti di Rossi. La richiesta dei grillini aggiunge adesso un fronte "politico" alla già difficile posizione di Rossi di fronte al Csm.

     

    Intanto proprio sul fronte dell'inchiesta c'è da registrare l'acquisizione da parte della procura della richiesta di insolvenza presentata dal commissario liquidatore della vecchia Banca Etruria, Giuseppe Santoni lo scorso 28 dicembre. La prima udienza è fissata per l'8 febbraio e l'eventuale dichiarazione d'insolvenza del tribunale farà scattare l'ulteriore ipotesi di bancarotta a carico degli ex vertici. Dal documento depositato al tribunale fallimentare di Arezzo emerge una situazione di grave dissesto, appesantita con la gestione commissariale della banca anche a causa delle ulteriori rettifiche effettuate sulle sofferenze.

    ROBERTO ROSSI ROBERTO ROSSI

     

    La perdita al 22 novembre scorso, giorno della risoluzione dell' istituto e della nascita della Nuova Banca Etruria ripulita, è di altri 580 milioni, che sommati ai 526 registrati dal vecchio consiglio di amministrazione al 31/12/2014 e ai 61 milioni al 30 settembre 2015 portano una perdita cumulata di 1,167 miliardi di euro. Con un forte peso delle svalutazioni: la copertura delle sofferenze, già al 60 per cento contro una media del sistema del 44%, viene infatti portata all' 80% .

     

    2 - IL GIUDICE TUTTO D’UN PEZZO E QUEL NO GALEOTTO SULLA CONOSCENZA DI BOSCHI

    pier luigi boschi pier luigi boschi

    Da “la Stampa”

     

    C' è un momento esatto, nella carriera di Roberto Rossi, 56 anni, procuratore capo di Arezzo dall' estate del 2014, che può cambiare la sua storia umana e - quello che qui interessa - il destino dell' inchiesta più delicata e scottante tra le tante che affollano le procure italiane. Quel momento è un "no" pronunciato da Rossi il 28 dicembre scorso e l' inchiesta è ovviamente quella su Banca Etruria. Fino ad allora, la sua storia era quella di una limpida e cristallina carriera di un magistrato inquirente di provincia.

     

    Ai giornalisti che chiedono ormai ossessivamente del ruolo nell' inchiesta di Pierluigi Boschi, risponde sempre: "Non parlo degli indagati, figuriamoci se parlo di chi non è indagato".

     

    Fino al 28 dicembre, quando è stato sentito dalla prima commissione del Csm per la presunta incompatibilità tra l' indagine su Banca Etruria e il suo incarico di consulenza con il governo, era abituato che a parlare per lui fossero le carte dei processi istruiti e le condanne definitive assegnate agli imputati.

     

    maria elena e pier francesco boschi maria elena e pier francesco boschi

    Perché questo magistrato determinato e ambizioso dai modi garbati, che parla sempre a bassa voce è uno che di risultati in carriera ne ha portati. La sua storia di magistrato inizia alla procura dei Mantova, poi passa a Siena. Arriva ad Arezzo alla fine degli anni '90 e alcune delle vicende più clamorose per questa città portano il suo nome. Nel 2005 la sua inchiesta sulla gestione urbanistica della città fa cadere la giunta di centrodestra.

    Tre consiglieri comunali arrestati, l' allora sindaco Lucherini indagato. Un terremoto. In Cassazione molte condanne e qualche prescrizione. Ce n' è anche per l' altra parte: lo scorso anno, a poche settimane dal voto amministrativo, mette sotto indagine Pasquale Macrì, assessore alla cultura della giunta di centrosinistra.

     

    lorenzo rosi pier luigi boschi lorenzo rosi pier luigi boschi

    Secondo qualcuno è anche per questo se dalle elezioni esce vincitore il centrodestra, nella città considerata il feudo politico di Maria Elena Boschi. Che è anche la città di Licio Gelli: Rossi indaga, salta fuori una storia di evasione fiscale che riguarda proprio gli affari del fu Venerabile. Arriva a ottenere il sequestro di Villa Wanda, ma il processo si conclude con una prescrizione. Si occupa anche di finanza, con il crac di Eutelia. Il patron Samuele Landi si è preso 9 anni in primo grado per bancarotta fraudolenta.

     

    Quando nel 2014 viene nominato procuratore, il primo troncone d' inchiesta su Etruria è già partito, sulla base della relazione recapitata in procura da Bankitalia. Contesta all' ex presidente Giuseppe Fornasari - una vita nella Dc, era stato anche sottosegretario in due governi Andreotti - e ad altri due manager il reato di ostacolo alla vigilanza per aver nascosto a Bankitalia la reale condizione della banca.

     

    protesta dei risparmiatori davanti banca etruria 5 protesta dei risparmiatori davanti banca etruria 5

    A questo si aggiungerà poi un fascicolo per false fatture, uno sui conflitti d' interesse dei consiglieri e un altro ancora sulla truffa a danno dei risparmiatori. Quando arriverà la ormai scontata dichiarazione d' insolvenza, ci sarà da mettere in conto anche la bancarotta.

    In mezzo però c' è quel 28 dicembre. Davanti alla Commissione gli viene chieste se conoscesse papà Boschi o altri componenti della famiglia e Rossi risponde di no.

     

    La settimana scorsa salta fuori - su Panorama - una vecchia inchiesta che coinvolge proprio il papà della Boschi. Una storia di compravendite immobiliari, l' accusa di turbativa d' asta ed estorsione conclusa con un' archiviazione. Il sospetto del Csm, che ha congelato l' archivizione del procedimento, è che abbia mentito. La sua difesa è che non ha mentito, intendendo la conoscenza come consuetudine o almeno saltuaria frequentazione. E che lui Boschi non lo ha mai incontrato. Intanto però anche la Corte di Cassazione ha chiesto al Csm gli atti. La possibilità sempre più concreta è che l' indagine su Etruria passi a qualcun altro.

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