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    BRUCIARE TUTTO, BRUCIARE SITI – DOPO LA STRONCATURA DI MICHELA MARZANO, IL ROMANZO SU UN PRETE PEDOFILO E' ORRORE O CAPOLAVORO? – LIDIA RAVERA: "LA LETTERATURA VA GIUDICATA SOLO CON IL METRO DELLA LETTERATURA" - IL CRITICO E SCRITTORE MASSIMO ONOFRI: "LOLITA FA UN SERVIZIO ETICO, PERCHÉ ENTRA IN UN PERSONAGGIO NEGATIVO E CE LO SPIEGA"


     
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    Marco Belpoliti per la Repubblica

     

    E Nabokov allora? La sua Lolita era morale o immorale? La passione di Humbert Humbert per la magica ninfetta cos' è? Pornografia? O altro? Era ed è letteratura. Non si può fare a meno di riconoscere che il libro uscito a Parigi presso la casa editrice Olympia nel 1955, con grande scandalo dei contemporanei, non era un libro pornografico, ma, come ha poi scritto il suo autore, il resoconto di un rapporto d' amore con la lingua inglese, rapporto problematico e persino tragico.

     

    Eppure l' amore per la ninfetta scandalizzò molti e costrinse Nabokov a pubblicare all' estero. Mi ha sempre colpito un dettaglio che riguarda Eichmann, lo sterminatore nazista, che ebbe in lettura da uno dei suoi carcerieri a Gerusalemme il libro (ignoro in che lingua l' avesse letto), e lo restituì schifato. Non era ovviamente un giudizio letterario, ma estetico. O un giudizio etico?

     

     

    Toccava di certo una sensibilità che anche "lo specialista" nazista aveva. Senza dubbio Nabokov ha colpito quella sensibilità parlando della passione amorosa del professore per la ragazzina. Da cosa è composta la sensibilità?

     

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    Da elementi che riguardano l' educazione, ma anche le inibizioni, e dunque le pulsioni più profonde, per dirla con Freud, dell' inconscio. La stessa cosa si può dire di Pier Paolo Pasolini.

    Mi riferisco alla sua letteratura, non al cinema, per cui vale, per via dell' immagine, un discorso appena diverso, e tuttavia diverso. Su Pasolini vige da tempo una sorta di rimozione. Non si può pronunciare una parola, ha detto più volte Alberto Arbasino: pedofilia. Pasolini pedofilo? Si dice sempre omosessuale, proprio lui che ha scritto a chiare lettere su una rivista che voleva fare l' amore con i ragazzi. Li amava.

     

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    Non c' è nell' opera scritta di Pasolini la descrizione del rapporto sessuale tra un adulto e un ragazzo. Eppure Ragazzi di vita andò sotto processo nell' Italietta democristiana. Fu assolto, alla fine. E fu solo uno dei tanti processi che Pasolini ebbe, a partire dal primo per "atti osceni in luogo pubblico" nel 1949 in Friuli.

     

    E allora? Pasolini è un poeta, uno scrittore, le sue opere restano - non tutte ovviamente, perché proprio i romanzi sono invecchiati. La valutazione di uno scrittore si fa sulle sue pagine. Per dirla icasticamente: non si possono né si devono scrivere libri brutti. Non ho letto il libro di Walter Siti Bruciare tutto. Non era in libreria nei giorni scorsi e probabilmente è arrivato oggi.

     

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    Lo leggerò, come ho fatto con gli altri libri di Siti: alcuni mi hanno convinto, altri no. L' unica cosa che conta in letteratura è se un libro funziona, se è riuscito. Non posso dirlo per Bruciare tutto, e me ne dispiace. Mi chiedo ancora: appare legittimo parlare di certe cose? La storia del prete pedofilo di Siti è gratuita oppure no? Lo decide la letteratura. Come uomo so che ci sono cose che non ho piacere di leggere, o di vedere, perché non le sopporto, non le trovo consonanti con la mia visione del mondo.

     

    La pedofilia è una di queste. Si può separare l' uomo dallo scrittore? Difficile, ma un punto di discrimine c' è. L' unica cosa che conta per un critico è se Bruciare tutto è una porcheria o un capolavoro. Su un tema simile la via di mezzo non è consentita.

     

     

    2. LA VERA LETTERATURA NON TEME MAI IL RISCHIO DI RAPPRESENTARE IL MALE

     

    Ida Bozzi per il Corriere della Sera

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    La questione sollevata dal tema del romanzo di Walter Siti, Bruciare tutto , è e resta scabrosa: quali sono i limiti della letteratura? La letteratura ha confini etici o può occuparsi di qualsiasi cosa? Può un romanzo raccontare il male, portando nella pagina un protagonista che in qualche modo (e i modi sono sterminati) lo incarna?

     

    In tutti i tempi, in forme diverse, e con effetti disturbanti, i romanzieri hanno posto al centro dei loro libri personaggi cattivi senza remissione: ad esempio, l' infanticida stupratore Stavrogin nei Demoni di Fjodor Dostoevkij, il serial killer Patrick Bateman in American Psycho di Bret Easton Ellis; oppure anche il nazista Max Aue ne Le benevole di Jonathan Littell.

     

    C' è un limite? Abbiamo chiesto ad alcuni autori e critici letterari di pronunciarsi su questo punto, sollevato polemicamente, in relazione al romanzo di Siti, ieri sulla «Repubblica» da Michela Marzano.

     

    «Parlando in generale, la letteratura ha i suoi limiti in se stessa - afferma il critico letterario e scrittore Massimo Onofri -. Perché l' estetica non è disconnessa dall' etica, ha una sua etica non detta e interna: se un libro riesce a consegnarci il male, questa può essere un' operazione moralmente molto nobile, più della "condanna edificante" del male stesso».

    LIDIA RAVERA LIDIA RAVERA

     

    L' esempio è quello di Lolita di Vladimir Nabokov, che fu accompagnato da uno scandalo senza precedenti, spiega Onofri: « Lolita fa un servizio etico, perché riesce a entrare in un personaggio negativo e ce lo spiega, quindi lo disinnesca. L' opera di conoscenza è sempre moralmente positiva: per dire, se i brigatisti avessero letto I demoni di Dostoevskij, magari avremmo avuto meno terroristi.

     

    Walter Siti Walter Siti

    E guai a confondere gli autori con i loro personaggi. Certo, deve essere vera letteratura. Per spiegarlo faccio un esempio invece opposto: perché Bagatelle per un massacro di Céline è invece un libro brutto? Perché non aiuta, faccio per dire, a disegnare una mappa dell' antisemitismo, non racconta la vita di un antisemita: è solo un libro antisemita, piccolissimo, angusto, asfissiante».

     

    L' estetica contiene dunque una «sua» etica, secondo il critico, e questo aspetto è sottolineato da molti autori. «In generale, nei romanzi, sarebbe bene - interviene Franco Cordelli, critico, saggista e scrittore - che il giudizio morale fosse implicito. E occorre valutare il libro dal punto di vista estetico.

     

    Ma comunque, un giudizio morale esplicito è quanto di più alieno dalla letteratura. Non è buono scrivere qualunque libro per sostenere una tesi, a maggior ragione una tesi sommamente discutibile. Pensiamo a Lolita , che ho riletto di recente: è un libro anche profondamente ironico, e lo è anche perché l' autore prende le distanze dal personaggio, certo in modo non appariscente, ma tra il professore e Nabokov il lettore avverte una vera frattura, una frattura totale».

    Lidia Ravera Lidia Ravera

     

    Tutti gli autori e i critici concordano su un fatto, nonostante la varietà e la diversa declinazione delle opinioni e delle riflessioni: il discrimine sulla letteratura è che sia vera letteratura.

     

    «C' è pure tanta cattiva scrittura - spiega il docente e critico Giulio Ferroni - che si compiace di mostrare e di soddisfare curiosità morbose, sull' onda di certo esibizionismo radicale che domina questi tempi». Una questione che non riguarda soltanto la scrittura, ma tutte le forme di racconto, quello dei mezzi di comunicazione, televisione, social e rete compresi.

     

    Ferroni pone alcuni distinguo ulteriori: «In generale la letteratura non ha limiti, in teoria. Poi i limiti a mio parere sono quelli di una ricerca di bene nel male. Deve mantenere l' apertura verso qualcosa di diverso: anche quando affronta i fatti più terribili, tiene dentro di sé un' apertura, uno spiraglio; dal negativo dovrebbe emergere che resistere - per parafrasare un titolo proprio di Siti - serve a qualcosa; la letteratura deve resistere alle finestre di orrore che pure ci sono: in qualche modo, per citare Umberto Saba, ogni estremo di male un bene annuncia , o meglio, dovrebbe annunciare un bene».

    Limiti interni, etica nell' estetica, assenza di limiti.

     

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    Che cosa ne pensa Lidia Ravera, autrice (con Marco Lombardo Radice) di un libro uscito nel 1976, Porci con le ali , che fece scandalo per l' irriverenza del linguaggio e il sesso esplicito? «Non esistono "i limiti della letteratura" - afferma Lidia Ravera -, la letteratura è limite di sé medesima, dipende non da che cosa racconta, ma da come lo racconta. Questo perché la letteratura è la ricerca della verità con le parole. E non è che noi decidiamo di scrivere un libro più che un altro: se lavoriamo bene, un libro è sempre universale».

     

    Lidia Ravera ha appena pubblicato il nuovo romanzo, Il terzo tempo (Bompiani), che parla di «quello scandalo assoluto che è oggi essere vecchi», spiega l' autrice. E conclude: «Può darsi che un libro faccia scandalo e ogni epoca ha i suoi scandali. Ma la letteratura va giudicata solamente con il metro della letteratura. Qualsiasi altro metro è illegittimo».

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