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    BALLE DA MUSEO - IN PROVINCIA DI PISTOIA VIENE INAUGURATO IL “MUSEO DELLA BUGIA” - COSA E’ ESPOSTO? 61 PANNELLI, 95 FOTOGRAFIE, 227 VIGNETTE, 80 ARTICOLI DI GIORNALE, 17 CARTELLI STRADALI, 14 DIPLOMI, TUTTI AUTENTICAMENTE FALSI - DAL “TAPPO DEL LAGO DI COMO” AL “FORMAGGIO DI LATTE DI GALLINA”, ECCO COSA TROVERETE


     
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    MUSEO DELLA BUGIA MUSEO DELLA BUGIA

    Alberto Mattioli per “la Stampa”

     

    Finalmente la bugia, un prodotto intellettuale così diffuso e così utile, benché spesso calunniato, ha il suo museo. Hanno provveduto alle Piastre, frazione di Pistoia, 80 abitanti, prodotti tipici il ghiaccio (almeno nell' evo pre-frigorifero) e le menzogne.

    Sì, perché alle Piastre si svolge dal 1966 il Campionato italiano della bugia, giunto alla 41 a edizione e preceduto ieri dall' inaugurazione, appunto, del Museo della bugia. Diciamolo: era ora che qualcuno ci pensasse.

     

    MUSEO DELLA BUGIA MUSEO DELLA BUGIA

    Nel museo sono in mostra 61 pannelli, 95 fotografie, 227 vignette, 80 articoli di giornale, 17 cartelli stradali, 14 diplomi, tutti autenticamente falsi. Come del resto l' oggettistica: il tappo del lago di Como, l' acqua del Diluvio universale, il formaggio di latte di gallina, il dado tratto da Cesare al Rubicone, il biglietto aereo per New York di Cristoforo Colombo, il piede di marmo scolpito da Modigliani prima di dedicarsi alle teste (e qui siamo alla bugia sulla bugia, la bugia al quadrato, puro virtuosismo). C' è perfino una falsa quartina di Nostradamus, che ai suoi tempi sarebbe passato di qui e avrebbe profetizzato al luogo un glorioso futuro di fandonie.

     

    MUSEO DELLA BUGIA MUSEO DELLA BUGIA

    Oggi al Campionato si sfideranno trenta concorrenti. Non a chi la spara più grossa, ma a chi la racconta migliore, perché in fin dei conti la bugia non è che una bella storia rovinata dalla verità. A scegliere il vincitore, annuncia malizioso il magnifico rettore della locale Accademia della bugia, Emanuele Begliomini, agronomo per professione e bugiardo per passione, «una giuria composta da specialisti della materia: politici e giornalisti» (però mancano i diplomatici, che di menzogne ne raccontano altrettante se non di più, solo più eleganti).

     

    MUSEO DELLA BUGIA MUSEO DELLA BUGIA

    Il tema, oltretutto, è di grande attualità, in quest' era di «fake news» propalate a mezzo Internet, bufale in rete che si moltiplicano e si raddoppiano fino a provocare conseguenze catastrofiche, tipo guerre per eliminare armi di distruzione di massa che non ci sono o isteriche crociate «no vax». Il vecchio Goldoni aveva già capito tutto: «Le bugie sono per natura così feconde, che una ne suol partorir cento».

     

    In rete, anche mille. E allora viva le vecchie care bugie, pietose se occorre, interessate se è proprio indispensabile,  interessanti sempre altrimenti non vale la pena di dirle, e nei casi migliori così creative da sconfinare nell' arte. Il più bel reportage sullo sbarco sulla Luna racconta quello che non è mai avvenuto, protagonista Astolfo: solo che i lettori dell' Ariosto sapevano che era una favola, e soprattutto sapevano godersela. Invece le attuali vittime delle web-balle pensano che sia una frottola il resoconto dell' allunaggio vero, e ci si indignano pure.

    MUSEO DELLA BUGIA MUSEO DELLA BUGIA

     

    E allora la bugia, questa «verità in maschera» (il copyright è di Byron), se praticata con inventiva, moderazione e memoria (niente di peggio che dimenticare una bugia) alla fine è sì un peccato, ma veniale. Ah, e se vi dicono che a dirle cresce il naso, non credeteci. È una bugia.

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