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    ARCHEO “GIGLIO MAGICO” - IN UN DOSSIER DEL ROS DEL 2008 L’AIUTO DATO DA RENZI ALLA "RAPPRESAGLIA" CHIESTA DALL'ASSESSORE DI FIRENZE GRAZIANO CIONI CONTRO UNA RIVALE - IN UNA VICENDA DI SANITÀ SPUNTA MARRONI, ORA AL VERTICE DI CONSIP


     
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    Gianluca Di Feo per “la Repubblica”

     

    RENZI CIONI RENZI CIONI

    «Lillo mi conosce, perché facemmo una transazione per una cosa che scrisse sul mio conto che non era vera, ma io mi sono impegnato a non rivelare i contenuti dell' accordo».

     

    Le parole pronunciate da Matteo Renzi non sono corrette: sono io l'autore dell'errore in quell'articolo de "l' Espresso" firmato assieme a Marco Lillo nel dicembre 2008. Ho scritto che l'allora candidato sindaco di Firenze era indagato: una circostanza falsa, frutto di una notizia non verificata. Renzi presentò querela e la ritirò nel dicembre 2011, dopo un accordo con un risarcimento economico.

     

    Le parole dell'ex premier mi hanno spinto a rileggere i documenti alla base di quell'errore.

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    Scoprendo negli atti giudiziari di nove anni fa alcune ricorrenze singolari: nulla di penalmente rilevante, ma uno scorcio illuminante sulle radici di quello che viene chiamato "il giglio magico" e che adesso tiene banco nel caso Consip.

     

    Si tratta del dossier del Ros sull'assessore fiorentino Graziano Cioni, lo "sceriffo" che voleva la linea dura contro i venditori ambulanti e preparava la corsa per Palazzo Vecchio. Nelle telefonate del 2008 discute di una donna, Sonia Innocenti, che aveva deciso di appoggiare un altro sfidante al vertice del Comune, Lapo Pistelli, e poteva garantire i voti dei commercianti. Cioni sosteneva di averla fatta assumere con una raccomandazione dall'azienda Bassilichi.

    LUIGI MARRONI LUIGI MARRONI

     

    E - scrivono i carabinieri al «suo alleato politico Matteo Renzi, attuale presidente della Provincia, Cioni impartisce le direttive per attuare la rappresaglia che arrechi un danno concreto alla Innocenti già nel suo ambiente di lavoro». «Cioni passa quindi alle disposizione operative, avvisando Renzi che la Innocenti non deve più avere udienza presso alcun ente pubblico come rappresentante dell'impresa Bassilichi».

     

    «Renzi - prosegue il documento - fa capire di aver recepito quale ritorsione occorre attuare: "quello che mi dovevi dire l'ho bello e sentito"». Il giorno dopo, Renzi «si compiace di informare Cioni di aver già fatto giungere una sorta di avvertimento alla Innocenti: "alla Sonia quel messaggio che mi avevi detto ieri... gliel'ho fatto dare in modo molto brutale al suo capo"». Ossia Marco Bassilichi, poi finanziatore della fondazione Open. E il futuro premier precisa di avere trasmesso il «messaggio» attraverso Filippo Vannoni.

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    Sì, proprio quel Filippo Vannoni che nello scorso dicembre è diventato il testimone del caso Consip. Quello che ha dichiarato di avere saputo dell' indagine da Luca Lotti e ha messo a verbale l'avvertimento di Renzi sullo stare attento a Consip: otto anni fa aveva già un rapporto priviligiato con Matteo, evidenziato dalle intercettazioni del Ros. Ma torniamo al 2008. Nella pagina successiva a quella in cui i carabinieri trascrivono il colloquio di Renzi, c' è una conversazione tra il solito Cioni e l' allora assessore alla Sanità Enrico Rossi, oggi presidente della Regione Toscana.

     

    «Gli chiede, come piacere, di posticipare di almeno 5 mesi la chiusura del Cup di Borgo Ognissanti, solo perché tale decisione gli avrebbe arrecato un danno sul piano del consenso, con ricadute negative per la sua campagna elettorale: "Bisogna tu mi faccia un piacere perchè questo Vannozzi... il Marroniè un po' in difficoltà..."». «Il Marroni» è Luigi Marroni che oggi siede al vertice di Consip: quello che ha fatto rimuovere dagli uffici le microspie degli investigatori napoletani, innescando l'escalation dell' inchiesta. All' epoca era direttore dell' Asl fiorentina, poi il governo Renzi l'ha nominato alla guida della società che arbitra tutti gli appalti più importanti.

     

    FILIPPO VANNONI FILIPPO VANNONI

    Stando alle cronache locali, il problema del Cup sollecitato da Marroni sarebbe stato poi risolto trasferendolo in una struttura dell' ente Montedomini, presieduto da Vannoni. Corsi e ricorsi storici sulle rive dell'Arno. La carriera di Cioni è stata stroncata dall' indagine per corruzione, aprendo la strada all'ascesa di Renzi: la Cassazione lo ha assolto solo nello scorso maggio. Ma in quel 2008 Vannoni, Marroni e gli altri uomini chiave del caso Consip erano già una squadra affiatata.

    GIANLUCA DI FEO GIANLUCA DI FEO marco lillo marco lillo

    filippo vannoni e matteo renzi filippo vannoni e matteo renzi

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