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    “L’ANNO SCORSO FU UN SANREMO UN PO’ COMUNISTA. NOI NON INTERFERIREMO, NOI SIAMO DIVERSI” - LA SANTANCHÈ INTERVIENE SULLA SVOLTA DI AMADEUS CHE, IN PIENA TELE-MELONI, HA CHIESTO ALLA POLITICA DI STARE LONTANA DAL FESTIVAL – FRATELLI D’ITALIA, LEGA E FORZA ITALIA CHE L’ANNO SCORSO ATTACCARONO LA KERMESSE, FANNO SAPERE CHE SI ADEGUERANNO - IL FORZISTA GASPARRI: “SANREMO? NUN ME NE PO’ FREGÀ DE MENO, UN TEMPO SI PARLAVA DELLE CANZONI DI ORIETTA BERTI, NON DEL CONTORNO”


     
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    Concetto Vecchio per repubblica.it- Estratti

     

    amadeus amadeus

    «L’anno scorso fu un Sanremo un po’ comunista. Noi non interferiremo, noi siamo diversi». È domenica pomeriggio e Daniela Santanchè applaude Amadeus, che, ieri intervistato da Silvia Fumarola su Repubblica, ha chiesto alla politica di stare lontana dal festival.

     

    E se fosse stato un modo per mettere le mani avanti, per evitare che la destra nostrana trasformi l’Ariston in una convention stile “Dio patria e famiglia?”. «Ma no, ma no», assicura Santanché. «Noi siamo per una Rai pluralista, noi stiamo lontani dalle canzoni».

     

    daniela santanche daniela santanche

    Manca ancora un mese e cresce la febbre sanremese. È la stagione di TeleMeloni. C’è da fidarsi?

     

    «Nun me ne po’ fregà de meno», è la prima reazione di Maurizio Gasparri. Poi si lascia tentare. Ha letto Amadeus. «Ha ragione. La politica stia fuori da Sanremo. Ma anche il Festival non si occupi di politica. Attendiamo fiduciosi».

     

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    amadeus premiato foto di bacco amadeus premiato foto di bacco

    Interazioni social da urlo. La fotografia di un’Italia simile a quella di Elly Schlein. E infatti il sottosegretario meloniano Gianmarco Mazzi disse che la Rai avrebbe dovuto cambiare i suoi vertici, per provare a cambiare la narrazione. Infatti la Rai è diventata la Pravda di Giorgia. I gangli vitali sono tutti occupati. La lottizzazione nera compiuta. Dai, quest’anno anche i leghisti staranno davanti alla tv.

     

    «Certo che lo vedrò», assicura non a caso un altro pasdaran come il leghista No Euro Claudio Borghi. Lontano sembra il «Sanremo chi?», pronunciato dal salviniano Stefano Candiani. E Salvini che farà? Ricordate? Attaccò il presidente della Repubblica, che peraltro non disse una sola parola, limitandosi a sorridere delle battute di Benigni. Il ministro della cultura Gennaro Sangiuliano però chiese e ottenne che si parlasse di foibe, come riequilibrio culturale. Alzi la mano chi se lo ricorda.

     

    «Un tempo si parlava delle canzoni di Orietta Berti, non del contorno», sostiene Gasparri.

    maurizio gasparri maurizio gasparri

     

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    I campioni della destra dicono che staranno lontani da ogni intromissione. Claudio Borghi fa un po’ di autocommiserazione culturale: «Ci vorranno cinquant’anni per riequilibrare i torti subiti dal centrodestra. Ma lo sa che molti amici miei artisti mi dicono che non possono rivelare che votano per me perché altrimenti non gli fanno fare le mostre? E, nonostante i tanti Degni in giro - il consigliere della Corte dei Conti che ha attaccato il governo su X - noi siamo equanimi».

     

    Ecco, la destra è buona. La sinistra sembra buona ma è cattiva. «Fateci sentire le canzoni!» è la richiesta di Borghi. «Solo musica» concorda Santanché. Anche questo modo di pensare è un programma politico.

    daniela santanche daniela santanche

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