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    L’ARMA NELLA VERGOGNA - CACCIARE SUBITO LE DUE MELE MARCE, LA LINEA DURA DEL SETTE-PINOTTI - “NON SI PUO’ CONSENTIRE CHE CHI INDOSSI LA DIVISA APPROFITTI DI UNA RAGAZZA” – "SI INDAGHERA’ SENZA SCONTI: NON ESISTE UN RAPPORTO CONSENZIENTE IN UNA SIMILE SITUAZIONE"


     
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    Fiorenza Sarzanini per il Corriere della Sera

     

     

    carabinieri carabinieri

    La confessione del carabiniere adesso rischia di travolgere l' intera Arma. Ecco perché il comandante generale Tullio Del Sette ha già concordato la linea con la ministra della Difesa Roberta Pinotti: dopo la sospensione decisa ieri, sembra scontato che entrambi i militari indagati per aver stuprato due studentesse statunitensi a Firenze, saranno congedati. Cacciati perché «non si può consentire che chi indossa la divisa approfitti di una ragazza».

     

    Il caso sarà chiuso in questo modo anche se l' indagine dimostrasse che non c' è stata violenza. Il colonnello Roberto Riccardi, responsabile della comunicazione del comando generale lo dice in maniera esplicita: «Non faremo sconti, non esiste un rapporto consenziente in una simile situazione. I due militari erano in turno e dunque non avrebbero dovuto fare nulla di quanto invece è accaduto. Soltanto in casi eccezionali un cittadino può salire sulla macchina di servizio e sempre per essere soccorso. Appare evidente che le intenzioni fossero altre e per questo pagheranno».

    Tullio del Sette Tullio del Sette

     

    Sin dall' inizio di questa vicenda i contatti tra Del Sette e Pinotti sono stati continui. E ieri mattina, ancor prima che arrivasse la notizia sulla scelta dell' appuntato di presentarsi davanti al magistrato accompagnato dal difensore, i due decidono di procedere.

     

    PINOTTI PINOTTI

    L' atteggiamento di Pinotti è netto, sottolinea come «due persone, due mele marce, non bastano per macchiare la reputazione dell' Arma». E chiede che la «reazione sia veloce, perché soltanto così potrà essere credibile». Nessuna indulgenza: «Chi sbaglia deve pagare. Chi indossa una divisa deve pagare doppiamente perché non si può tradire la fiducia che i cittadini ripongono in un pubblico ufficiale».

     

    Del Sette è d' accordo, sa che le conseguenze possono essere gravissime per l' intera istituzione. E sfoga la sua rabbia perché «è assai doloroso constatare come basti il comportamento indegno, illegittimo e immorale di un qualche carabiniere che tradisce la scelta di servizio, per oscurare il lavoro incessante che compiono silenziosamente ogni giorno e ogni notte oltre centomila carabinieri, con professionalità, generosità, sacrificio, nelle oltre 4.600 Stazioni, nelle centinaia di nuclei radiomobili e operativi o investigativi, nei reparti speciali e mobili, nelle sedi e missioni all' estero, con risultati di crescente efficienza».

     

    Alla ministra lo dice chiaramente: «La prima vittima è l' Arma, ferita gravemente nel suo prestigio, nella sua realtà di prima istituzione al servi-zio dello Stato e degli italiani.

     

    Questi militari hanno dimenticato che il loro primo dovere è quello di essere cittadini esemplari, di agire nell' onestà morale oltre che nella piena legalità».

    LOCALE FIRENZE LOCALE FIRENZE

     

    In attesa che l' indagine della Procura di Firenze ricostruisca nei dettagli la vicenda, il procedimento interno dovrà chiarire numerosi punti. Compreso il ruolo degli altri militari che a bordo di tre autovetture sono intervenuti giovedì sera davanti alla discoteca.

     

    Interrogati come testimoni avrebbero negato di aver visto le due ragazze salire sull' auto dei colleghi, ma è una versione che adesso dovrà essere ulteriormente verificata. Il timore è che questo non sia un caso isolato.

     

    Del resto appena tre mesi fa un' inchiesta della magistratura di Massa Carrara aveva fatto finire agli arresti otto carabinieri in servizio nelle caserme della Lunigiana per violenze, pestaggi e abusi nei confronti di stranieri e prostitute. Un incubo che sembra non avere fine.

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