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    L’ARTE DI TRUFFARE – SEQUESTRATE OPERE PER 25 MILIONI DI EURO A UN 60ENNE BERGAMASCO CHE SI SAREBBE DEFINITO COLLEZIONISTA PER VERSARE AL FISCO UN IMPORTO RIDOTTO, NASCONDENDO DI ESSERE UN IMPRENDITORE NEL SETTORE DELLE OPERE D'ARTE – TRA I BENI ARTISTICI SEQUESTRATI ANCHE UN ‘BACIO’ DI HAYEZ, UN MODIGLIANI E UN CANALETTO


     
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    B.L. per "Il Messaggero"

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    C' è anche un famoso Bacio di Hayez tra le opere sequestrate dalla Guardia di Finanza di Bergamo nel corso di un' indagine su presunte irregolarità fiscali nell' emersione di capitali all' estero da parte di un imprenditore d' arte bergamasco di 60 anni, noto collezionista, che ha portato al sequestro di beni artistici, per motivi compensativi della cifra non versate, del valore di 25 milioni di euro.

     

    Esistono quattro versioni documentate del celebre Bacio di Francesco Hayez, icona del Risorgimento italiano e uno dei più conosciuti dipinti tra il grande pubblico: un quadro alla Pinacoteca di Brera, la versione più famosa, del 1859, a Milano; un altro battuto all' asta da Christiès nel 2016 per 1 milione e 800 mila euro; una versione che si trova in una collezione privata, appunto, quella sequestrata, e una quarta versione che mostra un drappo bianco sui gradini, ai piedi della coppia. Il quadro sequestrato la settimana scorsa è la versione 1861, che misura 122 per 94 centimetri.

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    I SOSPETTI Le opere sequestrate al collezionista sono ben 77, tra cui dipinti di noti artisti come Brueghel, Vanvitelli, Manzoni, Fontana e Boldini. Per motivi cautelativi la Gdf gli ha bloccato anche altri 200 tra quadri e sculture di autori del calibro di Canaletto, Modigliani, Burri, Arcimboldo, Cerruti, Pomodoro, Baschenis.

     

    I sospetti sono nati quando l' imprenditore, dopo pochi giorni dall' avvio di una verifica fiscale nell' ottobre 2015, ha deciso di ricorrere alla voluntary disclosure, per regolarizzare un ingente patrimonio in opere d' arte.

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    L'attività investigativa, condotta anche attraverso intercettazioni telefoniche, accertamenti bancari, perquisizioni e assunzione di testimonianze, ha raccolto una serie di elementi per ritenere la procedura di emersione viziata da false attestazioni, che la legge punisce con la reclusione fino a sei anni.

     

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    In base all' ipotesi accusatoria, la persona sottoposta alle indagini si sarebbe definita collezionista per versare al Fisco un importo ridotto, nascondendo la sua reale posizione di imprenditore nel settore delle opere d' arte, agendo anche attraverso società nazionali ed estere per commercializzare sculture e dipinti d' autore.

     

    L' uomo deve anche rispondere del reato di autoriciclaggio, per aver ceduto ad una sua cliente, la cui posizione è attualmente al vaglio degli inquirenti, parte delle opere, per un valore complessivo di oltre 11 milioni di euro.

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