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    L’ATERMICO DRAGHI SENTE IL FREDDO DI BERLINO - SUPERMARIO ATTACCA: CON LE MISURE DELLA BCE, LA GERMANIA HA RISPARMIATO 28 MILIARDI - L’ABI TEDESCA PERO’ LO ACCUSA DI AVER PROVOCATO LA CRISI DI DEUTSCHE E DI COMMERZBANK - NEMMENO TANTO VELATI I SOSPETTI DEL BUNDERSTAG DI AVER VOLUTO FAVORIRE L’ITALIA CON LA POLITICA DEI BASSI TASSI - IERI LA CENA DELLA MERKEL CON HOLLANDE E JUNCKER, MA SENZA RENZI - OGGI, PERO’, VEDE IL PRESIDENTE BCE


     
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    Alessandro Alviani per “la Stampa

     

    È un intervento chiaramente tarato sulla platea di deputati tedeschi che lo circondano seduti intorno a un enorme tavolo circolare, quello che Mario Draghi ha tenuto ieri ai parlamentari delle commissioni Affari europei, Finanze e Bilancio del Bundestag.

    VIGNETTA BENNY DA LIBERO DRAGHI BAZOOKATE CONTRO LA MERKEL VIGNETTA BENNY DA LIBERO DRAGHI BAZOOKATE CONTRO LA MERKEL

     

    Draghi cita Wolfgang Schäuble per chiarire che «per far crescere in futuro i tassi di interesse a lungo termine sono necessari maggiori investimenti e riforme strutturali per aumentare la crescita e la produttività»; fa riferimento a studi della Bundesbank per smentire i timori diffusi in Germania sugli effetti dei tassi bassi.

     

    Ma soprattutto nell' ora e mezza di dibattito, avvenuto a porte chiuse (per volere della Cdu/Csu) e seguito a un breve colloquio col presidente del Bundestag Norbert Lammert, Draghi rivendica le sue politiche, sottolineando anche gli effetti positivi per la Germania: il governo tedesco ha potuto risparmiare l' anno scorso 28 miliardi di euro a causa dei tassi di interesse più bassi del previsto.

     

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    Le nostre misure sono efficaci, nota il numero uno dell' Eurotower. «La nostra politica monetaria ha supportato la crescita e l' occupazione e porterà alla fine l' inflazione verso il nostro obiettivo», nota. «I tassi bassi che abbiamo al momento sono necessari per tornare a tassi più alti in futuro». Ma affinché i nostri provvedimenti possano sviluppare a pieno i loro effetti, aggiunge, c' è bisogno che altri ambiti politici a livello nazionale ed europeo diano un contributo ancora più deciso.

     

    Draghi respinge la critica dell' associazione delle banche private tedesche, secondo cui la Bce sarebbe corresponsabile dei problemi incontrati da istituti come Deutsche Bank e Commerzbank. «La politica monetaria della Bce non è il fattore principale per la bassa redditività delle banche», il problema è semmai quello di una bassa efficienza operativa.

     

    DEUTSCHE BANK DEUTSCHE BANK

     Nella conferenza stampa conclusiva Draghi è ancora più diretto: «se una banca rappresenta un rischio sistemico per l' Eurozona non può essere per i bassi tassi di interesse, deve avere a che fare con altre ragioni». La situazione oggi è di gran lunga migliore di quattro anni fa, ricorda poi il presidente della Bce, alla sua seconda visita al Bundestag dopo quella del 2012.

     

    Contrastanti le reazioni dei presenti. «È stato di nuovo insoddisfacente», affonda Hans Michelbach, capogruppo della Cdu/Csu alla commissione Finanze. «Con le sue dichiarazioni non ha contribuito per niente a fornire chiarimenti e non è riuscito a sgombrare le preoccupazioni dei risparmiatori in Germania». Gli ho chiesto, rivela Michelbach, perché mai critichi tanto il nostro surplus commerciale, che invece contribuisce a darci credibilità. Draghi, continua il deputato conservatore, ha notato che la Germania dovrebbe aumentare i consumi, ma «noi dobbiamo rispettare i parametri di Maastricht, non possiamo metterci a fare l' Italia o la Grecia».

     

    GRATTACIELO COMMERZBANK GRATTACIELO COMMERZBANK

    È stato «molto convincente», spiega invece il deputato della Spd Joachim Poß, che si è lasciato andare a un insolito complimento. «Gli ho detto: "se negli ultimi anni al Suo posto ci fosse stato Wolfgang Schäuble non avrebbe fatto una politica diversa dalla Sua"». L' atmosfera dell' incontro viene descritta come sobria.

    "Cosa si augura per Natale?", chiedono i deputati a Draghi. Che possa trovarmi prima o poi nella situazione di poter modificare la politica dei tassi, ma per riuscirci c' è bisogno di fiducia, è la risposta.

     

    Stamattina il numero uno della Bce vedrà in cancelleria Angela Merkel. La quale ieri sera ha incontrato a Berlino il presidente francese Hollande e il presidente della Commissione Juncker, per una cena che aveva provocato alla vigilia polemiche in Italia per il mancato invito a Matteo Renzi.

    Un incontro tecnico con 20 Ceo riuniti nella European Round Table of Industrialists, nel quale non sono mancati altri argomenti: parleremo anche della situazione della Ue, ha annunciato Merkel prima della cena, e chiariremo che, anche dopo Bratislava, noi tutti e 27 i Paesi membri siamo determinati a proseguire sulla strada dello sviluppo economico per il bene delle persone e dei loro posti di lavoro.

     

     

    Tonia Mastrobuoni per "la Repubblica"

     

    Per fortuna l’audizione non si è svolta in Commissione Finanze,dove Mario Draghi avrebbe incontrato molti più parlamentari agguerriti contro l’era dei tassi a zero. Ma a tre anni di distanza, il ritorno del presidente della Banca centrale europea al Parlamento tedesco, dinanzi alla Commissione Affari europei, non è stato privo di momenti piccanti.

    Hans Michelbach CSU Hans Michelbach CSU

     

    Come quando Hans Michelbach gli ha chiesto «perché critica sempre il surplus commerciale tedesco?». Ai giornalisti, l’esponente della Csu ha raccontato che Draghi gli avrebbe risposto che la Germania deve fare di più per la crescita, ma che lui gli avrebbe replicato, eroico: «Mica siamo l’Italia o la Grecia, noi teniamo i conti in ordine». A pochi metri da lui il collega della Spd Joachim Poss era già pronto a scusarlo: «Capite perché dico da mesi che Michelbach è il nostro Donald Trump?».

     

    Al di là di qualche tono sopra le righe dovuto a un’audizione avvenuta in un clima conclamato da campagna elettorale - la spaccatura nella Grande coalizione è palese anche su Draghi il presidente della Bce ha colto l’occasione per chiarire che le politiche super accomodanti non «servono solo al Sud Europa », come ha insinuato anche il “Trump della Sprea” Michelbach. «In Germania», ha sottolineato l’italiano, «le esportazioni approfittano della ripresa nell’eurozona, la disoccupazione è ai livelli più bassi dalla Riunificazione, gli stipendi stanno aumentando notevolmente, e il venture capital sta affluendo nella Silicon Valley di Berlino».

     

    Gunther Krichbaum Gunther Krichbaum

    Inoltre, il drastico abbassamento del servizio sul debito pubblico ha consentito al governo - dunque ai contribuenti tedeschi - di risparmiare ben 28 miliardi di euro nel solo 2015. «Le nostre misure fanno in modo che la ripresa non deragli e che saremo in grado di aumentare i tassi di interesse, in futuro», ha puntualizzato Draghi.

     

    Anzi, ad un parlamentare che gli ha chiesto se avesse un desiderio per Natale, il presidente della Bce avrebbe risposto sorridendo «che arrivi il momento in cui potremo di nuovo alzare i tassi». Ma per il presidente della Commissione, Gunther Krichbaum, è chiaro che «la politica dei tassi bassi non può che essere temporanea ».

     

    DRAGHI MERKEL DRAGHI MERKEL

    Chi era presente all’audizione che per volontà della Cdu/Csu si è svolta a porte chiuse nonostante la Bce avesse chiesto il contrario (la stessa richiesta era arrivata da Spd e Linke), parla di un “buon clima”, tanto che alcuni parlamentari si sono persino fatti i selfie con il numero uno della Bce. Draghi ha anche ribadito che la Bce non può essere incolpata da sola dei problemi delle banche. Ieri il quotidiano ultra conservatore Die Welt aveva persino suggerito in prima pagina ai parlamentari di chiedere all’italiano quanto fosse colpevole del tracollo di Deutsche Bank. Non fosse un’insinuazione vergognosa, sarebbe da ridere a crepapelle.

     

    Il presidente della Bce non ha voluto fare alcun commento sui problemi attuali della prima banca tedesca - e la politica dei rendimenti negativi colpisce piuttosto le casse di risparmio che le banche maggiori - ma si è limitato a dire che «le banche devono cambiare modello di business, ripulire i loro bilanci dai prestiti incagliati e adattarsi alle nuove tecnologie».

     

    Interessante il commento di Norbert Spinrath, portavoce Spd per le politiche europee al Bundestag: «La verità è che la Bce è dovuta intervenire dove la politica ha fallito. Noi della Spd lo sosteniamo ». Gli alleati di governo della Cdu/Csu, pare, molto meno. E oggi Draghi ne misurerà il clima direttamente in un tete-a-tete con la sua capa, Angela Merkel.

     

     

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