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    LA CANNABIS LIGHT SI COMPRA AL DISTRIBUTORE MA CHI CONTROLLA CHE SIA PER “FINALITA’ TERAPEUTICHE”? - LA CANAPA E’ DIVENTATA LEGALE, CON LA LEGGE 242 DEL 2016, A PATTO CHE LA QUANTITÀ DI TCH SIA INFERIORE ALLO 0,6 PER CENTO - MA SOPRATTUTTO LA SOSTANZA DEVE ESSERE UTILIZZATA PER FINALITÀ TERAPEUTICHE, COSMETICHE, ALIMENTARI, INDUSTRIALI E RELATIVE ALLA BIOEDILIZIA. L'UNICA POSSIBILITÀ CHE LA NORMA NON CONTEMPLA È QUELLA RICREATIVA, MA I CONTROLLI SONO INESISTENTI…


     
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    Daniela Brandonisio per “Libero quotidiano”

     

    LA CANNABIS SI COMPRA AL DISTRIBUTORE LA CANNABIS SI COMPRA AL DISTRIBUTORE

    Ore 22 di un normale mercoledì sera. Un ragazzino di 17 anni si avvicina a un distributore automatico di cannabis light. In mano ha la somma necessaria per acquistare una bustina, ma non la tessera del codice fiscale. Guarda l' apparecchio con delusione, e fa marcia indietro. «Ci ho provato - racconta -. Alcune macchinette non lo richiedono».

     

    Siamo nel centro di Bari, davanti a uno dei negozi specializzati che all' esterno hanno allestito l' apparecchio che dispensa la canapa legale. Quella sdoganata con la legge 242 del 2016, a patto che la quantità di Tch sia inferiore allo 0,6 per cento e che la sostanza sia utilizzata per finalità terapeutiche, cosmetiche, alimentari, industriali e relative alla bioedilizia. L'unica possibilità che la norma non contempla - ma neanche vieta espressamente - è quella ricreativa, ma su questo fronte i controlli sono praticamente inesistenti.

     

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    In coda c' è anche Paolo, 20 anni. «Vengo spesso qui a comprare la cannabis. In teoria dovrei farlo per collezionarla, ma è inutile essere ipocriti - dice -. In molti la prendiamo per utilizzarla». La pensa così anche Luca, 23 anni. «Grazie a questa legge oggi è possibile comprare legalmente la cannabis con il principio attivo minimo - prosegue -. Io me la procuro per fini ricreativi, come la maggior parte della gente. Ma almeno non infrango nessuna legge».

     

    tilray, il gigante della cannabis 1 tilray, il gigante della cannabis 1

    Lo conferma anche il titolare del punto vendita, Glauco Orsi: «L'utilizzo per finalità ludiche lo diamo per scontato e nessuno può controllare. Quello che possiamo fare è informare il più possibile sulle regole, specialmente quelle del buon senso». Il target di chi utilizza questi apparecchi è molto eterogeneo. «Ci sono ragazzi appena maggiorenni, ma anche persone più grandi - spiega -. Vengono la sera, quando il negozio è chiuso e possono avere maggiore privacy, perché esiste ancora un certo imbarazzo intorno a questo argomento. Qualche volta vediamo anche minorenni, ma se entrano nel punto vendita li mandiamo via».

     

    Macchinette come questa sono diventate molto comuni in Italia. Causando spesso qualche polemica. Per esempio a Lecce il primo distributore di cannabis è stato installato a pochi metri da tre scuole. Nulla di illegale, certo, ma i dirigenti scolastici ne hanno chiesto l' immediata rimozione mettendo in luce quanto la scelta sia discutibile dal punto di vista morale. «Sono situazioni al limite del buon senso - va avanti Orsi -. Per questo chiediamo al governo regole certe. Proprio come avviene per il gioco d' azzardo. Vogliamo che sia la legge a vietare che negozi e distributori di cannabis siano aperti in prossimità dei luoghi sensibili. Esattamente come succede in Spagna e Olanda».

     

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    Nel frattempo, il problema è stato sollevato anche ad Ancona. Qui il primo automatic shop è stato allestito a pochi passi dall' ingresso della facoltà di Economia dell' università marchigiana. La macchinetta contiene qualunque cosa, dagli snack salati ai grissini, dalle tisane ai taralli. Ma c' è spazio anche per la cannabis legale, venduta a un prezzo compreso fra 11 e 42 euro a bustina. E poi c' è il caso di Udine dove da qualche mese è arrivato un vero e proprio piccolo negozio di distributori automatici, tutti dedicati alla distribuzione di beni a base di cannabis.

     

    All' interno delle macchinette ci sono 150 prodotti, in questo caso possono essere acquistati solo dai maggiorenni attraverso l' inserimento della tessera sanitaria. Le vetrine mettono in bella mostra "infiorescenze femminili di cannabis sativa", articoli alimentari e terapeutici, semi, cialde e olio a base di Cdb. Tutto legale, a patto che non venga utilizzato per finalità ricreative. «Su questo punto la legge è veramente poco chiara» conclude Monica, 19 anni e tessera sanitaria in mano.

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    «In teoria dovrei comprare la cannabis legale per collezionarla, per guardarla insomma. Ma siamo seri, chi lo fa davvero? Per fortuna ci sono le macchinette, che permettono di comprare le bustine a qualunque ora e senza neanche essere notati». Un aspetto, questo, che sta facendo volare il business in tutto il Paese.

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