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    1. ALL’OSPEDALE LORETO MARE DI NAPOLI IL GIORNO DOPO I 55 ARRESTI DEI MEDICI ASSENTEISTI TUTTI IN FILA ALLE 8 DI MATTINA PER STRISCIARE IL BADGE. MA DEI FURBETTI DEL CARTELLINO CON L’OBBLIGO DI LASCIARE I DOMICILIARI PER ANDARE AL LAVORO NON C'ERA NESSUNO 2. "IN REPARTO TUTTI SAPEVANO" - UN ANESTETISTA SCHERZA: “QUALCUNO MAGARI NON SA NEMMENO COME SI STRISCIA IL BADGE, VISTO CHE C’È STATO SEMPRE CHI LO HA FATTO PER LUI” 3. INTANTO IL MEDICO TENNISTA INDAGATO ANCHE PER TRUFFA SI DIFENDE: TUTTO UN EQUIVOCO. HO ALLE SPALLE 35 ANNI DI LAVORO ONORATO, NON SONO UN ASSENTEISTA”


     
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    1. L'ESERCITO DEI MEDICI ASSENTEISTI

     

    Fulvio Bufi per il Corriere della Sera

     

    FURBETTI CARTELLINO FURBETTI CARTELLINO

    Raccontano che alle 8 del mattino ci fosse la fila per strisciare i badge. Magari è vero, ma sarebbe meglio se si trattasse di una esagerazione. Dei 55 assenteisti arrestati venerdì, con l’obbligo di lasciare i domiciliari per venire al lavoro (tutti tranne cinque), ieri mattina non c’era nessuno. Quelli in servizio, quindi, non hanno nulla da dimostrare, tantomeno di avere l’abitudine alla puntualità. Nessuno gliela ha mai contestata

     

    Però è chiaro, il giorno dopo gli arresti non è un giorno normale all’ospedale Loreto Mare. Pure se è sabato e i turni sono ridotti, gli ambulatori sono in gran parte chiusi e gli uffici amministrativi pure, tutti o quasi. Ma di che altro si potrebbe parlare se non di quei medici che si segnavano — o si facevano segnare — presenti e poi se ne andavano nei loro centri privati, di quei tecnici che facevano altrettanto o di quegli impiegati che avevano altre attività, uno addirittura lo chef in un ristorante.

     

    La Radiologia è il reparto maggiormente coinvolto. Sono radiologi i medici indagati e quelli arrestati e ai domiciliari ci sono diversi tecnici. Adesso l’aria che tira lì è quella del «tutti sapevano ma tutti si facevano i fatti loro». Lo dicono un paio di pazienti, uno che racconta di aver atteso quaranta giorni per una radiografia e una donna che sostiene di essere andata inutilmente in ambulatorio per due volte, perché pur avendo appuntamento l’hanno rimandata indietro «per l’assenza di quelli che dovevano farmi la radiografia. Adesso capisco da che cosa dipendevano quelle assenze». L’altro, quello dei quaranta giorni di lista d’attesa, se la prende con tutti: «Come è possibile che i colleghi non sapevano niente? Sapevano ma stavano zitti, questa è la verità».

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    Tutti zitti, però, non sono stati, visto che l’inchiesta è nata da un esposto anonimo che denunciava proprio le assenze di tre medici. «Non so chi l’ha fatta quella denuncia ma non so nemmeno perché l’ha fatta», dice un infermiere davanti al Pronto soccorso. E fa capire che qui ci sono mille guerre interne. «A qualcuno sono andate le scarpe strette e ha denunciato. Ma se non ci ha messo la faccia vuol dire che aveva qualcosa da nascondere pure lui. Comunque almeno si è cominciato a fare pulizia. Poi staremo a vedere se finisce qui o verranno fuori altre cose. Tanto il problema è degli imbroglioni, non di chi lavora».

     

    In realtà il problema è anche di chi lavora, perché ha lavorato pure per gli altri. E anche adesso, chi stava in licenza o aveva chiesto di andarci si è visto bloccare tutto: la direzione ha dovuto richiamare in servizio gli assenti giustificati.

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    «Solo danni hanno fatto», si sfoga una infermiera di Cardiologia. «Hanno mortificato i pazienti, l’ospedale e tutti i loro colleghi. Gente così non dovrebbe più mettere piede qui dentro». Invece torneranno e chissà che bel clima ci sarà già da domani, quando i 50 arrestati che hanno avuto dal giudice l’autorizzazione/obbligo a lavorare riprenderanno servizio, e saranno fianco a fianco con colleghi che non gliela perdonano. Certo quelli finiti sotto inchiesta segni di pentimento finora non ne hanno dati, almeno quelli che ieri sono stati interrogati dal gip e si sonno avvalsi della facoltà di non rispondere. Si tratta di capire con che spirito torneranno a fare il loro lavoro. «Qualcuno magari non sa nemmeno come si striscia il badge, visto che c’è stato sempre chi lo ha fatto per lui», scherza un anestesista. E chiede: «La Lorenzin che dice?». La risposta è in un lancio d’agenzia da Palermo, dove il ministro era ieri: «Mando i Nas negli ospedali», ha detto. Ma c’è chi ha fatto anche altro per evitare le furbizie degli assenteisti: all’ospedale di Salerno ai badge è associata l’impronta digitale del dipendente. E nessuno può strisciare per conto di altri.

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    2. IL MEDICO TENNISTA IN ORARIO DI LAVORO

    Conchita Sannino per repubblica.it

     

    "Io me ne voglio andare da questo ospedale di m... Ma ho fatto i conti, se ne me ne vado ... perdo 45mila euro". Così si sfogava al telefono, intercettato, il dottor Tommaso Ricozzi detto Tommy, nome in vista della Napoli che conta, 60enne dirigente medico della Radiologia dell'ospedale Loreto Mare, tradito dalle racchette e dalla bella vita puntualmente documentata sul suo profilo Facebook (se non fosse per il post politico condiviso con un amico "contro i tagli alla Sanità di Renzi e Lorenzin").

    FURBETTI CARTELLINO FURBETTI CARTELLINO

     

    Accusato di essere andato a fare sport nelle ore in cui risultava al lavoro, Ricozzi è indagato anche per la truffa del doppio lavoro: per l'incessante attività prestata nel polo diagnostico di famiglia, il centro Augusto, in barba a ogni vincolo e indennità dell'esclusiva prevista dal contratto con la sanità pubblica. Un habitué di Capri e Madonna di Campiglio, ospite di sfilate di Miss Italia o eventi cittadini, sponsor di un programma tv di calcio molto seguito su una rete locale, oltre che amico del senatore cosentiniano Vincenzo D'Anna e anche dei fratelli del parlamentare Fi Luigi Cesaro. Il giorno dopo lo scandalo dei cento assenteisti al Loreto, è uno dei pochi a piede libero. Ma "amareggiato e infuriato".

     

    È lei ad essere infuriato? Dovrebbero esserlo i pazienti.

    "No, non ci sto. Questo è un attacco mediatico, mi difenderò ".

     

    Dottor Ricozzi, siamo lucidi. Negli atti si ricostruisce questa scena: lei gioca sulla terra rossa mentre il suo cartellino la dà in servizio al Loreto.

    "Ma c'è un equivoco...".

     

    C'è anche un'ordinanza di custodia con accuse precise.

    "Ecco, lei scrive che io il giorno 3 novembre 2014 sarei al lavoro, stando al cartellino, dalle 8 alle 20..."

     

    Così riscostruiscono i Nas, il pm e il gip che ha emesso la misura cautelare.

    "Ma raramente un medico presta servizio dalle 8 alle 20, per cui se mi sono effettivamente allontanato, ora non ricordo, ciò può essersi verificato solo alla cessazione del mio turno di lavoro, più breve. E quindi avrò dimenticando di timbrare il cartellino".

    MEDICO TENNISTA MEDICO TENNISTA

     

    Ha dimenticato anche in quale giorno andò a giocare a tennis, sempre col cartellino che rimaneva al suo posto? O il giorno in cui, stando in servizio formalmente, incontrò nell'hinterland Antimo Cesaro, titolare di un potente centro privato e fratello del deputato di Fi?

    "Non ricordo francamente quando sarebbe successo. Ma, ripeto, deve esserci un equivoco. Io ho alle spalle 35 anni di lavoro onorato, io non amo i furbetti, l'ho detto sempre".

     

    Lei non ricorda nemmeno di aver prestato attività nel centro Augusto di famiglia?

    "Non nego di avere un interesse... ma di natura familiare, emotiva".

     

    Ma il gip le ha inflitto un sequestro di 127mila euro per la truffa che avrebbe messo a segno, lavorando nel privato.

    "Ma io ero in quel centro solo a titolo personale e non per attività retribuita. Quindi si tratta di un interesse non incompatibile con la mia funzione di medico intramoenia in una struttura pubblica, come non mancherò di dimostrare in sede giudiziaria".

     

    Eppure lei, dirigente medico di un ospedale in agonia, si faceva vedere spesso in una trasmissione televisiva sullo sport, e sponsorizzava il suo centro privato.

    "Ma ripeto, è qualcosa di familiare, di emotivo".

     

    Sembrava poco sentimentale quando al telefono diceva che il Loreto è un ospedale di m... e avrebbe voluto andarsene per dedicarsi al privato.

    "Ma lei non può capire la frustrazione, la rabbia. Perciò me ne andai per otto mesi, dal Loreto. Da marzo a novembre 2014".

    OSPEDALE LORETO MARE OSPEDALE LORETO MARE

     

    Perché?

    "Per stress lavorativo".

     

    Sembra una brutta battuta.

    "No, mi spiace. Bisogna vivere in un ospedale ridotto così male per capire. Venga a fare una notte da noi, una volta abbiamo fatto in una notte anche 122 esami di Radiologia e di Tac al Loreto".

     

    Lei parla dello stesso Loreto di cui raccontiamo, da mesi e mesi, che Tac e Radiologia sono fuori uso 80 giorni su 100?

    "Sì è vero, abbiamo problemi, ma questo non è colpa nostra. Se si taglia, se siamo nei guai, se sulla sanità pubblica non si investe, non è mica colpa mia".

     

    Non può essere neanche l'alibi degli assenteisti.

    L'ospedale Loreto Mare L'ospedale Loreto Mare

    "Ma io non sono un assenteista. Lo scriva. Lo dimostrerò".

    loreto mare pazienti nei corridoi sulle barelle loreto mare pazienti nei corridoi sulle barelle

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