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    LA PROCURA DI ROMA HA APERTO UN FASCICOLO SUL SALUTO ROMANO ALLA COMMEMORAZIONE DELLA STRAGE DI ACCA LARENTIA – AL MOMENTO CI SONO OLTRE 10 INDAGATI, SI PROCEDE PER IL REATO DI APOLOGIA DI FASCISMO – LA PROSSIMA SETTIMANA IL CASO SBARCHERÀ ANCHE ALL’EUROPARLAMENTO. SCHLEIN ATTACCA MELONI: "HA PARLATO TRE ORE LA SETTIMANA SCORSA, LE SAREBBERO BASTATI 10 SECONDI PER DICHIARARSI ANTIFASCISTA"


     
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    1. FASCICOLO PM ROMA SU ACCA LARENTIA, OLTRE 10 GLI INDAGATI

    (ANSA) - La Procura di Roma ha aperto un fascicolo di indagine in relazione al saluto romano effettuato il 7 gennaio scorso da alcuni partecipanti alla commemorazione per Acca Larentia. Nell'indagine, che vede iscritte oltre dieci persone, si procede per il reato di apologia del fascismo. Nei giorni scorsi la Digos aveva depositato una prima informativa e proceduto all'identificazione di un centinaio di persone.

     

    2. IL CASO ACCA LARENTIA SBARCA AL PARLAMENTO UE E SCHLEIN ATTACCA MELONI

    Estratto dell’articolo di Giovanna Vitale per “la Repubblica”

     

    SALUTI ROMANI ACCA LARENTIA - VIGNETTA BY MAKKOX SALUTI ROMANI ACCA LARENTIA - VIGNETTA BY MAKKOX

    Quel che non è stato possibile fare nel Parlamento italiano, un dibattito in Aula sull’adunata nera di Acca Larentia, si farà la prossima settimana all’Eurocamera dove, su richiesta del gruppo socialista, si discuterà della “lotta contro la rinascita del neofascismo in Europa, anche a partire dal corteo svoltosi a Roma il 7 gennaio”.

     

    La polemica sulla selva di braccia tese in ricordo dei tre ragazzi missini uccisi 46 anni fa varca dunque i confini nazionali ed entra nel cuore delle istituzioni comunitarie. Irritando non poco Fratelli d’Italia, consapevoli di quanto l’apertura di un “processo” contro di loro possa far male ai sogni europei di Meloni. «Inaccettabile che il Pd al Parlamento Ue, pur di attaccare il governo, non perda occasione per diffamare l’Italia», tuona il copresidente del gruppo Ecr Nicola Procaccini.

     

    Al di qua dalle Alpi, l’unica cosa che le opposizioni riescono a ottenere è un breve intervento del ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, durante il previsto question time alla Camera. È la segretaria dem Elly Schlein a interrogarlo sulla vicenda, definita di «gravità inaudita».

     

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    «Commemorare la tragica morte di tre giovani ammazzati da una violenza politica criminale non può in alcun modo giustificare l’apologia del fascismo, che è reato». […] Schlein chiede al governo non solo quali iniziative intenda adottare per impedire che si ripetano, ma soprattutto di sciogliere i gruppi neofascisti.

     

    Piantedosi […]  diventa un muro di gomma: «Nessun governo, anche quelli sostenuti dalla parte politica degli onorevoli interroganti, ha mai adottato iniziative in tal senso», replica secco. Figurarsi se lo farà l’attuale — è il sottinteso — guidato da un partito che ha la fiamma nel simbolo, quella che arde sulla tomba di Mussolini.

    elly schlein alla camera elly schlein alla camera

    […] Risposta che lascia «profondamente insoddisfatta» la segretaria del Pd. «Continueremo a insistere affinché queste organizzazioni neofasciste vengano sciolte perché rappresentano un pericolo per la pubblica sicurezza», incalza. «Abbiamo presentato una proposta di legge, firmata anche da altre forze di opposizione, che raccoglie la spintadelle associazioni antifasciste per rendere ancora più chiara la disciplina che punisce chi pubblicamente esalta esponenti, principi, fatti o metodi del fascismo».

     

    MATTEO PIANTEDOSI MATTEO PIANTEDOSI

    È tuttavia la presidente del consiglio il vero obiettivo di Schlein: Giorgia Meloni che «ha parlato tre ore la settimana scorsa, ma le sarebbero bastati 10 secondi per dichiararsi antifascista, come la Costituzione su cui ha giurato», attacca. «Siccome ha detto più volte di non essere ricattabile, ci chiedevamo chi la stesse ricattando. Beh, si sta ricattando da sola», ironizza la leader dem, «perché resta in ostaggio del suo passato, da cui continua a non voler prendere le distanze». Un affondo urticante per i fedelissimi della premier.

     

    «Non ha nessuna pietà per i morti», s’indigna Fabio Rampelli. Ma il M5S dà man forte: «È grave avere un presidente del Consiglio che, come sempre, mette la testa sotto la sabbia e non riesce a dire che gesti fascisti non sono permessi», rincara Giuseppe Conte.  […]

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