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    "COMPAGNI, AVETE TRADITO I POVERI" – LE BORDATE DEL MARXISTA MICHÉA CONTRO IL CONNUBIO TRA CAPITALISMO SFRENATO E CULTURA PROGRESSISTA: LA SINISTRA È PASSATA DALLA LOTTA OPERAIA ALLA SILICON VALLEY – "C’È UN’ATTRAZIONE PATOLOGICA PER LE MINORANZE" DI APPLE E AMAZON, INTANTO I CETI POPOLARI SONO TROPPO POVERI E TROPPO BIANCHI…


     
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    Francesco Borgonovo per “la Verità

     

    Comunque la si metta, il cuore pulsante della questione, il grande tema con cui tutti si devono confrontare, è sempre il medesimo: il rapporto con la tecnologia. Un argomento così potente e divisivo da creare spaccature ovunque, a destra come a sinistra, persino nei fronti che - a prima vista - si crederebbero granitici.

     

    JEAN CLAUDE MICHEA JEAN CLAUDE MICHEA

    Tra gli intellettuali di derivazione marxista, per esempio, volano metaforiche botte da orbi. Da una parte ci sono i fanatici del progresso, i cantori dello sviluppo e dell'avanzamento. Dall' altra, ci sono pensatori di più ampie vedute, che sono stati capaci di recepire idee provenienti dall' ambito identitario e conservatore. Nel secondo schieramento (quello che più ci piace, lo dichiariamo subito) svetta come un titano il filosofo francese Jean Claude Michéa, uno degli intellettuali più interessanti degli ultimi anni, che non ha caso ha molto influenzato i movimenti cosiddetti populisti esplosi in tutto il mondo.

     

    Il suo saggio appena uscito in Italia, intitolato Il nostro comune nemico (Neri Pozza), è uno di quei libri che hanno la forza di terremotare le menti. Michéa spiega in poche frasi che cosa sia la sinistra: «Ciò che traduce meglio il senso costante di quest' ultima è la celebre parola d'ordine del maggio '68: "Corri compagno, il vecchio mondo è dietro di te" ("vecchio mondo" nel quale, ironizzava Orwell, l'uomo della sinistra "progressista" potrà includere tanto "la guerra, il nazionalismo, la religione e la monarchia" quanto "i contadini, i professori di greco, i poeti e i cavalli")».

    nuovi poveri in america nuovi poveri in america

     

    L'anima della sinistra si esprime così, nella corsa sfrenata, in quell' ideologia che altri due brillanti francesi, Pierre André Taguieff e Thibault Isabel, hanno chiamato «bougisme», ovvero «il culto del movimento fine a sé stesso. In mancanza di una causa per cui battersi si celebra la novità». Questo culto del movimento, della crescita, secondo Michéa rende la sinistra l'alleata perfetta del neoliberismo.

     

    Entrambi - ben rappresentati dai partiti cosiddetti «liberali», di destra come di sinistra - «non hanno più altro ideale concreto da proporre se non la dissoluzione continua e sistematica dei modi di vivere specifici delle classi popolari - e la dissoluzione delle loro ultime conquiste sociali - nel moto perpetuo della crescita globalizzata, sia essa dipinta di verde o coi colori dello "sviluppo sostenibile", della "transizione energetica" e della "rivoluzione digitale"».

     

    Non a caso, la «controcultura di sinistra», continua il filosofo, «fornisce da molto tempo all'universo mistificatore della pubblicità moderna [...] l'essenziale del suo linguaggio, dei suoi codici e del suo immaginario United colors of Benetton».

    MARK ZUCKERBERG MARK ZUCKERBERG

     

    Il connubio tra capitalismo sfrenato e cultura progressista trova il suo Eden in quella «Silicon Valley che, da decenni, rappresenta la sintesi più perfetta della cupidigia degli uomini d' affari liberali e della controcultura "californiana" dell'estrema sinistra dei Sixties (Steve Jobs e Jerry Rubin sono due ottimi esempi). Infatti, come è noto, è in questa nuova Mecca del capitalismo globale - grazie, tra l' altro, al finanziamento di Google - che oggi si pone in essere il delirante progetto "transumanista" [... ] di mettere tutte le moderne risorse della scienza e della tecnologia - scienze cognitive, nanotecnologie, intelligenza artificiale, biotecnologie, ecc. - al prioritario servizio della produzione industriale di un essere umano "aumentato" (e se possibile immortale) e del nuovo ambiente robotizzato che ne stabilirà la vita quotidiana persino nei suoi aspetti più intimi».

    STEVE JOBS STEVE JOBS

     

    Secondo Michea, per riavvicinarsi alle classi popolari e ritrovare un senso, oggi la sinistra dovrebbe affrontare un «cambiamento completo di paradigma». Dovrebbe abbandonare la sua patologica «attrazione per le minoranze», che la spinge a dimenticare i ceti popolari (quelli che, nella battuta dolorosa di Aymeric Patricot, sono «troppo poveri per interessare la destra, troppo bianchi per interessare la sinistra»).

     

    Dovrebbe rendersi conto che l'immigrazione di massa serve a livellare i salari, e a creare concorrenza tra lavoratori stranieri e autoctoni, quelli che non possono «fare a meno di vedere quei migranti economici con occhio malevolo, ed è normale». Michéa cita il regista Ken Loach, che ha avuto il fegato di affermare: «La sinistra non può continuare a dire che l'immigrazione è una cosa buona per l'economia».

     

    Il pensatore francese, con ironia feroce, sostiene che l'immaginario no border dei progressisti «deve indubbiamente molto di più alle Guide routard e alle pubblicità della Benetton che al vecchio internazionalismo proletario».

    migranti pallone migranti pallone

     

    Come è facile immaginare, le sue posizioni sull' immigrazione gli hanno creato più di un nemico a sinistra. Ma le sue idee sulla «rivoluzione digitale» hanno suscitato altrettante perplessità. Ed è qui che emerge l'altro fronte marxista, rappresentato da Alex Williams e Nick Srnicek, autori del Manifesto accelerazionista appena pubblicato in Italia da Laterza.

     

    Costoro sono convinti che le forze anticapitaliste dovrebbero affidarsi allo sviluppo tecnologico, portandolo all' estremo ed orientandolo verso il benessere della popolazione, garantendo così la fine del lavoro e la sopravvivenza tramite «reddito di base». Non si rendono conto che la loro utopia coincide con quella allestita dalla Silicon Valley.

    JEAN CLAUDE MICHEA JEAN CLAUDE MICHEA

     

    Al «progetto prometeico» che Michéa demolisce pezzo dopo pezzo. Alla fine dello scontro, è quest' ultimo a trionfare. Perché ha capito che la fede cieca nel progresso è una illusione. E infatti ha coniato, parafrasando i sessantottini, questa massima aurea: «Non correre tanto, compagno, il nuovo mondo - quello del riscaldamento globale, di Goldman Sachs e della Silicon Valley - è davanti a te!».

     

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