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    LOTITO NEL NASO - IL PRESIDENTE DELLA LAZIO AVEVA GIÀ PRENOTATO UNA VILLA SULL'APPIA PER FESTEGGIARE L’ELEZIONE AL SENATO E INVECE E’ RIMASTO FREGATO - E’ L’ENNESIMA BATOSTA DOPO IL TENTATIVO (NAUFRAGATO) DI CANDIDARSI ALLA PRESIDENZA DELLA FEDERCALCIO E DI PIAZZARE TAVECCHIO ALLA GUIDA DELLA LEGA DI SERIE A


     
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    Matteo Pinci per “la Repubblica”

     

    I colleghi della Lega Calcio lo avevano accolto lunedì sera con un applauso. E lui, dopo qualche resistenza condita da gesti scaramantici non esattamente accennati, aveva ceduto tronfio ai sorrisi, mentre l'assemblea lo salutava deferente: «Buonasera senatore Claudio».

     

    Ieri mattina, però, uno dei suoi cinque cellulari ha svegliato Claudio Lotito dandogli una notizia terribile: «Scusaci, c'è un errore. Non ce l'hai fatta, al Senato non ci vai». Il sogno del presidente della Lazio di arringare Palazzo Madama dagli scranni di Forza Italia con la platea a pendere dalle sue labbra, è durato lo spazio di una notte.

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    «Mi hanno fregato, ma mo' glielo faccio vedere chi è Claudio Lotito», è sbottato ieri con i fedelissimi, attoniti come lui per la sconfitta. Come un gol al novantesimo: una sensazione vissuta sabato contro la Juventus, quando una zampata dell' argentino Dybala nei minuti di recupero aveva distrutto l'illusione della sua Lazio di portare a casa la pellaccia. O come l'eliminazione dalla Coppa Italia ai rigori, una settimana fa contro il Milan, perdendo la chance di giocare la finale in casa. Che settimana, povero Lotito.

     

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    Pensare che aveva già prenotato una villa sull'Appia per festeggiare, una volta ricevuto il trionfale annuncio dell'amico Mastella. Malagò, che da commissario presiedeva la riunione dei presidenti di Serie A a Milano, già pensava alle conseguenze: «Adesso che sei in parlamento non chiedermi pure di fare il consigliere di Lega».

     

    Dicono che con i colleghi più intimi avesse stappato una bottiglia di spumante, dando a tutti appuntamento alla sera di ieri per la festa. A sbattergli in faccia le porte del Parlamento, una labirintica applicazione della legge elettorale: era candidato nel collegio plurinominale Campania 1 (province di Benevento, Avellino e Caserta), ma dietro Sandra Lonardo, meglio nota come signora Mastella.

     

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    Lui era perplesso, voleva correre a Salerno (Campania 3) per sfruttare il volano della Salernitana, altra squadra di calcio di sua proprietà: dopo un pomeriggio di urla e complicatissimi calcoli al telefono lo avevano convinto. La signora Mastella però, candidata sia in Campania 1 che Campania 3, ha preso il seggio in entrambi i collegi: e il Rosatellum prevede che, in questi casi, sia eletta nel collegio nel quale la lista ha ottenuto la minore percentuale di voti. Quello di Lotito, appunto, che è rimasto fuori.

    GALLIANI LOTITO GALLIANI LOTITO

     

    Sull'Appia ovviamente non si è presentato nessuno. Come quando a gennaio l'avevano lasciato a contare solitario sulla sedia di un ristorante dei Parioli le firme che gli mancavano per provare a fare il presidente della Federcalcio. Una smorfia da clown bastonato aveva sostituito il ghigno con cui ostentava il suo motto: «Con Lotito risultato garantito».

     

    La formuletta magica s'era inceppata pure in Lega, quando aveva provato a fare da ufficio di collocamento a Tavecchio e Del Sette: li voleva al vertice dell' assemblea della Serie A, salvo sbatterci il muso. Come ieri: a un certo punto, persino i suoi instancabili telefoni, con cui freneticamente intrattiene conversazioni parallele, erano esausti. Spenti, per la prima volta chissà da quando. Mastella, stretto dai sensi di colpa ha provato a suggerirgli: «Claudio, fai ricorso». Chissà che incubo sarebbe per lui se dovesse perdere pure quello.

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