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    MA QUANTO TIRA IL MONDO VICHINGO! - SPOPOLANO RITI, GADGET E ABBIGLIAMENTO CHE RICHIAMANO I BARBARI DEL NORD - NON SOLO TENDENZA: UNA NICCHIA DI ESTREMA DESTRA SI E’ APPROPRIATA DI SIMBOLI E TRADIZIONI CREANDO UNA NAZI-MITOLOGIA TUTTA “SANGUE E SUOLO”


     
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    Luigi Offeddu per www.corriere.it

     

    PASSIONE PER I VICHINGHI PASSIONE PER I VICHINGHI

    «L’organizzazione internazionale Destinazione Vichinga rivolge questo proclama a tutti i vichinghi del mondo. Mille anni fa i nostri avi stabilirono che l’8 maggio era il giorno in cui pulire le spade e e preparare le navi per visitare amici e nemici, vicini e lontani. Il sole saliva alto nel cielo, le api cominciavano a produrre il loro miele, e i bambini a correre scalzi nell’erba…».

    SIMBOLI VICHINGHI SIMBOLI VICHINGHI

     

    È quasi primavera, e puntuale arriva il «proclama». È rivolto a una moltitudine senza frontiere. A gente che, se per esempio vuole inanellarsi con l’«olio vichingo» una lunga barba, o intrecciarla con «l’anello del cavaliere vendicatore» può trovare il tutto sul sito di vendite «Vikingmerch», sede nello Utah, Usa, e distribuzione in tutto il mondo. O ad altra gente che, se ama i sapori forti, può gustarli al ristorante «Il Vichingo felice» di Yuba City, California, con piatti come il «Barbaro brutale».

     

    PASSIONE PER I VICHINGHI PASSIONE PER I VICHINGHI

    E lo sanno bene, tutti loro: «Destinazione Vichinga», quello del «proclama», è un gruppo internazionale che porta i nostalgici dei guerrieri in Groenlandia come in Ucraina, o alle isole Faroer: dovunque abbiano alzato le loro vele i figli di Erik il Rosso, nella storia o nelle leggende. Grande successo, così come in tv (la serie Vikings di History Channel), nella musica heavy metal («Fiero è il vento dal Mare del Nord» cantano i Judas Priest), e in un certo mondo ideologico di estrema destra che si è appropriato di alcuni simboli come 80 anni fa avevano fatto i nazisti con Wagner o Tolkien.

    PASSIONE PER I VICHINGHI PASSIONE PER I VICHINGHI

     

    Perché loro, i Vichinghi, nel ventunesimo secolo sono un oggetto di culto, e di business. I loro miti sono contesi a suon di milioni e dispute filosofiche, come ha notato anche il New York Times: dalla runa al martello del dio Thor, ai pantagruelici boccali per la birra. E alle idee, più o meno presunte: l’amore per la terra, i cibi naturali, gli antenati-dei, che Himmler identificò un giorno con il suo «sangue e suolo», e con la ricerca dell’«ultima Thule», l’isola che avrebbe generato la razza ariana.

    PASSIONE PER I VICHINGHI PASSIONE PER I VICHINGHI

     

    Tutto questo, oggi, rivive e preoccupa al di là del folklore. Soprattutto in Norvegia, una delle «culle» dei Vichinghi. Il suo turismo, già florido, ha avuto impulso grazie a loro, alle loro navi ritrovate qua e là. Un’università locale ha lanciato un corso, finanziato dal governo, su «come vivere da vichingo».

     

    vichinghi al mardi gras di sydney vichinghi al mardi gras di sydney

    Ma c’è un lato più oscuro: sognava di Erik anche Anders Breivik, il terrorista neonazista che nel 2011 uccise 77 persone. E in molti chiedono oggi alla squadra nazionale di sci alpino, battezzata «Vichingo all’assalto», di cambiare il simbolo cucito sui suoi maglioni. Una «runa», uguale a quella che sfoggiano i militanti del «Movimento di resistenza nordica»: gente che è andata davanti alle sinagoghe, fiaccole accese, inneggiando a Breivik. E a Quisling, l’ufficiale norvegese che si mise al servizio di Hitler.

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