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    MAY DIRE BREXIT – "TELEGRAPH": “LONDRA PRONTA A PAGARE 40 MILIARDI DI EURO” PER SALDARE IL CONTO DEL DIVORZIO DALL’UE – L’OFFERTA DELLA PREMIER MAY IN CAMBIO DI UN ACCORDO COMMERCIALE – MA ALL’INTERNO DEL GOVERNO L’ATMOSFERA VIENE DEFINITA “INFIDA E PERICOLOSA”


     
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    Paola De Carolis per il Corriere della Sera

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    L' ultima volta che è andata in vacanza, Theresa May è tornata a Downing Street con il progetto delle elezioni anticipate, un' idea che ha avuto un esito infelice per il partito di governo. Adesso che alle colline gallesi ha preferito le Alpi svizzere, il nodo da sciogliere è il conto del divorzio dalla Ue. Senza una decisione, le trattative rischiano di naufragare. Il tempo stringe.

     

    La prossima fase dei negoziati è prevista per il 28 agosto. Se ancora tre settimane fa, ai Comuni, il ministro degli Esteri Boris Johnson indicava che Londra non avrebbe pagato cifre «esorbitanti», la premier sarebbe invece arrivata a un totale che potrebbe mettere d' accordo le due parti: 40 miliardi di euro.

     

    Per ora si tratta di indiscrezioni della stampa filoconservatrice, ma il Sunday Telegraph , che ieri ne ha dato notizia, cita tre fonti governative.

     

    Downing Street, comprensibilmente, sull' argomento tace, ma stando al domenicale, May avrebbe intenzione di offrire «più di 30 miliardi, ovvero tra i 30 e i 40». Stando al Telegraph , la cifra di partenza dei negoziatori europei sarebbe 60 miliardi di euro. È possibile che 40 rappresentino una somma in grado almeno di rompere lo stallo.

     

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    L' offerta del Regno Unito sarebbe legata ad alcune condizioni, prima fra tutte la possibilità di «trattare simultaneamente un accordo commerciale» sul dopo Brexit. L' idea di Londra sarebbe di proporre un periodo di transizione di due o tre anni, dal 2019 al 2021, in cui il Regno Unito continuerebbe a contribuire al budget europeo al ritmo di dieci miliardi di euro l' anno. La cifra rimanente verrebbe saldata separatamente. La questione degli accordi commerciali, e un passo avanti nell' organizzazione dei rapporti dopo il divorzio, è importante per May a livello non solo economico, ma anche politico. Rappresenterebbe un risultato con il quale rabbonire l' ala euroscettica del partito e smussare il peso del conto da pagare.

     

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    Per la Ue, poter fare affidamento sul contributo finanziario del Regno Unito per altri tre anni potrebbe essere una concessione appetibile, nonché fornire una base per negoziati più produttivi. A settembre, intanto, è previsto un intervento della premier che illustri un piano per il futuro, prima del quale sarà necessario per May mettere d' accordo i ministri sulla strategia migliore. Un compito non facile, se l' atmosfera all' interno del governo, e soprattutto tra i ministri cui la Brexit è stata affidata, viene definita «infida e pericolosa».

     

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    Liam Fox, responsabile per il Commercio estero, ha già espresso i suoi dubbi sulla possibilità di accettare la libera circolazione dei cittadini europei per altri tre anni in cambio dell' accesso al mercato europeo. Il cancelliere Philip Hammond, invece, sarebbe a favore della proposta. Il Telegraph indica inoltre che una serie di documenti provvisori su questioni spinose come i diritti dei cittadini Ue nel Regno Unito dopo la Brexit, il confine tra Ue e Regno Unito in Irlanda e i diritti di dogana sulle merci potrebbero circolare tra i ministri già la settimana prossima per dare nuova energia ai negoziati di fine mese.

     

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