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    IL CINEMA DEI GIUSTI - MENO SCATENATO E SELVAGGIO DEI PRIMI FILM DI ZALONE, MA MOLTO ANTIRENZIANO - "QUO VADO" PERDE UN PO' I COLPI QUANDO CHECCO, E IL FILM, DIVENTANO UN PO' TROPPO BUONI E MORALISTI, MA C'È SEMPRE UNA GAG LI' PRONTA A FARCI CAPIRE CHE L'OBBIETTIVO È CIÒ CHE RESTA DEGLI ITALIANI DOPO LA PRIMA REPUBBLICA CON DIVERTIMENTO E UN'IRONIA SEMPRE AFFETTUOSA


     
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    Marco Giusti per Dagospia

     

    "Le piace l'Africa?"

    Comincia così il quarto, attesissimo film di Checco Zalone e Gennaro Nunziante, "Quo Vado?", ovviamente targato Valsecchi-Medusa che uscira' il 1 gennaio in un trionfo di copie (più di 1000). Ma non è tanto un viaggio alla Alberto Sordi-Ettore Scola alla ricerca di quel che stiamo perdendo nel nostro paese rispetto a quel che c'è nel mondo.

     

    E neanche un viaggio alla Sordi-Sonego sugli italiani alle prese con i mondi nordici più aperti e liberali (ah, le svedesi degli anni '60!). C'è un po' di tutti e due i generi, certo, ma è soprattutto un viaggio alla Sordi-Zampa, rimodellato ovvio sulle capacità comiche di Checco, sulla distanza che c'è oggi tra l'Italia diciamo renziana e quella della Prima Repubblica, con tanto di geniale canzoncina zaloniana cantata però alla Celentano.

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    "La prima repubblica non si scorda mai/La prima repubblica tu cosa ne sai/ Ed i debiti pubblici si ammucchiavano come conigli Tanto poi erano cazzi dei nostri figli". Non troviamo però nel film le strofe che riguardano proprio Renzi ("Ma il Presidente è toscano e l'è un gran burlone/Ha detto scherzavo Piuttosto che il senato Mi taglio un coglione"). Pazienza. Anche perchè il chiodo fisso dei nostalgici della Prima Repubblica non riguarda certo Renzi, quanto il posto fisso. Diciamo anzi che questo graziosissimo, divertente, intelligente "Quo Vado?" è una specie di monumento al "posto fisso".

     

    Alla domanda "che cosa vuoi fare da grande?" un Checco bambino risponde pronto "Io voglio fare il Posto Fisso". E lo farà, visto che otterrà un posto alla Provincia, nel suo paese pugliese, alla sezione Caccia e Pesca dove per dieci anni non farà assolutamente nulla salvo timbrare permessi di caccia e pesca in cambio di quaglie, salami e altre delizie.

    quo vado spot tv ufficiali del nuovo film di checco zalone quo vado spot tv ufficiali del nuovo film di checco zalone

    Ma e' proprio il perfido Governo Renzi che un b el giorno decidera' di tagliare le provincie e l'unico a rischio, perche' senza handicap, senza parenti malati, senza una moglie, ha solo una fidanzata brutta che non si decide mai a sposare, e' proprio lui, Checco. La perfida Dottoressa Sironi (come il pittore), una favolosa Sonia Bergamasco piu' avvezza al teatro di Carmelo Bene e ai Bertolucci che al mondo di Zalone, gli offrira' una buonuscita di 27 mila euro se lascera' il posto. Ma Checco sa, complice il grandioso onorevole pugliese ex dc Binetti, un Lino Banfi perfetto, che il Posto Fisso e' la sua vita. E non firmera'.

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    La Sironi, cattivo braccio destro di un ministrto del lavoro, Ninni Bruschetta, ancora piu' perfido e renzianissimo, lo tormentera' mandandolo nei peggiori posti d'italia, in Val di Susa fra i no-tav, a Lampedusa fra gli immigrati, ma Checco non mollera' mai. Finira' per mandarlo in Norvegia, a far da guardiaspalle a una ricercatrice italiana alle prese con pericolosi orsi bianchi. E li' non solo riuscira' a ambientarsi, ma si innamorera' anche, ricambiato, della ragazza, Eleonora Giovanardi, che lo porta nella sua famiglia allargata, tre figli di tre diversi uomini.

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    Lei gli aprira' la mente, lo costringera' a pensare in maniera piu' civile e meno italiana. Diventato un talebano della civilta' nordica, Checco cedera' non tanto quando arriveranno i genitori pugliesi, i fantastici Ludovica Modugno e Maurizio Micheli, o quando si scoprira' geloso, ma quando si rendera' conto, vedendo in tv il Festival di Sanremo, che Al Bano e Romina hanno riformato la coppia. E lui, in Norvegia, ha perso tutto questo. Tornera' quindi in Italia e dovra' alla fine scegliere se abbandonare o no il posto fisso tanto amato.

     

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    Tutto cio' e' raccontato da Checco in Africa, al vecchio capo Dogon e alla sua tribu', che dovranno decidere che tipo di vita ha vissuto. E quindi giudicarlo. Forse non scatenato e selvaggio come i primi film di Checco e Gennaro, anche se ne ripete lo schema col viaggio al nord e la scoperta dell'amore e della civilta', ‎"Quo Vado" perde un po' colpi quando Checco, e il film, diventano un po' troppo buoni e moralisti, ma c'e' sempre una gag li' pronta a farci capire che l'obbiettivo e' sempre un altro, che l'importante e' raccontare l'Italia è cio' che resta degli italiani dopo la Prima Repubblica con divertimento e un'ironia sempre affettuosa.

     

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    Grazie a questo, Gennaro e Checco riescono a dirci cose serie e importanti per un film comico di impatto cosi' popolare e che sara' cosi' amato dai bambini. Ovvio che Luca Medici non abbandona il suo personaggio e tutta la sua buffa negativita' meridionale, la passione per la mamma come l_nica donna" e il sugo senza aglio, anche se le situazioni, al quarto film, iniziano a ripetersi. Non si ripetono le gag, che sono tutte nuove, e le battute (per tutte il bokking, che non vi spiego). Fa molto ridere la cattiva renziana di Sonia Bergamasco, che permette a Checco un po' di politicamente scorretto contro le femmine.

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    C'e' qualche lentezza nella seconda parte, qualche buonismo di troppo che magari fa sorridere dopo gli incassi degli ultimi film, ma questo "Quo Vado" e' delizioso e attuale come ci si poteva aspettare da un comico che sa di doversi sempre inventare una trovata, un'idea, per farci divertire e pensare. E al suo quarto film Checco mantiene intatto non solo il sodalizio con Nunziante, ma e' ancora fresco e credibile per un pubblico che sa di potersi fidare ciecamente di lui.  

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