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    NATO PER UCCIDERE – UN KILLER MESSICANO SI RACCONTA: “ HO UCCISO 30 PERSONE, DI CUI TRE PER SBAGLIO, MA NON RICORDO LA FACCIA DI NESSUNO DI LORO” – IL MIGLIOR MODO PER AVERE UN’INFORMAZIONE? “LA SCOSSA AI TESTICOLI, TUTTI PARLANO SOTTO TORTURA” – VIDEO


     
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    Da http://voce.com.ve

    il killer intervistato da ap il killer intervistato da ap

     

    Ancora una storia dell’orrore dal mondo dei “narcos” messicani. Un sicario 29enne ha raccontato in modo dettagliato e senza tentennamenti di aver ucciso trenta persone, dei quali forse tre per errore.

     

    dal 2007 sono 1000 le persone scomparse a guerrero dal 2007 sono 1000 le persone scomparse a guerrero

    A raccogliere le dichiarazioni del killer è stata l’agenzia AP: “Molte volte il tuo villaggio, o la tua città, viene invasa da gente che ritieni negativa per la tua famiglia, paese o società. E allora devi agire, il governo non ti aiuterà”, afferma tra l’altro l’anonimo sicario, presentando così quelle che considera le ragioni delle uccisioni, e precisando di non considerarsi “un narco”.

     

    La zona nella quale si muove è quella della Costa Grande nello stato di Guerrero, dove si trova tra l’altro il porto turistico di Acapulco, area al centro di una lotta senza tregua fra diversi gruppi e ‘carteles’ del crimine organizzato che cercano di non mollare un centimetro nel controllo dei propri territori.

     

    armi confiscate al cartello de los zetas armi confiscate al cartello de los zetas

     

    Nell’intervista il sicario precisa di aver fatto “desaparecer” per la prima volta un uomo quando era un ventenne: poi, nel corso degli anni ha ucciso trenta uomini, tre dei quali forse per errore. Utilizza il termine “desaparecer” proprio per riferirsi alla eliminazione del suo obiettivo, e cioè della persona da uccidere.

    il killer con lo stemma del chapo guzman il killer con lo stemma del chapo guzman

     

    “Desaparecido” è quindi sinonimo di omicidio, di chi è stato cancellato dal mondo, di chi non tornerà mai più a casa. Come? Prima col sequestro, poi con la tortura per ottenere i dati che si cercano, infine con la morte.

     

    Il killer del quale non si conosce il nome – e neppure il viso, coperto da un passamontagna durante l’intervista – ritiene però che ci siano delle regole da rispettare, e cioè non uccidere, o fare del danno, a donne e bambini.

     

     

    el chapo guzman el chapo guzman

    E cosa pensa del “Chapo” Guzman, l’uomo più ricercato del mondo, svanito nel nulla qualche mese fa dopo anni di prigionia in un carcere messicano?: “Fra tutti i cattivi, a me non sembra poi così cattivo”.

     

    Altra domanda: come ottiene dalle sue vittime le informazioni che vuole avere? Risposta: colpendolo, con scariche elettriche ai testicoli e altre parti del corpo. In altre parole, con la tortura: “Con il tempo uno impara come far male ad una persona in modo da ottenere le informazioni che si cercano”, sottolinea, precisando che “il 99% delle persone” torturate prima o poi parla.

     

    il tunnel del chapo al carcere di aloloya il tunnel del chapo al carcere di aloloya

    Con questo risultato in tasca, il “killer” procede poi all’uccisione della vittima. In che modo? “sparandogli”. Ma c’è un problema, precisa, visto che alcune delle persone torturate dicono cose non vere: “Lo fanno con la speranza di porre fine al supplizio, pensano a come uscire dalla situazione nella quale si trovano”.

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    Pentimenti? Solo in parte: “In un modo o in un altro stai facendo del male e stai togliendo la vita a qualcuno. Ti stressa, un po’ ti penti perché sai che non è una cosa buona. Con il tempo però vai dimenticando”, precisa riferendosi sia alle persone uccise sia ai posti dove i corpi vengono sotterrati, e cioè le fosse comuni. Paure? Soprattutto di essere ucciso da una gang rivale: “più di morire in uno scontro a fuoco”.

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