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    E’ L’ORA DELLE “RICREAZIONI” - NEL SUO ULTIMO LIBRO ACHILLE BONITO OLIVA ESAMINA LO STATO DELL’ARTE OGGI: GLI ARTISTI CONTEMPORANEI HANNO ABBANDONATO IL PRINCIPIO DELL’INVENZIONE A FAVORE DI QUELLO DELLA CITAZIONE - MA C’E’ ANCORA LA POSSIBILITA’ DI OPPORSI A UNA CULTURA GLOBALIZZATA…


     
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    Recensione di Dario Pappalardo per la Repubblica al libro di Achille Bonito Oliva “Ricreazioni”, DeriveApprodi Editore

     

    COPERTINA DEL LIBRO DI ACHILLE BONITO OLIVA COPERTINA DEL LIBRO DI ACHILLE BONITO OLIVA

    "Non c' è musica, ma l' arte parte lo stesso, scavalca il commento adesivo al presente e cavalca il coro del futuro. Ancora". Leggendo queste parole, non si può rimproverare ad Achille Bonito Oliva il pessimismo come chiave di lettura del contemporaneo.

     

    Se anche il mondo dell' arte si divide tra apocalittici ( Jean Clair) e integrati ( Hans Ulrich Obrist), nel descriverlo il fondatore della Transavanguardia persegue una strada tutta sua, dentro il solco di titoli ormai entrati nel canone della critica come L' ideologia del traditore.

     

    Si tratta di raccontare la realtà dell' arte, intercettandone la parte più vitale e immaginando, in prospettiva, quello che resterà. Accade anche in questa raccolta di saggi curata da Bonito Oliva, che nel titolo giocoso traccia una via: Ricreazioni. L' arte tra i frammenti del tempo ( Derive Approdi, collana di alfabeta2).

     

    L' assunto di fondo è che la creazione non risulta più un principio dell' arte. Con il web che annulla spazio e tempo, rendendo ogni fonte raggiungibile per quanto immateriale ed effimera, all' artista non rimane che la citazione. Ma anche la possibilità di opporre a una cultura globalizzata un immaginario personale, una autofiction che diventa matrice di tante opere.

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    Sono questi i binari su cui si muove la riflessione di Ricreazioni, che diventa un vademecum per orientarsi nel disorientamento ( artistico, ma non solo: quello che vediamo nelle mostre o alla Biennale non precipita dalla Luna) del XXI secolo. Dove si analizzano non semplici settori dell' arte, ma aree tematiche più ampie.

     

    Come la categoria del " naufragio" dalla Zattera della Medusa a oggi ( nel saggio di Manuela Gandini); l' impatto dei new media ( Antonello Tolve); la scrittura scenica ( Lorenzo Mango); la fotografia ( Giuliano Sergio); il cinema ( Veronica Pravadelli); il contraddittorio interesse per l' architettura mentre le aree urbane collassano ( Lucia Tozzi); la rivisitazione della musica classica ( Federico Capitoni e Lucia Ronchetti).

     

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    Angelo Guglielmi intreccia il discorso sulle arti figurative al postmoderno in letteratura. Il catalogo del contemporaneo, se volete, è questo.

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