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    NETANYAHU NON VEDE LA LUCE IN FONDO AL TUNNEL – IL VERO GUAIO PER “BIBI”, ASSEDIATO DAI PARENTI DEGLI OSTAGGI E DAL PRESSING DELLA COMUNITÀ INTERNAZIONALE, È CHE LE OPERAZIONI A GAZA NON STANNO ANDANDO COME PREVISTO: NELLA NOTTE SONO MORTI ALTRI 21 SOLDATI, E NEMMENO IL NORD DELLA STRISCIA È STATO BONIFICATO DAI TERRORISTI. È UN’UMILIAZIONE PER QUELLO CHE SI CREDEVA ESSERE UNO DEGLI ESERCITI PIÙ TEMIBILI DEL MONDO, CHE NON RIESCE A SEDARE LA GUERRIGLIA UN MANIPOLO DI LANCIA-RAZZI CHE SI RINTANA NELLE GALLERIE SOTTERRANEE…


     
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    benjamin netanyahu benjamin netanyahu

    1. 21 SOLDATI ISRAELIANI UCCISI A GAZA NELLA NOTTE

    (ANSA) - Ventuno soldati sono rimasti uccisi la scorsa notte nei combattimenti in corso a Khan Yunis, a sud di Gaza. Lo ha reso noto il portavoce militare Daniel Hagari. Si tratta dell'episodio più grave per l'esercito israeliano dall'inizio della guerra.

     

    2. ISRAELE, SOLDATI MORTI IN ESPLOSIONE DI 2 EDIFICI COLPITI

    (ANSA) - A causare la morte dei 21 solati israeliani è stato un razzo anticarro lanciato dai "terroristi" che ha fatto esplodere e crollare due edifici in cui si trovavano i soldati. L'attacco è avvenuto nel campo profughi di Maghazi, nel centro della Striscia - non distante da confine - e non come sembrato in un primo momento a Khan Yunis.

     

    BA-HAMAS - MEME BY EMILIANO CARLI BA-HAMAS - MEME BY EMILIANO CARLI

    "Per quanto ne sappiamo - ha detto -, intorno alle 16:00 (di ieri e non nella notte) i terroristi hanno lanciato un razzo contro un carro armato che proteggeva i soldati e si è verificata un'esplosione in 2 edifici a 2 piani. Questi sono crollati, mentre i soldati erano dentro e vicino ad essi".

     

    Hagari ha poi spiegato che i soldati stavano operando nell'aera di Almaazi (rpt, Almaazi) di "che dista circa 600 metri dal confine con Israele, distruggendo strutture e siti di Hamas nell'ambito dei tentativi dell'esercito di stabilire una zona cuscinetto per consentire a tutti i residenti delle zone israeliane a ridosso della Striscia di ritornare alle loro case".

     

    Hagari ha spiegato che con tutta probabilità l'esplosione, avvenuta in contemporanea con il lancio del razzo anti-tank, è accaduta a "causa delle mine che i soldati avevano piazzato per demolire le palazzine, anche se si sta indagando ancora sulle ragioni della detonazione".

     

    3. GALLANT, MORTE 21 SOLDATI DEVE SPRONARCI A VINCERE LA GUERRA

    israel katz benjamin netanyahu israel katz benjamin netanyahu

    (ANSA) - ''Questa e' una guerra che stabilirà il futuro di Israele nei decenni a venire. La morte di quei combattenti deve spronarci a raggiungerne gli obiettivi'': lo ha detto il ministro Della difesa israeliano, Yoav Gallant, commentando la morte di 21 soldati avvenuta ieri pomeriggio nella striscia di Gaza (non nella notte come riportato in precedenza. ''Questa è una mattina pesante e di dolore, con notizie amare giunte alle famiglie di quei militari. Ci stringiamo attorno a loro in questa ora di lutto''.

     

    KING BIBI INTRAPPOLATO NEI TUNNEL

    Estratto dell’articolo di Giordano Stabile per “La Stampa”

     

    foto di benjamin netanyahu bruciata in pakistan foto di benjamin netanyahu bruciata in pakistan

    Assediato fin dentro casa dai famigliari degli ostaggi, premuto dall'intera diplomazia mondiale, Benjamin Netanyahu si trova in una situazione difficile, verrebbe da dire disperata, se non fosse un leader abituato a tutti i tipi di emergenze. […]

     

    Sa che l'America può diventare anche asprissima nelle critiche, ma non potrà mai abbandonare lo Stato ebraico, continuerà a rifornirlo di armi e munizioni e non lo lascerà in balia di 400 milioni di arabi, dell'Iran e di altre potenze musulmane.

     

    […] È sul fronte di Gaza che le cose non sono andate nella maniera prevista. Un alto ufficiale […] lo ha spiegato al Figaro: «Hamas continua a lanciare razzi dal settore Nord della Striscia, dopo che Israele aveva annunciato lo smantellamento del gruppo in quella zona. L'esercito avanza e distrugge, ma non tiene il terreno».

     

    antony blinken benjamin netanyahu antony blinken benjamin netanyahu

    A Nord di Gaza City, il sobborgo di Beit Lahiya non è stato ancora conquistato. Gran parte del settore Sud resiste. Dopo tre mesi e mezzo, e di fronte a 100 mila uomini appoggiati da centinaia di carri e cacciabombardieri. Tashal, l'esercito israeliano, si è trovato di fronte a un tipo di guerriglia inedita. Non è la battaglia urbana di Mosul contro l'Isis, e neppure quelle nelle strette valli del Libano condotta da Hezbollah. Hamas rifiuta l'attrito.

     

    Il leader supremo, Khaled Meshaal, è ossessionato dalla storia algerina, la cita in continuazione in parallelo con quella palestinese. E in particolare del comandante Ait Ahmed, inventore della "guerriglia mobile". Il principio di Ahmed era che non si potevano creare "zone franche", dove rifugiarsi. Le colonne di militanti dovevano muoversi senza una base fissa, colpire e sparire, e mai affrontare in grosse formazioni l'esercito francese.

     

    soldati israeliani a gaza 5 soldati israeliani a gaza 5

    […] Gaza è una striscia sabbiosa di minuscole dimensioni. Le valli impervie sono così diventati i tunnel, molto più estesi rispetto ai 500 chilometri ipotizzati prima della guerra. Il terreno di Gaza è facilissimo da scavare. I combattenti di Hamas sbucano ancora oggi nel Nord, a pochi chilometri dalla frontiera. Gli ostaggi sono persi in quel dedalo infinito, con tanto di piccoli "appartamenti". E anche Netanyahu rischia di finire in un tunnel senza uscita.

     

    4. PER GLI OSTAGGI GLI ISRAELIANI SONO DISPOSTI A MOLTO

    Estratto dell’articolo di Micol Flammini per “il Foglio”

     

    BENJAMIN NETANYAHU AL CONFINE CON IL LIBANO BENJAMIN NETANYAHU AL CONFINE CON IL LIBANO

    Chi crede più a Benjamin Netanyahu? In Israele non è più questione di indice di gradimento, ma la fiducia nel primo ministro ha a che vedere anche con le speranze dei suoi cittadini, impauriti, feriti, alcuni senza speranze.

     

    Sono giorni di manifestazioni per il paese e la piazza dedicata agli ostaggi non è più il luogo della solidarietà e del conforto nei confronti delle famiglie degli oltre centotrenta israeliani tenuti prigionieri, ma è il centro di una protesta che si sta espandendo, e ieri è arrivata fino a Gerusalemme. Con i cartelli in mano, con le magliette nere con la scritta “riportateli a casa”, i parenti degli ostaggi hanno interrotto una riunione della Commissione finanze della Knesset.

    Benny Gantz e Gadi Eisenkot Benny Gantz e Gadi Eisenkot

     

    […] Chiedevano un accordo, un piano, e chiedevano anche le dimissioni del primo ministro Benjamin Netanyahu: “Avete smantellato un governo per il voto sui cibi lievitati (hametz) – hanno urlato ai politici dei partiti religiosi – e adesso non volete farlo per gli ostaggi”.

     

    Il premier non era presente, ma poco dopo ha detto che da parte di Hamas non c’è stata alcuna proposta concreta per la liberazione dei prigionieri e l’unica strategia è continuare a fare pressione, continuare a combattere. Qualcuno gli ha creduto? Qualcuno sì, […] non tutti hanno abbandonato l’idea che sia ancora il leader giusto per Israele: il leader dell’abitudine.

     

    soldati israeliani a gaza 4 soldati israeliani a gaza 4

    La sua maggioranza regge ancora, se il governo ristretto di unità nazionale dovesse mancare dell’appoggio di Benny Gantz e di Gadi Eisenkot, che hanno accettato di costituire con il premier un gabinetto di guerra, a Bibi rimarrebbe pur sempre la sua coalizione urlante che lui stesso fatica a governare, ma che ha i numeri per andare avanti.

     

    Il 46 per cento degli israeliani vorrebbe vedere Benny Gantz al suo posto, ma il 32 crede ancora che sia lui il premier giusto. Chi ormai non gli crede più sono le famiglie degli ostaggi, vorrebbero un accordo di qualsiasi tipo pur di vedere tornare a casa madri, padri, figli, sorelle. Non sanno nulla del loro destino dentro la Striscia, Netanyahu dice che non ci sono possibilità di accordo, ma loro ribattono che basterebbe fermare la guerra. Sono pronti a tutto.

     

    benjamin netanyahu yoav gallant benny gantz benjamin netanyahu yoav gallant benny gantz

    Gli altri israeliani sono disposti a un accordo che preveda il ritorno degli ostaggi, sono pronti alla liberazione dei terroristi palestinesi nelle carceri israeliane, ma i sondaggi non sono chiari sul loro favore o sfavore per un cessate il fuoco permanente, che consentirebbe la ristrutturazione di Hamas.

     

    I terroristi della Striscia hanno tutta l’intenzione di restare al potere, di mostrare al mondo che possono vincere la guerra e ieri hanno pubblicato un comunicato di sedici pagine con un titolo che mostra l’intento evidente: “La nostra narrativa: Operazione diluvio di al Aqsa”. Diluvio di al Aqsa è il nome che i terroristi hanno dato all’attacco contro Israele e il documento, come viene scritto nelle sedici pagine, è indirizzato “alle nazioni arabe e islamiche e alle persone libere in giro per il mondo”.

     

    ILLUSTRAZIONE SU BENJAMIN NETANYAHU E MOHAMMED BIN SALMAN ILLUSTRAZIONE SU BENJAMIN NETANYAHU E MOHAMMED BIN SALMAN

    Nel documento si fanno strada le bugie e le cospirazioni che sono circolate finora, i terroristi scrivono che le morti civili sono avvenute in modo accidentale, mentre gli attacchi erano rivolti contro i soldati e le basi militari, non c’è nessun accenno agli ostaggi, ma chiedono un’indagine internazionale.

     

    Il metodo che Hamas ha usato nei kibbutz è stato scientifico, per niente accidentale: uccidere casa per casa israeliani nelle prime ore del mattino di un giorno di festa. In pochi credono a Bibi, ma nessuno crede a Hamas che vuole il favore del mondo arabo proprio adesso che si sta impegnando nel pensare a un nuovo accordo sotto la guida degli Stati Uniti.

    Gadi Eisenkot Gadi Eisenkot

     

    […] La vaghezza, però, mette in guardia anche gli israeliani, che sono pronti a un compromesso, ma senza che Hamas ne sia parte. Un sondaggio rivela che se si parla di liberazione degli ostaggi, gli israeliani sono favorevoli a parlare di soluzione a due stati, a patto che quello palestinese sia demilitarizzato. Una condizione che ha riguardato molti accordi per far cessare le guerre nella storia.

    BENJAMIN NETANYAHU DAVID BARNEA BENJAMIN NETANYAHU DAVID BARNEA BENJAMIN NETANYAHU VISITA I SOLDATI ISRAELIANI NELLA STRISCIA DI GAZA BENJAMIN NETANYAHU VISITA I SOLDATI ISRAELIANI NELLA STRISCIA DI GAZA BENJAMIN NETANYAHU BENJAMIN NETANYAHU

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