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    MI SCAPPA LA PIPÌ, PAPÀ – UN BAMBINO DI DIECI ANNI NON VA IN BAGNO PER OTTO ORE PER NON SMETTERE DI GIOCARE AI SUOI VIDEOGAME PREFERITI – ERA TALMENTE PRESO DAL GIOCO DA IGNORARE ANCHE I SUOI BISOGNI CORPOREI, PERCHÉ CONSIDERATI FONTE DI DISTRAZIONE – LA PEDIATRA: “LA VESCICA E L’INTESTINO SI ERANO DEFORMATI. PENSAVO FOSSE UN TUMORE, POI…”


     
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    Simona Marchetti per www.corriere.it

     

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    I videogiochi possono coinvolgere a tal punto i bambini da fare in modo che non sentano nemmeno più gli impulsi corporei più basilari, come ad esempio andare in bagno, col rischio così di sviluppare problemi di salute a lungo termine.

     

    A lanciare l'avvertimento è stata la pediatra Jo Begent dell'University College London Hospital che, intervenendo nel corso della conferenza annuale della NSPCC (la principale organizzazione non profit britannica per l’infanzia), ha citato il caso di un bambino di 10 anni, operato d'urgenza all'intestino dopo aver passato otto ore di fila attaccato alla consolle, senza staccarsi nemmeno per fare pipì.

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    «Un giorno nella mia clinica pediatrica si è presentato un ragazzino di dieci anni che zoppicava ed era conciato davvero male - ha raccontato infatti la dottoressa Begent - ma quello che mi ha mandata nel panico è stata la massa enorme che gli usciva dal bacino e che in un primo momento credevo fosse un tumore. I successivi controlli hanno invece evidenziato una grave dilatazione del bacino e una costipazione spaventosa».

     

    Caso limite ma...

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    Come si legge sul Daily Mail, a quel punto la pediatra ha voluto capirci qualcosa in più, ma quello che ha poi scoperto è stato a dir poco sconcertante. «Quando ho approfondito la questione, è venuto fuori che la vescica e l'intestino si erano deformati in quel modo perché il ragazzino aveva smesso di andare in bagno per non doversi staccare dal suo videogame - ha continuato la Begent - ed era talmente preso dal gioco da ignorare anche i bisogni corporei basilari, perché considerati fonte di distrazione».

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    Pur trattandosi di un caso limite, la pediatra ha sottolineato come social media e videogame stiano avendo un impatto sempre maggiore e sempre più pericoloso sulla salute fisica e mentale di bambini e adolescenti.

     

    «Negli ultimi anni abbiamo registrato un aumento esponenziale di casi - ha concluso la Begent - e se inizialmente i problemi erano legati alla mancanza di sonno e all'obesità, ora invece riguardano anche aspetti psico-fisici molto più profondi e che possono avere risvolti potenzialmente drammatici».

     

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    La dipendenza da videogiochi è una malattia

    Proprio di recente l’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) ha messo la dipendenza da videogiochi nella categoria malattie mentali, inserendo il cosiddetto gaming disorder nell’ultima revisione della International Classification of Diseases (Icd-11), l’elenco che contiene tutte le patologie riconosciute, oltre 55mila, usato per le diagnosi dai medici di tutto il mondo. La nuova versione verrà adottata a partire dal 2022.

     

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