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    PENATI, L’ULTIMA SCENEGGIATA DEL PARAGURO: I SUOI LEGALI NON RINUNCIANO ALLA PRESCRIZIONE


     
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    Federico Berni per Corriere.it

    Filippo PenatiFilippo Penati

    Processo a metà per Filippo Penati. Il tribunale collegiale di Monza ha disposto la riunione del processo a carico di Penati e Antonino Princiotta, rispettivamente ex presidente ed ex segretario della provincia di Milano, a quello già fissato il prossimo 26 giugno per altri 8 imputati del cosiddetto ‘sistema Sesto'.

    L'ex uomo di punta del Pd Penati, dovrà rispondere solo delle accuse di corruzione di incaricato di pubblico servizio in relazione alla gestione della società Milano Serravalle, acquisita dalla provincia di Milano all'epoca della presidenza Penati, e di altre contestazioni di corruzione e violazione della legge sul finanziamento ai partiti.

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    PRESCRIZIONE
    Niente processo, invece, per la presunta concussione relativa agli appalti delle grandi aree industriali dismesse del comune di Sesto San Giovanni, le ex Falck e Marelli. Reati prescritti a febbraio dopo le modifiche normative dell'ultima legge «anticorruzione».

    Proprio la questione relativa alla prescrizione, per Penati, si era trasformata in una sorta di «telenovela», nata dopo le dichiarazioni dello stesso ex sindaco di Sesto, il quale, ancora prima del rinvio a giudizio, aveva dichiarato pubblicamente di volersi opporre alla prescrizione per dimostrare la propria estraneità a tutte le accuse.

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    All'udienza di stamattina, il tribunale collegiale (presidente Letizia Brambilla), dopo aver accolto la costituzione di tutte le parti civili presentate la scorsa settimana (compresa quella dei Democratici di Sinistra, soggetto giuridico ancora esistente) ha posto direttamente la questione ai difensori di Penati.

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    SCELTA MANCATA
    La richiesta dei giudici era in questi termini: «Penati intende avvalersi o meno della prescrizione?». L'imputato avrebbe potuto rinunciare ai vantaggi della prescrizione formalmente davanti a giudici, ma non era presente in aula. A quel punto l'avvocato difensori Matteo Calori, ha dichiarato di non aver avuto mandato in questo senso.

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    Udienza interrotta, telefonata dell'avvocato a Penati, e dichiarazione finale del legale: «Penati oggi non c'è, e non posso decidere per lui». Inevitabile, da parte del tribunale, la dichiarazione di non doversi procedere per quei reati già prescritti e il successivo rinvio con riunione del processo. Al difensore, per «recuperare» il processo sui reati Falck, resta eventualmente la possibilità di ricorrere in Cassazione, come dichiarato dallo stesso al termine dell'udienza.

     

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