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    PER LA PRIMA VOLTA E’ STATA REALIZZATA UNA REPLICA IN 3D DEI POLMONI UMANI: E’ UN ORGANOIDE, CREATO IN LABORATORIO E DENOMINATO “AIRGEL”, CHE RIPRODUCE QUASI PERFETTAMENTE IL TESSUTO E TUTTE LE CARATTERISTICHE DI UNO DEGLI ORGANI PIÙ COMPLESSI DEL CORPO UMANO - SARA’ UTILE PER STUDIARE IL FUNZIONAMENTO DELLE VARIE TIPOLOGIE DI CELLULE DI UN ORGANO, LO SVILUPPO DEI TESSUTI, TESTARE FARMACI E SVILUPPARE NUOVE TERAPIE


     
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    (ANSA) - ROMA, 01 AGO - Realizzato un organoide dei polmoni, una replica in scala creata in laboratorio che riproduce quasi perfettamente il tessuto e tutte le caratteristiche di uno degli organi più complessi del corpo umano. A sviluppare l'organoide denominato AirGel è stato il gruppo di ricercatori guidato da Alexandre Persat del Politecnico di Losanna Epfl che in uno studio pubblicato su Plos Biology ha dimostrato come l'organoide sia un modello per lo studio delle infezioni polmonari.

     

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    Gli organoidi sono delle repliche in scala di organi umani, strutture tridimensionali formate da cellule umane complete di vasi sanguigni e usati sempre più come banchi di prova unici del loro genere per studiare il funzionamento delle varie tipologie di cellule di un organo, lo sviluppo dei tessuti, testare farmaci e sviluppare nuove terapie. I polmoni, a causa della loro struttura reticolare molto ramificata, sono tra gli organi più difficili da coltivare in vitro e attenerne uno sviluppo 3D ma i ricercatori svizzeri sono riusciti a replicarne ora gran parte delle caratteristiche sviluppando AirGel.

     

    L'organoide è stato usato per studiare il ruolo del muco nel processo di formazione del biofilm, una sorta di pellicola protettiva, da parte di Pseudomonas aeruginosa, un batterio patogeno comunemente resistente agli antibiotici. Infettando gli AirGel con P. aeruginosa e studiandoli dal vivo con microscopi ad alta risoluzione sono stati in grado di analizzare lo sviluppo del biofilm in tempo reale e identificare eventuali strategie per contrastare il proliferare del batterio. I ricercatori hanno infatti scoperto che il batterio induce la riduzione del muco naturalmente presente sulle pareti del polmone per facilitare così lo sviluppo della pellicola che rende difficile contrastare il patogeno attraverso i farmaci.

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