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    UNA NUOVA CURA PER LA DEPRESSIONE: RENDERCI UN PO' PIU' STUPIDI – UN GRUPPO DI RICERCATORI DELLA FLORIDA HA SCOPERTO UNA SOSTANZA (LA GLICINA) CHE, RIDUCENDO L’ATTIVITÀ DEI NEURONI, INDUCE ALLA DEPRESSIONE – DISINNESCANDO IL RECETTORE DI QUESTA SOSTANZA NEGLI ESSERI UMANI, SI RIUSCIREBBE A CURARE CHI SOFFRE DELLA MALATTIA – IL FARMACO POTREBBE ESSERE PRONTO TRA 4-5 ANNI…


     
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    Estratto dell’articolo di Elena Dusi per “la Repubblica”

     

    ansia e depressione ansia e depressione

    È come se nel cervello esistesse un freno a mano. Dei ricercatori americani hanno scoperto e descritto su Science una sostanza che calma i neuroni della corteccia, ne riduce l’attività e, nel caso in cui la sua azione si riveli eccessiva, induce uno stato di depressione.

     

    Il suo nome è glicina, fa parte della categoria degli aminoacidi, si assume con l’alimentazione ma è anche in commercio sotto forma di integratore alimentare come — fra le varie cose — antiaging. Prima della scoperta, la glicina veniva venduta senza troppa cognizione come stimolante. Oggi un gruppo di ricercatori dell’università della Florida e dello Scripps Research Institute ha invece scoperto la sua funzione di freno dei neuroni.

    DEPRESSIONE DEPRESSIONE

     

    […] Disinnescare il recettore della glicina — che in gergo si chiama Gpr158 — permetterebbe di togliere il freno a mano a un cervello colpito da depressione. «Lo studio in realtà — invita alla cautela Altamura — ha preso in esame i topi. Il prossimo passo sarà dimostrare l’esistenza di Gpr158 anche nell’uomo. Ma se la risposta dovesse essere positiva, si aprirebbe la strada per mettere a punto un nuovo tipo di farmaci contro la depressione».

     

    depressione depressione

    Oggi le medicine contro questo disturbo non sono sempre efficaci. «Ultimamente si sta provando con un farmaco nuovo, la chetamina, che però dà un’attivazione non lontana da quella delle droghe» dice Altamura. «Agire sul freno a mano, disattivandolo, si prospetta invece come un’idea interessante. […]

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