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    PRO E CONSIP: IL PM CHIEDE IL RINVIO A GIUDIZIO PER LOTTI E ALTRI SEI. NEI CONFRONTI DEL BRACCIO DESTRO DI RENZI LA PROCURA DI ROMA CONTESTA IL REATO DI FAVOREGGIAMENTO COSÌ COME PER SALTALAMACCHIA E VANNONI. PER DEL SETTE L'ACCUSA È DI RIVELAZIONE DEL SEGRETO D'UFFICIO, PER RUSSO IL MILLANTATO CREDITO. SCAFARTO RISCHIA IL PROCESSO PER RIVELAZIONE DEL SEGRETO D'UFFICIO, FALSO E DEPISTAGGIO


     
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     (ANSA) - La Procura di Roma ha chiesto il rinvio a giudizio per sette persone nell'ambito della maxi inchiesta sul caso Consip. Rischiano di finire sotto processo l'ex ministro Luca Lotti, l'ex comandante generale dei carabinieri, Tullio Del Sette, il generale dell'Arma Emanuele Saltalamacchia, l'imprenditore Carlo Russo, Filippo Vannoni, l'ex maggiore del Noe Gian Paolo Scafarto e l'ex colonnello dell'Arma, Alessandro Sessa.

     

    Nei confronti di Lotti i pm di piazzale Clodio contesta il reato di favoreggiamento così come per Saltalamacchia e Vannoni. Per Del Sette il reato ipotizzato è quello di rivelazione del segreto d'ufficio, a Russo i pm, invece, contestano il reato di millantato credito. Scafarto rischia il processo per l'accusa di rivelazione del segreto d'ufficio,falso e depistaggio. Quest'ultima fattispecie è contestata a Sessa. Nei confronti di Tiziano Renzi la procura, nell'ambito della chiusura dell'indagine il 29 ottobre scorso, ha sollecitato l'archiviazione.

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