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    PROCESSIONE MALA-NDRINA - IL BOSS DELLA MAFIA CALABRESE PORTA IL QUADRO DELLA MADONNA E I CARABINIERI FERMANO LA FESTA DELLA MADONNA DELLA NEVE A ZUNGRI, NEL VIBONESE. I FEDELI S'INCAZ*ANO, IL PADRINO (CHE NON HA PENDENZE CON LA GIUSTIZIA) SI ALLONTANA - IL PARROCO È QUELLO CHE DISSE ''IO ME LA FAREI'' VEDENDO UN VIDEO DI SUSANNA CAMUSSO


     
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    Carlo Macrì per il ''Corriere della Sera''

     

    zungri processione madonna della neve zungri processione madonna della neve

    Tra i dodici portatori della sacra effige della «Madonna della neve», portata in processione in occasione della festa patronale, a Zungri, nel Vibonese, c' era anche il boss del paese: Giuseppe Accorinti. La sua presenza non è sfuggita ai carabinieri in servizio d' ordine mischiati tra circa mille fedeli, al seguito della Madonna.

    Tra loro il sindaco del paese, Francesco Galati e il parroco don Giuseppe La Rosa, detto Pippo.

     

    La partecipazione del boss Accorinti con alle spalle un pedigree di reati gravi, come l' associazione mafiosa, ha costretto le forze dell' ordine, guidate dal maggiore della compagnia di Tropea Dario Solito, a intervenire e bloccare la processione. L' iniziativa dei carabinieri ha scatenato l' ira dei fedeli, c' è stata una protesta piuttosto animata, ma tutto si è ricomposto quando è stato spiegato loro il motivo del provvedimento. La confusione generata ha permesso, nel frattempo, al boss di allontanarsi.

     

    zungri festa della madonna della neve zungri festa della madonna della neve

    C' è da dire che Giuseppe Accorinti, attualmente non ha nessuna pendenza con la giustizia, ma per gli inquirenti resta sempre la figura di vertice della cosca di Zungri. La processione comunque, dopo qualche tempo, ha potuto concludere il suo percorso con l' arrivo in chiesa del quadro della Madonna. «Quanto è accaduto è certamente un fatto increscioso. Si è verificata qualche falla nello svolgimento della manifestazione; purtroppo accade, a volte, che circostanze di questo tipo non possano essere previste nell' immediatezza, ma nel momento in cui si verificano è necessario intervenire con risolutezza», ha spiegato monsignor Luigi Renzo, vescovo di Mileto.

     

    Il parroco di Zungri - ultimo comune italiano in ordine alfabetico, conosciuto per le Grotte degli Sbariati - e il sindaco, così come gli organizzatori dei festeggiamenti sono stati sentiti dai carabinieri che hanno inviato una relazione alla procura di Vibo Valentia.

     

    Don «Pippo» La Rosa è lo stesso sacerdote che lo scorso anno si rese protagonista di un episodio che scatenò una feroce polemica sui social. Il parroco mentre si trovava a casa sua vedendo apparire in quell' istante sullo schermo del televisore l' immagine di Susanna Camusso, leader della Cgil, prese una pistola giocattolo e gliela puntò contro.

    E come se non bastasse fece anche un commento: «Io questa me la farei. Fuori». Il gesto del sacerdote è stato postato da un amico su Facebook.

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    Don Pippo allora parlò di uno «scherzo e di un equivoco» e dopo aver cancellato il post, lo sostituì con una foto del Papa.

    «Io c' ero ma non mi sono accorto di nulla», ammette il sindaco Galati. «Ho appreso della vicenda dai giornalisti. Dico solo che la nostra è una comunità laboriosa e rispettosa della legalità».

     

    Quello di Zungri è soltanto l' ultimo episodio della serie legata alle ingerenze dei boss nelle processioni della 'ndrangheta e gli inchini dei portatori davanti alle abitazioni dei boss. Negli anni passati eventi di questo tipo si sono verificati a Oppido Mamertina, nel Reggino, a Sant' Onofrio e Stefanaconi, nel Vibonese. All' epoca i vescovi delle rispettive diocesi sospesero per un lungo periodo le processioni.

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