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    VIRGINIA A SECCO/2 - COMMERCIANTI, ALBERGATORI E RISTORANTI FURIOSI: ‘SENZA ACQUA 8 ORE AL GIORNO PER NOI VUOL DIRE CHIUDERE’. CRITICHE PURE DAL PRESIDENTE GRILLINO DEL XV MUNICIPIO - E ORA LA SINDACA DICE: ‘IL RAZIONAMENTO È INACCETTABILE’. LA REGIONE CERCA FONTI ALTERNATIVE - 40 LITRI SU 100 PERSI, ECCO COME E PERCHÉ RESTIAMO SENZ’ACQUA


     
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    1. ROMA A SECCO, IL PIANO NON DECOLLA COMMERCIANTI SUL PIEDE DI GUERRA

    Andrea Carugati per La Stampa

     

    VIRGINIA RAGGI E ANDREA MAZZILLO VIRGINIA RAGGI E ANDREA MAZZILLO

    Corsa contro il tempo a Roma per evitare il razionamento dell' acqua, con turni di 8 ore al giorno per circa 1,5 milioni di cittadini. La domenica sembra non aver portato consiglio, e tra Comune, Regione e Acea ancora non solo non è spuntata una soluzione, ma non è neppure stato fissato un incontro. In Campidoglio si continua a ritenere che la partita sia tra Acea e Regione (che ha emanato l' ordinanza con cui tra cinque giorni si interromperanno i prelievi dal lago di Bracciano). In Regione si ripete di aver solamente rispettato la legge, e si indica nel Comune (che controlla Acea al 51%) l' attore principale per uscire dall' impasse.

     

    Anche dai vertici di Acea - di recente nominati dalla giunta Raggi - fanno sapere di essere risoluti nel voler seguire le regole e che per questo osserveranno l' ordinanza della Regione e che proprio per questo, l' unica conseguente soluzione adottabile sarà il razionamento dell' acqua. Ma il piano secondo il quale verranno divise le zone della Capitale e gli orari di chiusura dei rubinetti è ancora sul tavolo dei tecnici di Acea, ma sembrerebbe che ospedali, ambasciate e altri edifici sensibili saranno comunque tutelati.

     

    LAGO DI BRACCIANO LAGO DI BRACCIANO

    La sindaca Virginia Raggi ribadisce di essere stata la prima il 22 giugno a denunciare le gravi condizioni del lago di Bracciano, e di aver emanato per tempo un' ordinanza per chiudere i famosi nasoni della Capitale. Il Pd va all' attacco con il segretario regionale del Lazio Fabio Melilli che accusa Acea di «fare terrorismo psicologico».

     

    La municipalizzata «contraddice se stessa e i dati che ha fornito in questi ultimi mesi», dati secondo cui dal lago di Bracciano arriverebbe solo l' 8% del fabbisogno idrico di Roma.

    «Perché dunque questo allarme dopo la chiusura del lago?», è la domanda che rimbalza in Regione e tra i dem. Melilli definisce «spropositata e sospetta» l' ipotesi di arrivare a turni di 8 ore al giorno di razionamento dell' acqua. E incalza Raggi: «Basta fare melina».

     

    Una delle soluzioni, sponsorizzata dal deputato dem Michele Meta, prevederebbe di attingere alle altre riserve idriche che approvvigionano la Capitale, come l' acquedotto del Peschiera. E l' idea non sembra dispiacere alla Regione. L' accordo, però, è ancora lontano. È stato aperto un canale di comunicazione informale fra i tre protagonisti e tutti si dicono pronti a sedersi intorno a un tavolo, magari anche con la Protezione civile. Eppure, nessuno fa il primo passo.

    LAGO DI BRACCIANO LAGO DI BRACCIANO

     

    Le preoccupazioni maggiori, in città, provengono dalle migliaia di attività commerciali che di fronte al razionamento dell' acqua sarebbero costrette a chiudere. «È già tardi, per noi, per prendere delle contromisure», mette in guardia il presidente di Confcommercio Roma Giuseppe Roscioli. «Una decisione del genere provocherebbe un danno incalcolabile alla città. Non solo economico ma anche e soprattutto di immagine: all' estero penserebbero che Roma non è in grado di gestire le emergenze», prosegue Roscioli.

     

    «Per questo, certe decisioni andrebbero prese con più buon senso e, quanto meno, condivise con le associazioni di categoria. Invece, è stata messa in scena una cosa da pazzi. E a questo punto, mi auguro sia stata solo una irresponsabile boutade». E anche dalla Federazione pubblici servizi di Roma non arrivano segnali incoraggianti: «Costringere una città a chiudere per problemi idrici è una cosa incomprensibile», dice Fabio Spada, presidente del Fipe Roma. «Nessuna attività commerciale a Roma può pensare di sopportare otto ore senza acqua».

     

    virginia raggi in costume al lago di bracciano 7 virginia raggi in costume al lago di bracciano 7

    Anche i presidenti dei Municipi di Roma non possono fare altro che aspettare le decisioni che arriveranno dai tavoli istituzionali e, da domani, tentare tra di loro un coordinamento.

     

    La misura del blocco dell' acqua, comunque, non piace a nessuno. «Una follia», la definisce la presidente del I Municipio Sabrina Alfonsi (Pd), dove si teme per le attività commerciali e turistiche del centro storico. E con un po' di imbarazzo, la decisione viene criticata anche dal Municipio XV, guidato dal presidente pentastellato Stefano Simonelli: «Speriamo che l' ipotesi razionamento non si concretizzi. Non sarebbe una cosa positivissima per le attività del territorio».

     

     

    2. SICCITÀ, RAGGI: SUBITO UN VERTICE, STOP ACQUA A ROMA INACCETTABILE

    Ernesto Menicucci per www.ilmessaggero.it

    virginia raggi in costume al lago di bracciano 6 virginia raggi in costume al lago di bracciano 6

     

    «Chiamerò oggi stesso la Regione e Acea per convocare quanto prima un tavolo in Campidoglio per superare qualunque tipo di visione politica o di strumentalizzazione. Questo incontro tutti insieme è molto importante», ha detto il sindaca di Roma, Virginia Raggi a Messaggero Tv.

     

    «Bisogna trovare delle risorse e delle soluzioni concrete immediatamente, nel breve, medio o lungo periodo - ha aggiunto -. Da questo punto di vista posso dire da un lato che è inaccettabile che oltre un milione e mezzo di romani rimangano senz'acqua, dall'altro devo comunque far notare che immediatamente all'indomani del cambio di governance di Acea c'è stata un'inversione di tendenza: si è immediatamente fatto un investimento sulle reti e ridotta la captazione dal lago di Bracciano di oltre 600 litri al secondo. Sono state messe in campo delle misure ma c'è ancora da lavorare».

    virginia raggi in costume al lago di bracciano 5 virginia raggi in costume al lago di bracciano 5

     

    Poi alla domanda del conduttore che le chiedeva se fosse vero quanto sostenuto dal Governatore del Lazio, Nicola Zingaretti, che le scorte d'acqua a Roma stessero finendo, la sindaca ha risposto: «Non credo che sia questo il punto, noi dobbiamo lavorare per capire come ridurre le captazioni dal lago di Bracciano e come assicurare il servizio idrico a tutti i romani».

     

    Si terrà tra mercoledì e giovedì una riunione dell'osservatorio permanente sugli usi idrici dell'Appennino centrale al ministero dell'Ambiente. L'incontro già previsto, assume particolare rilievo alla luce della crisi idrica e dello spettro "acqua razionata" a Roma che si vuol scongiurare. Oltre ai tecnici della Regione Lazio, Acea Ato 2, autorità di bacino, probabilmente vi parteciperà anche il ministro dell'Ambiente Gian Luca Galletti in persona.

     

    Replica, intanto, di Acea ad alcune ipotesi della Regione. «Dopo l'ordinanza emessa dalla Regione Lazio venerdì sera in modo unilaterale, che si continua a ritenere inadeguata e illegittima - spiega l'azienda -, Acea apprende solo dagli organi di stampa che sempre la Regione avrebbe ipotizzato un piano alternativo per ovviare alla captazione dell'acqua dal lago di Bracciano, prevedendo di utilizzare altre fonti o aumentando la portata di quelle attuali. Se la Regione volesse illustrare tali soluzioni, nelle sedi opportune, Acea sarà pronta ad ascoltare e collaborare».

    GIUSEPPE ROSCIOLI GIUSEPPE ROSCIOLI

     

     

     

    3. QUARANTA LITRI SU CENTO VANNO PERSI ECCO PERCHÉ RESTIAMO SENZA ACQUA

    Alessandro Gonzato per Libero Quotidiano

     

    Ancora quattro giorni e lo sputtanamento sarà totale.

    E chissà che Der Spiegel, vent' anni esatti dopo la celebre copertina della Walther P38 appoggiata sul piatto di spaghetti, non ne dedichi un' altra alla drammatica quanto assurda carenza d' acqua che si registra in questi giorni nell' ex Belpaese. D' altronde i tedeschi da sempre ficcano il naso nelle cose di casa nostra.

    Ministro GianLuca Galletti Ministro GianLuca Galletti

     

    A volte inventano, altre esagerano, ma stavolta nessuno tra i nostri politici potrebbe accusare il settimanale tedesco di sbertucciarci affermando il falso. Il 28 luglio, a meno che la Regione Lazio, Acea (la multiutility romana) e il Campidoglio non trovino una soluzione dell' ultimo minuto, l' acqua della Capitale verrà razionata. I rubinetti dei romani non funzioneranno per 8 ore al dì. Il provvedimento riguarderà non solo un milione e mezzo di cittadini ma anche l' esercito di turisti che affollano l' Urbe. Non c' è che dire: un altro grande spot nel mondo.

     

    Nel frattempo almeno dieci Regioni italiane (Campania, Calabria e Sardegna in testa), a causa del perdurare della siccità (e in gran parte del Centro-Sud non pioverà ancora per parecchi giorni), sono pronte a chiedere al governo lo stato di calamità: il 70 per cento dei campi coltivati sono a secco e secondo Coldiretti i danni alle coltivazioni e agli allevamenti ammontano a oltre 2 miliardi.

     

    Da tempo il ministro dell' Ambiente Gian Luca Galletti va dicendo che in Italia la siccità sta diventando una cosa normale e che bisogna aumentare gli invasi perché ogni anno si registrano precipitazioni per 300 miliardi di metri cubi d' acqua e le nostre infrastrutture ne intercettano solo l' 11 per cento.

    nicola zingaretti nicola zingaretti

     

    D' accordo: non è mica colpa della politica se d' estate ormai non piove quasi più. È però colpa dei nostri amministratori, di ogni grado e colore politico, se il 40 per cento dell' acqua che scorre lungo i nostri acquedotti si perde durante il tragitto e non arriva al rubinetto. I dati sono dell' Istat: le perdite più ingenti si verificano a Potenza (68.8 per cento), a Campobasso (68) e Cagliari (59.3).

     

    A Roma vengono sprecati 44 litri su 100. Va decisamente meglio al Nord, ma anche qui ci sono delle forti criticità: se Milano col 16.7 per cento di perdite è la provincia più virtuosa seguita da Aosta (24.5) e Bolzano (26.5), a Trieste (46.8), a Trento (32.6) e a Venezia (31.7) la situazione si fa più preoccupante. Ma com' è possibile che gran parte della nostra rete idrica sia ridotta a un colabrodo?

     

    Le cause sono molteplici: sistemi acquedottistici datati e scadenti, scarsa manutenzione degli impianti, allacciamenti abusivi. Secondo Francesco Pareti, economista esperto in finanziamenti europei, servirebbero 5 miliardi per rendere efficienti i nostri acquedotti. Il governo potrebbe pescarli dai fondi "Feis" istituiti dall' Unione Europea: abbiamo il record di progetti e stanziamenti rispetto agli altri Paesi, ma quelli sottoscritti o approvati in ambito idrico sono soltanto due, quello della "Metropolitana Milanese" e del Consorzio veneto "Viveracqua".

     

    VIRGINIA RAGGI ACEA VIRGINIA RAGGI ACEA

    Galletti predica calma, dice che non è il caso di creare allarmismi e che finora il governo è riuscito a evitare emergenze. Sarà anche così, ma se per ogni 10 litri d' acqua le nostre infrastrutture ne sprecano 4, forse un' emergenza in fondo c' è. Sia chiaro, la colpa di questo disastro non è solo dell' attuale classe dirigente. La responsabilità è di decenni di mala gestio della cosa pubblica.

     

    È però altrettanto vero che oggi anziché trovare soluzioni a questa ignobile situazione la politica continua a giocare allo scaricabarile. Le istituzioni, come al solito, si rimpallano le responsabilità a vicenda. L' unica azione concreta, al momento, è quella messa in campo dalla nazionale italiana dei parlamentari che oggi scenderà in campo per una partita benefica a favore del lago di Bracciano, messo in ginocchio dalla siccità. Insomma: il Paese è all' asciutto, la Capitale è a un passo dall' ennesima figuraccia in mondovisione, e i nostri politici non trovano di meglio che organizzare una partita di pallone. Ci diano retta: oltre agli scarpini appendano al chiodo pure il loro mandato.

     

     

     

     

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