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    RENZI HA TROVATO IN IGNAZIO VISCO IL CAPRONE ESPIATORIO DA OFFRIRE AI RISPARMIATORI INCAZZATI PER I SOLDI PERSI A CAUSA DEL GRAN PASTICCIO DELLE BANCHE ITALIANE - E SE IL GOVERNATORE E LA SUA VIGILANZA HANNO SONNECCHIATO SULLE POPOLARI, A PESARE IN MODO DECISIVO SUL SUO DESTINO C’E’ LA CAUSA DI RESPONSABILITÀ CONTRO GLI AMMINISTRATORI DI BANCA ETRURIA...


     
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    renzi mattarella gentiloni renzi mattarella gentiloni

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    Battaglia tra Quirinale e Renzi sulla nomina del Governatore della Banca d’Italia. Renzi ieri aveva minacciato una fronda in Consiglio dei Ministri che avrebbe dovuto confermare Visco. La non conferma di Visco secondo Renzi sarebbe molto popolare in vista della campagna elettorale, marcando le colpevoli disattenzioni della Banca d’Italia in tema di vigilanza. Mattarella ha mostrato disappunto per la posizione di una parte del PD. Visco ha fatto sapere che se non ci fosse un vasto consenso potrebbe farsi da parte.

     

    1 - RENZI MANOVRA PER SILURARE IL GOVERNATORE DI BANKITALIA

    Maurizio Belpietro per “la Verità”

     

    mattarella e gentiloni mattarella e gentiloni

    Lungi dal rassegnarsi alla débâcle e a prendere il treno, ma per andare a casa, Matteo Renzi lavora senza sosta per tornare a Palazzo Chigi. Ogni giorno tesse la tela delle alleanze e del potere. Dopo aver innestato la retromarcia sul no alla coalizione con i cespugli della sinistra nella speranza di giocare la partita di marzo da aspirante premier, il segretario del Pd ha ingranato la sesta per mettere sotto il governatore della Banca d'Italia. Che l' ex presidente del Consiglio voglia Ignazio Visco fuori da Palazzo Koch è cosa nota e arcinota.

     

    IGNAZIO VISCO MATTEO RENZI IGNAZIO VISCO MATTEO RENZI

    Non solo perché lo ritiene responsabile del gran pasticcio delle banche, cioè di non averlo aiutato a risolvere i vari scandali che si sono succeduti negli istituti bancari durante la sua permanenza alla guida dell' esecutivo. Ma soprattutto perché far fuori il numero uno di via Nazionale gli consentirebbe di offrire un capro espiatorio al popolo dei risparmiatori inferociti per i soldi persi. Renzi vuole una testa da mostrare in campagna elettorale a chi srotolerà davanti ai suoi occhi gli striscioni che ricordano i crac di Etruria, Cariferrara, Vicenza, Chieti, Banca Marche, Mps e Veneto Banca.

     

    È per questo che ieri ha mandato all'assalto i suoi uomini con una mozione anti Visco. Ovviamente il testo presentato alla Camera non fa menzione diretta del governatore della Banca d' Italia, ma il suo nome, anche se è non scritto, aleggia tra le righe.

     

    ignazio visco ignazio visco

    Il Pd infatti sollecita il governo, cioè un presidente del Consiglio la cui esistenza dipende direttamente da Renzi, «ad adottare ogni iniziativa utile a rafforzare l' efficacia delle attività di vigilanza sul sistema bancario», aggiungendo che «ai fini della tutela del risparmio» serve «una figura più idonea a garantire nuova fiducia nell' Istituto». Più chiaro di così si muore. Infischiandosene di quel che pensano Sergio Mattarella e Paolo Gentiloni, i quali nella delicata situazione economica vorrebbero evitare di aprire il fronte della guida di Banca d' Italia, il segretario del Pd vuole sostituire Visco con un uomo di sua fiducia.

     

    pier luigi boschi pier luigi boschi

    Certo, l'attuale governatore qualche errore lo ha fatto. Dire che sotto la sua gestione l'istituto di vigilanza non si è accorto dei vari pasticci di Etruria e Vicenza è dir poco. Forse le banche erano già compromesse, ma forse, se la vigilanza fosse stata più sollecita, ci saremmo potuti risparmiare gli aumenti di capitale farlocchi sostenuti con le obbligazioni subordinate e con le operazioni baciate. Se poi Visco si fosse opposto con maggiore decisione al recepimento delle norme europee sul bail-in, segnalando i pericoli per il nostro sistema, probabilmente il collasso delle varie Etruria sarebbe stato meno traumatico e non interamente a carico dei risparmiatori.

     

    risparmiatori etruria risparmiatori etruria

    Tuttavia credo che a pesare di più sul futuro del governatore sia quella causa di responsabilità contro gli amministratori della Banca Popolare di Arezzo di cui era vicepresidente il papà della sottosegretaria Maria Elena Boschi. La citazione in giudizio ha avuto senz' altro il benestare, se non la spinta, di via Nazionale.

     

    E per quanto gli ex vertici dell' istituto si siano dati da fare per far sparire i propri beni al sole, rischiano un giorno di dover pagare di tasca propria il buco senza fine dell' Etruria. Il conto predisposto dal commissario nominato da Banca d'Italia ammonta a più di mezzo miliardo ed è probabile che, in caso di sentenza sfavorevole, Boschi e compagni saranno costretti a fare i salti mortali qualora vogliano salvare il malloppo ed evitare di pagare. Insomma, una brutta botta che i consiglieri certo non si aspettavano.

    rignano funerale del risparmio caos etruria rignano funerale del risparmio caos etruria

     

    Già, perché se da un lato il fronte giudiziario non pare destare particolari preoccupazioni, dall' altro la commissione parlamentare di inchiesta presieduta da Pier Ferdinando Casini e sorvegliata da Francesco Bonifazi, ex fidanzato di Maria Elena Boschi e socio del fratello del sottosegretario, permette di dormire sonni tranquilli.

     

    Dunque, questa storia della causa di responsabilità per mezzo miliardo proprio non ci voleva. Maledetto Visco. Meglio farlo secco subito e mettere qualcuno di più affidabile. Riuscirà l' operazione nonostante la contrarietà del capo dello Stato? La risposta al prossimo consiglio dei ministri. E con essa il tasso di inquinamento delle faccende private di Renzi e compagnia negli affari dell' economia e dello Stato.

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    2 - GENTILONI ALL' OSCURO, IL GELO DI MATTARELLA

    G.De F. per “il Giornale”

     

    Roma È duplice il dato politico della imbarazzante vicenda accaduta ieri che ha trascinato anche la Banca d' Italia nella bassa cucina del provincialismo renziano. Da una parte, infatti, l' obiettivo del segretario Pd ala vigilia delle elezioni non è solo quello (fanno sapere gli aficionados del leader) di «non assumersi la responsabilità» della riconferma di Visco, attribuendogli soprattutto la colpa di non aver salvato Banca Etruria il cui vicepresidente era papà Boschi. Una sortita che danneggia non solo l' istituzione tenuta a difendere le prerogative italiane nell' ambito dell' Eurosistema (in un momento nel quale la Germania preme per una nuova stretta sui crediti in sofferenza), ma che è anche effettuata in modo discutibile.

     

    «Io non ho un ruolo in questa vicenda», ha detto il leader piddino come se i suoi deputati avessero seguito chissà quale ispirazione.

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    C' è di più. Renzi ha iniziato il bombardamento nei confronti di Palazzo Chigi, smarcandosi dal premier Paolo Gentiloni nella maniera più violenta e offensiva visto che non si è peritato nemmeno di avvisarlo della mozione-bomba. Anche questa è una mossa elettorale: la bonomia gentiloniana, dopo i mille giorni frenetici di Matteo, toglie visibilità e respiro all' azione del segretario. Gentiloni ora è un ingombro e Renzi ha cercato di fargli capire che, se occorresse, sarebbe pronto a scaricarlo.

     

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    Il secondo dato politico è che il Quirinale (per quanto Mattarella sia molto meno «intervista» e più rispettoso del mandato costituzionale rispetto al predecessore) è altrettanto disposto a usare le maniere forti quando viene messo in discussione l' apparato delle istituzioni. Una fermezza che è valsa tanto quando Renzi è stato respinto con perdite nei vari tentativi di ottenere elezioni anticipate quanto nell' entrata a gamba tesa sulla riconferma di Visco. La «piena fiducia» confermata al governatore da Gentiloni quest' estate era un' attestazione condivisa con il Colle. Allo stesso modo, è sempre stato Mattarella a respingere il tentativo di avvicendare l' attuale inquilino numero uno di Palazzo Koch con l' economista renziano Marco Fortis.

     

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    Insomma, se la Banca d' Italia non è diventata una «municipalizzata» renziana come molte controllate dal Tesoro lo si deve non solo all' autorevolezza di Via Nazionale (testimoniata dalla presenza del presidente Bce Draghi alle ultime Considerazioni finali), ma anche al presidente della Repubblica.

     

    Certo, considerato che il Consiglio dei ministri sulla legge di Bilancio non ha avviato l' iter per la riconferma di Visco sebbene manchino due settimane alla scadenza del mandato, nei prossimi giorni ripartirà il solito toto-nomine (anche se una rimozione suonerebbe come una sconfessione di quanto accaduto ieri). In ogni caso, dovrebbe prevalere la tradizione di autonomia con la scelta di «interni» come il direttore generale Salvatore Rossi, il vicedg Fabio Panetta o il componente della Vigilanza Bce, Ignazio Angeloni.

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